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I primi 10 anni di Fivi (e il ricordo di Leonildo Pieropan)

5 Maggio 2018 Jessica Bordoni
2008-2018. La Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti, per tutti ormai più semplicemente Fivi, festeggia 10 anni. E lo fa a Vinitaly, dove tutto cominciò esattamente un decennio fa con una "riunione quasi carbonara" nello stand del produttore piemontese Paolo Saracco, come ha ricordato il curatore della guida Slow Wine Giancarlo Gariglio, primo segretario dell’associazione. A quell’incontro veronese seguì un appuntamento a Pollenzo e la fondazione ufficiale il 17 luglio 2008 presso la Reggia di Colorno, vicino Parma.

Il tasting e il ricordo di Leonildo Pieropan

Per celebrare la ricorrenza, lo scorso 18 aprile in Sala Iris Fivi ha organizzato una degustazione di otto vini (molti targati 2008) di alcuni dei vignaioli che hanno creduto fin dagli albori nel progetto. È stata anche l’occasione per commemorare Leonildo Pieropan, stimato produttore di Soave venuto a mancare pochi giorni prima dell’inizio della fiera, sottolineando il suo ruolo trainante nella creazione della Fivi.

10 anni di Fivi nelle parole della presidente Poggi

La presidente in carica Matilde Poggi ha ripercorso le tappe principali dalla formazione ad oggi, ricordando come l’obiettivo principale di Fivi sia da sempre quello di «dare voce a chi non ha voce, ovvero ai piccoli produttori indipendenti e agli interessi delle loro aziende. In questi 10 anni siamo cresciuti molto e oggi contiamo circa 1.200 soci da tutta Italia. Portiamo avanti battaglie continue a Roma e, soprattutto, a Bruxelles. Non abbiamo tanti ettolitri… ma molte idee da perseguire».    

Manni Nössing - Kerner 2016

La degustazione comincia con il Kerner 2016 della Cantina altoatesina Manni Nössing di Bressanone. Sul palco c’è Manfred Nössing, tra i fondatori del primo statuto Fivi. Siamo nella Valle Isarco, patria italiana di questo vitigno semi aromatico a bacca bianca, nato in Germania dall’incrocio tra Schiava grossa e Riesling. Le viti, che crescono a circa 400-500 metri di altezza, regalano un vino di grande sapidità e ricchezza, fine e persistente.

Peter Dipoli - Voglar Sauvignon blanc 2014

Restiamo in Alto Adige per incontrare Peter Dipoli, un’altra figura centrale per la Fivi, che fece da tramite tra l’Associazione dei Vignaioli Indipendenti Altoatesini e le Cantine italiane desiderose di replicare il modello sudtirolese su scala nazionale. Il secondo vino in assaggio non può che essere il fuoriclasse Voglar, Sauvignon blanc Alto Adige Doc 2014. L’annata difficile non ha impedito di imbottigliare un bianco di grande carattere, ancora molto giovane ma già assai promettente grazie all'acidità spiccata.

Walter Massa - Derthona Montecitorio 2011

Si cambia regione per degustare una delle più apprezzate selezioni di Timorasso dell’azienda Vigneti Massa: il Derthona Montecitorio 2011. Il vulcanico Walter Massa, che intorno alla metà degli anni Novanta ha fatto riscoprire questo pregevole vitigno piemontese a bacca bianca, è stato vicepresidente Fivi e ancora oggi fa parte dei membri del consiglio di amministrazione. Il suo Derthona Montecitorio colpisce per l’ampiezza di beva, dal timbro fresco e minerale, con raffinate note di idrocarburi.

Pieropan - Calvarino, Soave Classico 2008

L’omaggio a Leonildo Pieropan ci conduce all’assaggio del Calvarino, Soave Classico 2008. A prendere il microfono è il figlio Andrea, che ricorda come «papà teneva molto alla Fivi che, a partire da quelle prime pietre poste dieci anni fa, oggi è un bellissimo edificio e una voce che rappresenta l’eccellenza dei vignaioli italiani». Prodotto per la prima volta nel 1971, il Calvarino nasce da vecchie vigne di Garganega e Trebbiano di Soave ubicate in un fondo storico di famiglia e vinificate separatamente (concetto assolutamente innovativo per l’epoca). Nel calice ci attende un bianco che ha già 10 anni sulle spalle, ma non li dimostra affatto: elegante, fine, discreto… proprio come il suo creatore.

Villa Bucci - Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Riserva 2008

Tra gli artefici della Fivi c’è anche Ampelio Bucci, professore universitario e grande intellettuale della terra, come lo ha definito Giancarlo Gariglio. In assaggio troviamo il pluripremiato Villa Bucci, Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Riserva 2008. Profondità, lunghezza, facilità di beva e al tempo stesso una grande complessità aromatica sono i tratti distintivi di questa Riserva di Verdicchio dall’acidità superiore (6,5 g/l), frutto di un’annata calda.

Les Crêtes - Fumin, Valle d’Aosta Doc 2008

Costantino Charrère di Les Crêtes, purtroppo assente per motivi di salute, è stato il primo presidente della Fivi. Per celebrare il decennale, anziché scegliere il suo storico Chardonnay Cuvée Bois, ha voluto dare spazio al Fumin, una varietà autoctona valdostana a bacca rossa poco nota e non certo collegata al concetto di longevità. Poco tannico, è un vino molto speziato, con note balsamiche e fumé dove emergono vaniglia, ginepro e liquirizia.

Tenuta di Valgiano - Colline Lucchesi 2008

Dalla Toscana, e più precisamente dalle Colline Lucchesi arriva il vino simbolo della Tenuta di Valgiano, non lontana dalla costa tirrenica eppure ancora immersa negli Appennini. L’enologo Saverio Petrilli è segretario nazionale Fivi e figura chiave per la viticoltura biodinamica italiana. Ricorda con affetto Leonildo Pieropan, prima di accompagnare gli ospiti alla degustazione di un ricco blend di Merlot, Sangiovese e Syrah. La grande concentrazione rivela l’annata calda: molto piovosa in primavera, poi torrida nei mesi estivi. È un rosso ampio, terroso, con sentori di tabacco e un’intrigante nota di pepe.

Paolo Saracco - Moscato d’Asti 2017

Dulcis in fundo, il Moscato d’Asti di Paolo Saracco. È il risultato di un’annata calda e asciutta che ha regalato uve molto ricche di zucchero, con una buona acidità e concentrazione aromatica: la base ideale per produrre un Moscato intenso, elegante e persistente. L’azienda di Castiglione Tinella è attiva dai primi del Novecento e vanta 50 ettari di proprietà. In cantina il lavoro meticoloso è volto alla ricerca del giusto equilibrio fra tradizione e innovazione.

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