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Wine tasting sul monte Baldo: 13 Amarone salgono in vetta

11 Settembre 2018 Elena Erlicher
Le Famiglie Storiche hanno organizzato una degustazione ai 1911 metri del Rifugio Chierego, sul monte Baldo. Qui, in un’oasi che annovera piante che si possono trovare dalla Sicilia alla Norvegia, abbiamo assaggiato le variegate interpretazioni del vino bandiera della Valpolicella
L’Amarone della Valpolicella e la sua ricchezza e variabilità vitivinicola incontrano il monte Baldo e la sua biodiversità, altrettanto ricca e varia. L’incontro “Amarone in vetta” (aperto anche al pubblico a 60 euro) si è svolto il 7 settembre ai 1911 metri del Rifugio Chierego sulla cima Costabella del gruppo Baldo ed è stato organizzato dalle Famiglie Storiche, associazione che riunisce 13 produttori del vino bandiera della Valpolicella nel nome della tutela della sua immagine e del suo valore: Allegrini, Begali, Brigaldara, Guerrieri Rizzardi, Masi Agricola, Musella, Speri, Tedeschi, Tenuta Sant’Antonio, Tommasi, Torre d’Orti, Venturini e Zenato.    

Il legame tra Valpolicella e monte Baldo

«Oggi celebriamo un legame importante, quello fra la Valpolicella, l’Amarone e la natura del monte Baldo esaltando e valorizzando le infinite ricchezze del nostro territorio», ha detto Maria Sabrina Tedeschi, presidente delle Famiglie Storiche. «L’intenzione è quella di replicare “Amarone in vetta” anche l’anno prossimo».    

L'orto d'Europa affaccia sul lago di Garda

Da un lato, quindi, la ricchezza del monte Baldo, detto l’orto d’Europa, perché dal lago di Garda fin sulla cima vi si può trovare la vegetazione di tutti i climi del continente: «Limoni, ulivi, latifoglie, boschi di conifere, pini e mughi e poi la prateria alpina, come fossimo dalla Sicilia alla Norvegia in pochi chilometri», ha spiegato il professore di Neuroscienze Andrea Sbarbati dell’Università di Verona, esperto di biodiversità. «Baldo e Valpolicella sono accomunati dalle medesime origini geologiche».    

Tutte le variabili dell'Amarone

Dall’altro, la ricchezza dell’Amarone, un vino che, prodotto in 18-20 milioni di bottiglie l’anno (2,2 milioni quelle delle Famiglie Storiche), prende vita grazie all’incontro di innumerevoli variabili: dall’esposizione dei vigneti che cambia da est con vini più asciutti e magri a ovest con vini più ricchi e opulenti, alla composizione dei suoli più calcarei-marnosi o vulcanici..., alle diverse altitudini dai 150 ai 500 metri, alle uve (Corvina, Corvinone, Rondinella, Molinara) presenti in percentuali variabili, alla durata degli appassimenti (minimo di 100 giorni, ma che per le Famiglie arrivano anche a superare i 120), ai lieviti indigeni o selezionati, ai legni (barrique, tonneau, botte grande), all’invecchiamento (minimo 24 mesi - 30 per le Famiglie Storiche - e Riserva 48).    

Il wine tasting ad alta quota

Noi questa variabilità l’abbiamo provata in vetta con gli Amarone delle Famiglie Storiche. Dalla versione più magra e quasi spigolosa di Tedeschi - Monte Olmi Classico Riserva 2011, a quella biodinamica di Musella - Riserva 2011, alla complessa e gentile di Masi Agricola - Riserva di Costasera Classico 2012, alle tradizionali di Brigaldara - Case Vecie 2012 e Venturini - Campomasua Classico 2012, alle fruttate e fresche di Begali - Monte Ca’ Bianca Classico 2013, Speri - Vigneto Monte Sant’Urbano Classico 2013 e Allegrini - Classico 2013, alle potenti di Torre d’Orti - Classico 2015 e Zenato - Classico 2013, alla corposa di Tenuta Sant’Antonio - Campo dei Gigli 2013, fino a quelle che cominciavano ad accusare i primi segni del tempo di Tommasi - Ca’ Florian Classico Riserva 2010 e Guerrieri Rizzardi - Villa Rizzardi Classico 2011. Gli Amarone sono stati abbinati a un menu preparato dall’Antica Bottega del Vino di Verona: risotto al Monte Veronese Dop e tartufo (di Brigaldara), guancia brasata all’Amarone e cheesecake ai mirtilli.

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