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Vino Vegano: Montalbera lancia il Ruché vegan la Tradizione

5 Febbraio 2016 Jessica Bordoni
Non una moda ma una scelta di produzione. Così Franco Morando, titolare di Montalbera definisce la "svolta vegan" della Cantina. «Siamo i primi produttori per quantità del Ruché di Castagnole Monferrato e lo interpretiamo in cinque differenti versioni. Ci è sembrato giusto dare spazio anche al pubblico esigente e sempre più numeroso dei vegani. Così oggi presentiamo ufficialmente la prima annata certificata vegan del nostro Ruché di Castagnole Monferrato Docg 2014 La Tradizione».

La presentazione al Joia di Pietro Leemann

Per l’evento non poteva esserci location migliore del Joia di Milano, il ristorante stellato dello chef Pietro Leemann che ha portato ai massimi livelli la cucina vegetariana italiana. Al sommelier campione del mondo Luca Martini il compito di raccontare le caratteristiche degustative del rosso monferrino, mentre Franco Morando ha spiegato i cardini del progetto.

Vino vegano: solo composti di natura vegetale e pochissima chimica

«La Cantina si estende per 160 ettari a Castagnole Monferrato, a cui se ne aggiungono 15 a Castiglione Tinella, tutti Patrimonio Unesco. Montalbera è il maggior produttore di Ruché con 82 ettari di vigna e circa il 60% delle bottiglie a Docg», sintetizza Morando affiancato dal direttore commerciale Lino Lanfrancone. «Tutto inizia nel vigneto e da lì siamo partiti per la certificazione. Le uve del Ruché crescono su terreni quasi sciolti e ghiaiosi. Abbiamo abolito la classica concimazione organica, di origine animale. Pratichiamo il sovescio e la trinciatura. In cantina solo lieviti autoctoni e una riduzione drastica di tutti gli elementi chimici, che riduciamo di fatto all’aggiunta di pochissima anidride solforosa. Le chiarifiche sono naturali, senza uso di gelatine e caseinati, mentre le filtrazioni sono su cellulosa».

Un rosso versatile, di grande piacevolezza

Il sommelier Luca Martini invita a non confondere tra vegan e vini biologici e biodinamici. «Chissà quante volte abbiamo bevuto vino vegano senza saperlo. Per Montalbera è stato, giustamente, importante arrivare a una certificazione. Il Ruché è un vino decisamente identitario, simbolo del territorio, dotato di grande freschezza e spettro olfattivo. La sua versatilità lo rende un rosso che si può bere a 10 come a 18 gradi. La Tradizione, con questa prima annata vegan 2014, colpisce per la sua nota di rosa canina appassita, il frutto rosso, sentori di smalto e una preziosa sorbevolezza». È il frutto di una vinificazione tradizionale con 10-12 giorni di permanenza delle vinacce a contatto con il mosto, maturazione in vasche di acciaio inox e riposo in bottiglia.

I piatti e i vini in menu

Lo chef Pietro Leemann ha proposto tre classici della sua cucina: La vita in forma, alias "uovo apparente di barbabietola biodinamica, terrina di romanesco e broccoletti, salsa alla francese di castagne, nocciole e zafferano; L’ombelico del mondo, "risotto mantecato all’orientale con zenzero, shitaké, paprica di peperoni italiana, spicchio di carciofo e riso Venere energicamente arrostiti, conditi con la nostra di miso"; Gong, "spuma vaporosa di latte, vermicelli di castagne, brownies alla nocciola, crema inglese al tiglio, salsa di lampone e la nostra composta di mirtilli". In abbinamento alle portate, oltre al Ruchè di Castagnole Monferrato La Tradizione 2014, c’erano il Ruché Laccento 2014 e la Barbera d’Asti Superiore Nuda 2012.

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