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Wine Monitor: frena l’export vinicolo nel 2014

5 Gennaio 2015 Civiltà del bere
Rallenta la crescita dell'export per il vino italiano. Wine Monitor ha stimato per il 2014 un valore complessivo di circa 5,1 miliardi di euro per le esportazioni: una lieve progressione (poco superiore all'1%) rispetto ai 5,04 miliardi di euro del 2013. Un dato ancora positivo in sè, che però diventa campanello d'allarme se confrontato con i tassi medi di crescita degli ultimi anni, superiori al 9% tra il 2009 e il 2013. Ci stiamo allontanando dall'obiettivo dei 7,5 miliardi di export per il 2020, meta ambiziosa posta dal premier Renzi all'ultimo Vinitaly? FRA I MOTIVI - Sono vari i perché di questo rallentamento, dalle recenti restrizioni del governo cinese, alla concorrenza del vino sfuso spagnolo - più economico rispetto a quello italiano - sul mercato tedesco: «La metà dell’export di sfuso italiano finisce in Germania e questa tipologia di vino pesa ancora per il 30% sui volumi complessivamente esportati» spiega Denis Pantini, responsabile Wine Monitor di Nomisma. Più in generale, si assiste a un rallentamento dell'economia dei principali Paesi importatori, come la Russia; ma non mancano situazioni più positive: negli Stati Uniti aumenta la richiesta di vino made in Italy, il Giappone sembra in ripresa e nel Regno Unito le vendite di Prosecco compensano il calo dei vini fermi. AUMENTARE IL PREZZO MEDIO - «Occorre mettere in atto diverse strategie, tra cui quelle di riposizionamento anche qualitativo, in grado di spuntare prezzi medi più elevati per i nostri vini», prosegue Pantini. Dal 2007 al 2013 il prezzo medio all’export del vino italiano è aumentato del 35%, passando da 1,83 a 2,47 euro al litro. Questa rivalutazione deriva anche dalla riduzione dell’incidenza dello sfuso (passato dal 33,6% al 28,5%) e dal contestuale incremento del peso degli spumanti (dal 6,5% al 10,2%) e dei vini fermi (dal 59,9% al 61,3%) sul volume totale dell’export. «Se si ipotizzano, da qui al 2020, tassi analoghi di “sostituzione” nella tipologia dei vini esportati e di rivalutazione dei prezzi medi, l’obiettivo dei 7,5 miliardi di euro sembra avvicinarsi» conclude. All’appello mancano ancora 2,4 miliardi di euro, che in termini di crescita media annua equivalgono a tassi superiori al 6,5% nei prossimi 5 anni.
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