Vino italiano, continua il trend al ribasso (ma l’export dà segnali di ripresa)
Secondo i dati di Nomisma Wine Monitor le vendite al dettaglio di vino in Italia sono diminuite del 3% a volume nel primo semestre 2024. Esportazioni negative ma in crescita negli ultimi tre mesi. E la Francia sta peggio di noi.
Sul primo bilancio annuale del mercato del vino italiano resta un saldo negativo. L’analisi contenuta nel report Wine Monitor di Nomisma conferma un trend ribassista nelle vendite e nei consumi interni nel primo semestre causato, annota la società di analisi, dal «perdurare dell’incertezza economica, che sta influendo sulla capacità di spesa degli italiani». Meglio sta facendo l’export, che pur mantenendo un segno meno, appare in recupero rispetto alle prime settimane del 2024. Un segnale confortante in un contesto internazionale complicato, in cui il grande malato risulta il vino francese, Champagne e Bordeaux in modo particolare.
Vendita a volume in calo del 3%
Più nello specifico, le vendite al dettaglio di vino in Italia sono diminuite di quasi il -3% a volume e cresciute poco meno del +1% in valore rispetto alle rilevazioni del 2023. A perdere sono tutti i format distributivi, ma non tutte le categorie di vino. I fermi e i frizzanti sono maggiormente penalizzati nel canale online ma meno nei discount. Gli spumanti invece sono cresciuti in tutti i comparti, con maggiore percentuale nel discount, ma non nel segmento cash&carry.
Rallenta anche l’Horeca
«L’incertezza ha interessato anche i consumi fuori-casa, in particolare quelli al ristorante», spiega Denis Pantini, responsabile Agrifood e Wine Monitor di Nomisma. Dopo una crescita dei consumi alimentari (che sommano food&beverage) del +7% nel primo trimestre di quest’anno, infatti, anche il canale Horeca ha tirato il freno facendo registrare una variazione del +4,5 per cento nei mesi di aprile, maggio e giugno. «Su questa dinamica», ha specificato Pantini, «ha inciso indubbiamente anche il minor afflusso di turisti, con la crescita degli arrivi dall’estero che non sono riusciti a compensare del tutto il calo dei turisti italiani».
Export negativo ma in ripresa
Timidi segnali di ripresa vengono dal lato delle esportazioni. Pur rimanendo in territorio negativo, il saldo dell’export di vino italiano verso i 12 principali mercati globali acquirenti (che congiuntamente rappresentano il 60% degli acquisti mondiali di vino in valore) è cresciuto nelle ultime settimane, passando dal -9% del primo trimestre 2024 a un dato cumulato del -4% considerando complessivamente i primi 6 mesi dell’anno. Restano deficitarie le vendite verso Germania (-9%) e Paesi asiatici (ovvero Giappone, Corea del sud e Cina), mentre guadagnano gli Stati Uniti (+5,7%), Regno Unito (+4,7%), Canada (+1,3 per cento) e Brasile.
L’eccezione del Prosecco
Vini fermi e frizzanti italiani fanno registrare un “miglioramento” rispetto al primo trimestre di quest’anno. Il calo degli acquisti nei top mercati mondiali si riduce di intensità, arrivando ad un -2% a valore, con performance in controtendenza (e quindi positive) negli Stati Uniti, UK, Canada e Brasile. Rispetto al primo semestre 2023, le importazioni di spumanti italiani mostrano un +4,5% a valori, con performance in crescita negli Stati Uniti, UK, Francia, Canada, Australia e Brasile. Al contrario, continuano le riduzioni degli acquisti di spumanti italiani in Germania, Svizzera e Giappone.
Tra i vini a denominazione, il Prosecco resta un mondo a parte facendo registrare una crescita dell’export del 12% a valore nei primi 5 mesi 2024. In recupero, dopo essere stati in sofferenza in tutto il 2023, risultano anche i vini rossi Dop della Toscana (+6%) a differenza dei rossi Dop del Piemonte, ancora in terreno negativo con un -2%.
Champagne e Bordeaux simboli della crisi
A rendere significativa la ripresa dell’export del vino italiano è l’attuale congiuntura economica negativa a livello mondiale. Il vino francese in particolare sta soffrendo: -10% il valore dell’export dalla Francia nel primo semestre 2024, con una flessione che tocca il -17% nel caso dello Champagne e il -16% i rossi di Bordeaux, ma non risparmia neppure quelli della Borgogna (-7%). In negativo anche l’export della Nuova Zelanda (-3%), mentre viaggiano in territorio positivo Spagna, Cile e Usa.
Anche la forte ripresa dell’Australia (+28%) ha un “però”: «il recupero messo a segno dai vini australiani si spiega interamente con la fine dei super-dazi che il governo di Pechino ha revocato da marzo di quest’anno», sottolinea ancora Pantini. «Al netto del ritorno sul mercato cinese, infatti, l’export dell’Australia nel resto del mondo registra un ulteriore calo cumulato dell’11% nel primo semestre 2024».
Foto di apertura: © D. Sousa – Unsplash
Tag: consumi, Denis Pantini, export, vino, Wine Monitor Nomisma© Riproduzione riservata - 17/09/2024