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ViniVeri 2016, tredici anni di vini secondo natura

15 Aprile 2016 Anita Franzon
Dall'8 al 10 aprile si è svolta a Cerea la tredicesima edizione di ViniVeri. A poca distanza sia temporale, sia spaziale da Verona e dal Vinitaly, oltre 100 vignaioli provenienti non solo da tutta Italia, ma anche da Francia, Spagna, Austria, Slovenia e Georgia, hanno presentato circa 500 vini e la filosofia che portano avanti insieme alla loro produzione. A tenerli uniti è la responsabilità sociale che vede la natura come bene comune da rispettare a salvaguardare e il consorzio ViniVeri presieduto da Giampiero Bea.  

La petizione: No ai glifosati

Esattamente come la natura, anche “il vino Naturale è un bene comune”, e a questo tema è stato dedicato ViniVeri 2016, a cui si è aggiunto il sostegno della petizione lanciata dall'agricoltrice Giacomina Maltempi su Change.org: “Salvaguardiamo la nostra salute. NO ai GLIFOSATI”. Il glifosato è una molecola utilizzata per produrre erbicidi ed è stato classificato da esperti indipendenti dell'Organizzazione Mondiale della Sanità come probabile sostanza cancerogena. A tale proposito Giampiero Bea ha dichiarato: «Noi ci opponiamo, in forza del “principio di precauzione” e alla luce di ulteriori studi scientifici indipendenti, al rinnovo dell'autorizzazione per l'utilizzo e l'impiego del glifosato in Europa e, se possibile, in tutto il mondo». L'appello ha visto coinvolti tutti i vignaioli che ogni giorno cercano di dimostrare come utilizzando solo i lenti e perfetti ritmi naturali, evitando l'uso della chimica di sintesi e di stabilizzazioni forzate, si possa produrre vino di qualità, e di conseguenza reddito.  

L'etichetta trasparente e l'impegno nell'educazione ambientale

ViniVeri dal 2004 promuove una scelta di artigianalità, naturalità, sostenibilità in vigna, in cantina e anche sul mercato; si tratta di vignaioli che condividono una filosofia produttiva che va oltre la certificazione biologica europea. Quest'anno, infatti, il centro dell'incontro-dibattito moderato da Giampiero Bea in apertura alla fiera ha visto come protagonista l'etichetta trasparente. Questa proposta che ha trovato anche il sostegno di Legambiente e della presidenza di Federconsumatori, darebbe la possibilità di riportare l'elenco degli ingredienti proprio sulle etichette dei vini. Come da consuetudine, inoltre, durante i tre giorni di ViniVeri è stato possibile acquistare a prezzo di cantina alcune delle spesso rare e difficilmente reperibili bottiglie presenti alla manifestazione. Non solo: un euro di ogni bottiglia venduta viene devoluto al finanziamento di un progetto per le scuole realizzato dal Consorzio ViniVeri con il patrocinio dell'Unesco. L'intento è di portare  l'attenzione dei bambini sui cambiamenti naturalistici e paesaggistici avvenuti negli ultimi decenni a causa di pratiche e trattamenti invasivi eseguiti dall'uomo.  

Alcuni assaggi a ViniVeri 2016

Oltre a confronti, petizioni e scambi di esperienze, è importante non dimenticarsi dell'aspetto centrale: il vino, quello vero. Tra gli oltre 500 assaggi ci siamo soffermati su aziende storiche e altri più recenti, ma non per questo meno importanti. Il Barolo e il Barolo Chinato di Cappellano, per esempio, hanno fatto la storia di questi vini. Otin Fiorin, Barolo Rupestris Docg 2011 si riconferma tra le migliori bottiglie provate: caldo, intenso e avvolgente, prepara all'assaggio del più complesso Barolo Chinato che, però, va degustato per ultimo, perché ha una lunghissima e penetrante persistenza. Tra le bollicine, il Prosecco di Valdobbiadene Docg Casa Coste Piane si allontana dalla maggior parte dei suoi conterranei e si esprime con profumi complessi pur non tradendo la tipicità del vitigno da cui proviene. La microscopica azienda franciacortina Il Pendio non si ricorda solo il Contestatore, Franciacorta Docg Pas Dosé 100% Chardonnay, ma anche per l'Etichetta Rossa 2011: Cabernet Franc in purezza dal grande potenziale d'invecchiamento. Oltre il confine, un'esperienza davvero unica è stata offerta dal Pinot Bianco 2007 del Bürgerland, regione austriaca che ospita i 4 ettari di Bretz Jörg, la dimostrazione che i grandi vini bianchi possono invecchiare molti anni, anche decenni.

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