Wine trends: il Portogallo sorprenderà gli enoturisti, a cominciare dal Douro
Come previsto dalle classifiche dei trend enologici per il 2021 stilate a inizio anno da molte riviste internazionali, i vini portoghesi stanno vivendo una felice rinascita e le varie aree vinicole del Portogallo si preparano ora a quella che – sperano – sarà un’invasione di enoturisti. Sono tante le novità che stanno attraversando il Paese; dai vini monovarietali nel Douro, alle storie sorprendenti del Dão, fino ai vigneti nascosti sulle isole e a quelli che saranno controllati dai robot. Il tutto raccontato da sempre più donne protagoniste tanto in vigna quanto in cantina.
Per approfondimenti: The Telegraph, City A.M., Jornal de negocios, Forbes, Club Oenologique e Jancis Robinson
Città affascinanti sotto un sole splendente, acque turchesi e calette nascoste, la natura primordiale delle isole e gli sterminati campi da golf così come le onde ruggenti dell’Atlantico. Ma soprattutto le Cantine sparse dal nord al sud del Paese, la cui storia è ora riunita in un nuovo museo del vino a Vila Nova de Gaia: il World of Wine.
Tutte le ragioni per visitare il Portogallo
Le ragioni per prenotare un volo per Lisbona, secondo The Telegraph, sono almeno otto, ma c’è anche chi consiglia di mollare tutto e trasferirsi in Portogallo per fare vino. Come spiega City A.M., molte Cantine offrono esperienze di ogni tipo a contatto con le vigne portoghesi, tra cui l’affitto di piccoli appezzamenti da coltivare per poi ricevere a casa il proprio vino invecchiato, imbottigliato ed etichettato.
I monovarietali della Valle del Douro
Circa 100 chilometri a est della città di Porto si estende la Valle del Douro, da secoli culla del Porto e dal 2001 patrimonio mondiale Unesco. Ma negli ultimi anni questa regione scolpita da spettacolari vigneti terrazzati è divenuta famosa tra gli enofili di tutto il mondo anche grazie agli ottimi vini non liquorosi, molti dei quali “brillano per finezza e alta qualità”, si legge su Forbes. La rivista americana ha intervistato Elsa Couto, direttore commerciale di Quinta de Ventozelo, una delle aziende-simbolo dell’Alto Douro, che ha dichiarato: «La combinazione di terreni, climi ed esposizioni rendono unico il terroir del Douro». Grazie a questa peculiarità, Quinta de Ventozelo ha cominciato a riscuotere i primi successi attraverso la produzione di vini monovarietali da vitigni spesso usati in blend per il Porto, come il Viosinho.
E un robot per facilitare la viticoltura
Il Douro è una delle più vaste aree al mondo dedicate alla viticoltura di montagna. Ma qui, dal 2023, farà la sua comparsa un apprendista viticoltore d’eccezione; il robot “Scorpione”, che promette di dare un aiuto tecnologico attraverso un’agricoltura di precisione, apportando benefici economici e ambientali. Il robot sarà in grado di affrontare da solo le pendenze e gli ostacoli del terreno montano del Douro e consentirà un uso mirato e più ridotto di fitofarmaci in vigna. Il progetto, guidato dall’Istituto di Ingegneria dell’Università di Porto, ha partner spagnoli, italiani e olandesi (Jornal de negocios).
Alla ricerca di tesori nascosti nel Dão
Il magazine Club Oenologique ha pubblicato un estratto del libro Foot Trodden – Portugal And The Wines That Time Forgot di Simon J. Woolf e Ryan Opaz. Vi si narra la storia di una delle aree più trascurate del Portogallo: il Dão, ora considerato come la quintessenza della viticoltura nazionale. Distribuito intorno alla montagna più alta del Paese, il Dão è un’area piuttosto spopolata e in gran parte rurale con molte vigne secolari a un’altitudine considerevole, avvizzite dal tempo, difficili da raggiungere e, anche per questo, rimaste abbandonate per anni. Uno tra i promotori della rinascita di questa regione è il franco-portoghese António Madeira che, nonostante il lavoro e la famiglia a Parigi, alcuni anni fa ha deciso di tornare alle origini. «Ho iniziato a pensare che forse avrei potuto fare la differenza e aiutare la regione», e così ha fatto.
Le donne del vino portoghesi
Sono molte le donne del vino che, in Portogallo come nel resto del mondo, stanno apportando a questo settore una ventata di aria nuova. Jancis Robinson ha recentemente raccontato le storie di alcune di loro. Per esempio quella di Joana Maçanita che, dopo aver prodotto vini in diverse regioni portoghesi, ha trovato casa e Cantina nel Douro, dove ha avviato un nuovo progetto incentrato su microterroir e vecchie viti. Nella stessa regione, Sandra Tavares da Silva e il marito Jorge Serôdio Borges hanno fondato Wine & Soul. La coppia crede fortemente che il Douro abbia il potenziale per diventare una delle grandi aree vinicole del mondo e Wine & Soul è stata l’unica Cantina portoghese elencata nella Top 100 di Wine Spectator nel 2020. Più a sud, nell’Alentejo, l’enologa Dorina Lindemann ha intrapreso uno studio sul vitigno Touriga Nacional. Filipa Pato invece produce vini dalla varietà rossa Baga nella regione di Bairrada. La strada da fare è ancora tanta, ma il Portogallo sta seguendo la via giusta.
In apertura: vigneti della Valle del Douro in Portogallo. © M. Kaharlytskyi on Unsplash
Tag: City A.M., Club Oenologique, Dao, Douro, Forbes, Jancis Robinson, Jornal de negocios, Portogallo, Rassegna stampa internazionale, The telegraphQuesta notizia fa parte della rassegna stampa internazionale di Civiltà del bere. Per riceverla gratuitamente una volta a settimana in formato newsletter iscriviti qui.
© Riproduzione riservata - 25/03/2021