Vino e integrazione, la storia dell’ex rifugiato diventato viticoltore sui Colli Apuani
L’imprenditore africano François Desirè Bazie ha fondato una Cantina, Incandia Bio, dove produce Vermentino e Rosso Candia. Ora sta piantando i vitigni toscani in Burkina Faso e insegna ai giovani connazionali a fare vino.
Etichette che sono scatti di memoria del suo paese d’origine, il Burkina Faso, una vendemmia che dà lavoro a braccianti, immigrati come lui, e una passione che è diventata la salvezza di filari e terrazzamenti abbandonati. Quella di François Desirè Bazie è una favola che fa bene raccontare: lui è un imprenditore africano che ha ridato vita alle vigne dei Colli Apuani, ci ha fondato la sua azienda agricola biologica, Incandia Bio, nella quale produce Vermentino e Rosso Candia, e ora sogna di portare le varietà che vendemmia anche nel suo Paese d’origine, insegnando ai giovani locali come si fa il vino.
Dalla Costa d’Avorio ai Colli Apuani
La storia, ha scritto il Corriere della Sera, è iniziata nel 2008, quando François, 44 anni e un diploma in un istituto alberghiero, è dovuto fuggire dalla Costa d’Avorio, il Paese in cui è cresciuto. All’epoca era militante in un partito politico inviso al governo in carica ed è stato costretto a emigrare in Europa, come rifugiato politico. In Germania e Italia ha girato centri di accoglienza, lavorato come cuoco e operaio metalmeccanico. Nelle cantine del Piemonte ha imparato a prendersi cura delle viti e il mestiere di come si fa il vino. Poi, grazie a un bando della Regione Toscana, ha ricevuto i fondi per far partire la sua impresa.
Vini toscani che parlano d’Africa
L’attività dell’azienda agricola è partita nel 2015 con l’intento di recuperare vecchie vigne nella zona del Candia dei Colli Apuani, tra le Cave di Marmo di Carrara e il mar Mediterraneo, dirimpetto al castello di Ficola: i filari versavano in condizioni di gravissimo dissesto idrogeologico e poggiavano su terrazzamenti accidentati. Grazie alla sua ostinata passione, e all’aiuto della moglie Jacqueline, François ha vinto la sua sfida e coltiva Vermentino, Sangiovese, Merlot e l’autoctono rosso Massaretta (anche detto Barsaglina) e produce, in regime biologico, 10 mila bottiglie l’anno, principalmente Vermentino Candia dei Colli Apuani Doc e Rosso di Candia dei Colli Apuani Doc.
Vini che parlano un po’ della sua terra d’origine: “Yennenga”, il nome della principessa del regno di Dagomba che pare sia vissuta nel XII secolo ed è uno dei personaggi più famosi del Burkina, “Le lacrime di Guimbi” che ricorda la figura di Guimbi Ouattara, sovrano e capo militare di quello che oggi è il Burkina.
Duemila barbatelle piantate in Burkina
L’imprenditore oggi dà lavoro a una quindicina di braccianti, alcuni italiani, altri migranti dei centri di accoglienza del territorio. Sulle colline del Candia coltiva anche la moringa, una pianta medica originaria di India e Pakistan e diffusa in Africa, che vanta proprietà antinfiammatorie e antibatteriche e con la quale produce anche un liquore. Ha aperto anche un’enoteca nel centro storico di Carrara. Ma ha intenzione di rendere la sua storia ancora più incredibile. In Burkina, nella campagna di Bagre, nella provincia di Boulgou, ha piantato 2 mila barbatelle. Un’ottantina di giovani, suoi connazionali senza lavoro, hanno sposato la sua idea e stanno seguendo corsi di formazione per imparare a lavorare la terra e diventare viticoltori. E questo sogno collettivo dal 2025 potrebbe dar vita alle prime etichette di vino toscane prodotte in Africa.
Foto di apertura: François Desirè Bazie dà lavoro a una quindicina di braccianti, tra italiani e migranti. Foto del servizio © Incandia Bio
Tag: Burkina Faso, Colli Apuani, Francois Desirè Bazie, Incandia bio© Riproduzione riservata - 01/01/2025