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Vitigni piemontesi: una lunga storia di padri e figli

Vitigni piemontesi: una lunga storia di padri e figli

Con un lavoro lungo e certosino, un gruppo di ricercatori dell’Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante del Cnr di Torino ha ricostruito la genealogia di molte uve tipiche del Nord-Ovest, come Dolcetto, Nebbiolo o Barbera. Ne emerge un’epopea appassionante, resa possibile dal recupero e conservazione di antichi e rari vitigni.

A volte le ricerche che portano a risultati importanti nascono quasi per caso. È un po’ quello che è successo a un gruppo di studiosi del CNR-IPSP di Torino, Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante quando, una decina di anni fa, ispirati dalla tesi di Stefano Raimondi, un assegnista di ricerca, decisero di indagare sulla genetica dei vitigni piemontesi. Iniziarono raccogliendo campioni che trovavano battendo palmo a palmo i vigneti piemontesi, soprattutto quelli più isolati e marginali, con cui andarono ad arricchire una collezione già esistente di uve antiche.

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© Riproduzione riservata - 27/10/2020

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