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Wine Paris 2025 si svela all’Enoluogo di Civiltà del bere

Wine Paris 2025 si svela all’Enoluogo di Civiltà del bere

La fiera del vino di Parigi, in agenda dal 10 al 12 febbraio, vedrà un aumento dello spazio espositivo, soprattutto per gli operatori internazionali. Al vino italiano sarà dedicata un’area più ampia di quella riservata a Bordeaux. Rodolphe Lameyse, Ceo di Vinexposium: «Oltre al business vogliamo fare sistema e dare valore aggiunto agli operatori per fronteggiare le sfide del mercato».

Oltre 4.600 espositori provenienti da 50 Paesi, 140 nazioni rappresentate e più di 50 mila visitatori professionali attesi: non si può non partire dai numeri per inquadrare la dimensione di Wine Paris, appuntamento che dal suo esordio nel 2019 ha conquistato in fretta un ruolo di riferimento nel panorama fieristico del vino con la sua formula che mescola opportunità di business a momenti di approfondimento per innescare innovazione.

Fare sistema e ispirare una visione del futuro

«La nostra aspirazione non è quella di limitarci a selezionare operatori di alto profilo o facilitare gli incontri tra buyer ed espositori, ma soprattutto quella di aumentare la conoscenza delle criticità e delle sfide del settore e fare sistema per ispirare una visione di futuro, identificando trend e opportunità da cogliere», ha detto Rodolphe Lameyse, Ceo di Vinexposium presentando le novità dell’edizione 2025 di Wine Paris (di scena dal 10 al 12 febbraio nella capitale francese) nella conferenza stampa di Milano ospitata negli spazi dell’Enoluogo di Civiltà del bere.

Wine Paris 2025
Un momento della presentazione all’Enoluogo con Rodolphe Lameyse, Ceo di Vinexposium, e Camille Cordasco, press & institutional relations manager di Vinexposium

Le sfide del mercato globale

«Se il 2024 si è rivelato un anno complicato per i consumi di vino e alcolici, il 2025 si preannuncia simile, se non peggio», ha proseguito Lameyse.
Il mercato globale è tratteggiato dai dati Iwsr citati dal Ceo di Vinexposium. I volumi di bevande alcoliche sono diminuiti del -1,1% nella prima metà del 2024, rimanendo al di sotto dei livelli pre-pandemia del 2019 del -5,5%. I Paesi principali responsabili di questo calo sono la Cina e gli Usa, dove il cambiamento delle abitudini e la riduzione dei budget hanno causato un impatto sui consumi. E dove gli elevati livelli di scorte frenano la ripresa. L’inflazione persistente, seppur in calo, ha portato ad una diminuzione delle vendite in tutte le categorie di bevande: i volumi di vino sono diminuiti del -3,9% a livello mondiale, con un calo più marcato del -8,6% per lo Champagne. Senza naturalmente dimenticare il peso delle tensioni geopolitiche e l’aumento del protezionismo, in particolare con le nuove restrizioni commerciali in Cina.

Una fiera che cresce

«Di fronte a questa crisi complessa, l’isolazionismo non è un’opzione. Al contrario, è dall’unione delle forze che nascono le soluzioni» Mentre il settore affronta profondi cambiamenti geopolitici, economici e ambientali, la sesta edizione di Wine Paris ha scelto dunque di allargarsi «per dare valore aggiunto al business del vino e ai suoi operatori», e vuole essere sempre più strategica «per fornire soluzioni concrete e sostenibili per tutta la filiera». La superficie espositiva complessiva è stata ampliata di un quinto (+19%). È previsto un aumento del +7% dei produttori francesi con la presenza di viticoltori indipendenti, cantine cooperative, rinomate maison storiche e anche un ritorno dei grandi marchi, soprattutto della regione Champagne.
Gli espositori internazionali, in particolare, godranno di una superficie più ampia del +64% con Germania (+65%), Austria (+35%), Cina (+60%), Spagna (+40%), Portogallo (+61%) e Romania (+75%) in significativo aumento.
La manifestazione accoglierà anche numerose nuove partecipazioni collettive internazionali: Sudafrica, Argentina, Armenia, Cile, Ungheria, Macedonia del Nord, Uruguay e, soprattutto, l’Australia, che nel 2025 quadruplicherà la sua superficie espositiva.

Oltre 8 mila metri quadri e 650 espositori per il vino italiano

Particolare rilevanza è stata prevista per la quota italiana: il vino tricolore, che già nel 2024 si era conquistato un padiglione riservato, col 75% in più degli espositori rispetto all’anno precedente, nella prossima edizione della manifestazione parigina «avrà uno spazio ancora più importante, occupando l’area che l’anno scorso era stata riservata ai vini del Sudovest della Francia che includeva anche quella dell’areale di Bordeaux», ha spiegato Lameyse. Oltre 8 mila metri quadrati che ospiteranno 650 espositori italiani. «I vini dell’Etna, in particolare, stanno riscuotendo crescente interesse sul mercato internazionale», ha spiegato il Ceo di Vinexposium, «con Prosecco, Chianti, i vini del Piemonte ma anche il Pinot grigio delle Venezie e i rosati pugliesi sempre ben posizionati».

Area No/Low alcol col 50% di produttori in più

«Ampliare la presenza di espositori da tutto il mondo per stimolare la vendita di vini internazionali in Francia è un modo per attrarre nuovi consumatori, grazie a un più ampio ventaglio di scelta», ha detto ancora Lameyse. E a proposito di nuovi consumi, anche l’offerta di bevande No/Low alcol si arricchisce (+50% di produttori iscritti finora), rispecchiando i nuovi trend (come alcolici dealcolizzati, bevande pronte da bere – Rtd) e aumenterà inoltre lo spazio dedicato alla birra e al sidro.
Be Spirits, la vetrina sul mercato degli alcolici, accoglierà distributori, barman ed esperti da tutto il mondo attorno a oltre 200 produttori, di cui il 38% di nuovi arrivi e il 30% d’internazionali provenienti da 27 Paesi.

Un nuovo progetto per dar voce al settore

Oltre 110 appuntamenti, tra masterclass, conferenze, degustazioni, arricchiranno il programma ufficiale della manifestazione, che si dedicherà «all’analisi di temi di economici, geopolitici o di sostenibilità», ha ripreso Lameyse.
«Oltre alla possibilità di fare business, vorremmo lasciare a visitatori e addetti ai lavori strumenti per migliorare il settore, conoscendone le criticità e stimolando l’innovazione su problemi come i cambiamenti climatici, che hanno ulteriormente ridotto la produzione globale nel 2024, i dazi sulle importazioni, gli accordi di trading con la Cina, le possibilità di mercati emergenti come quello dell’India o cambiamenti nelle regole sulle etichette e sugli alcolici nel Regno Unito. Per questo lanceremo anche un nuovo progetto, come Vinexposium, una “voice of Industry”, che non sarà un “trade show”, una fiera, ma qualcosa di diverso».

Foto di apertura: a Wine Paris 2025 si attendono 4.600 espositori provenienti da 50 Paesi

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© Riproduzione riservata - 29/11/2024

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