In Italia

In Italia

Villa Bucci 2016, all’altezza della sua fama

12 Giugno 2019 Civiltà del bere
Villa Bucci 2016, all’altezza della sua fama

Villa Bucci è fra le Cantine che negli ultimi tre anni hanno ricevuto giudizi di eccellenza per i loro vini da almeno tre Guide enologiche nazionali. Li abbiamo chiamati Maestri dell’eccellenza, premiando la loro costanza qualitativa. L’elenco completo è sul Top delle guide vini 2019.

Impegnata nel settore dell’agricoltura già dal 1700, la famiglia Bucci è originaria di Montecarotto, culla del Verdicchio dei Castelli di Jesi, che ha reso celebri le Marche del vino in tutto il mondo. L’azienda agricola supera i 350 ettari con diverse qualità di grano duro, bietole da zucchero, piselli e altre colture da rinnovo. All’inizio degli anni Ottanta è iniziata l’attività di produzione del vino su 31 ettari, da 20 anni certificati biologici, dei quali 25 di Verdicchio e i restanti di Montepulciano e Sangiovese.

Il miglior vino Bucci del 2019: Villa Bucci 2016

In vigna la parola d’ordine è precisione: ogni appezzamento è lavorato con cura sartoriale per permettere alle piante di esprimere al massimo il loro potenziale, a cominciare dalle vecchie viti di 50 e 60 anni da cui nasce il fiore all’occhiello Villa Bucci, Castelli di Jesi Verdicchio Classico Riserva Docg, che ha conquistato il favore delle Guide con la vendemmia 2016. «L’andamento meteorologico ha permesso uno sviluppo continuo e lineare della vegetazione», ha spiegato il titolare Ampelio Bucci. «Le temperature di agosto, più basse della norma, e le svariate precipitazioni estive hanno inciso positivamente sull’acidità e sui profumi dell’uva. Non si sono verificate né gelate tardive, né grandinate e la produzione è stata buona, con qualità eccellente. Un Villa Bucci all’altezza della sua fama».

Villa Bucci, Castelli di Jesi Verdicchio Classico Riserva Docg 2016

Da 5 vigne con diverse esposizioni, altitudini e età. La resa è di soli 60-70 q/ha. Vinificazioni separate con permanenza sui lieviti fino a tarda primavera, fermentazione in acciaio e affinamento in botti di Slavonia di oltre 80 anni per 14 mesi, poi 1 anno in bottiglia

Questo articolo è tratto da Civiltà del bere 1/2019. Se sei un abbonato digitale, puoi leggere e scaricare la rivista effettuando il login. Altrimenti puoi abbonarti o acquistare la rivista su store.civiltadelbere.com (l’ultimo numero è anche in edicola). Per info: store@civiltadelbere.com

In Italia

Addio a Giuseppe Bonci, vignaiolo appassionato dei Castelli di Jesi

Il 21 dicembre si è spento all’età di 81 anni il produttore […]

Leggi tutto

La via etica: le diocesi italiane fanno rete “agricola”

Con il progetto Nostra Madre Terra gli Istituti diocesani di Piemonte, Veneto, […]

Leggi tutto

Ristorante Barbagianni a Colle di Val d’Elsa (Siena)

Tradizione toscana e tecniche francesi in un ricercato equilibrio di sapori. Al […]

Leggi tutto

Consorzio Colli di Conegliano Docg: Isabella Collalto de Croÿ eletta presidente

Cambio al vertice del Consorzio di Tutela dei Vini Colli di Conegliano […]

Leggi tutto

Le tre anime del vino toscano secondo Arillo in Terrabianca

Radda in Chianti, Maremma e Val d’Orcia: il progetto generazionale della famiglia […]

Leggi tutto

Gabe Tenute, nuova voce di carattere nel cuore del Conegliano Valdobbiadene

Un progetto recente (la fondazione risale al 2024) ma già ben avviato, […]

Leggi tutto

Doc Monreale: per i produttori il vitigno su cui puntare è il Catarratto

La tendenza va in particolare verso i biotipi Lucido ed Extra Lucido, […]

Leggi tutto

Paternoster, per i 100 anni arriva Barone Rotondo

L’azienda del Vulture, di proprietà della famiglia Tommasi, festeggia un secolo di […]

Leggi tutto
X

Hai dimenticato la Password?

Registrati