In Italia

In Italia

Verticale Taurasi Mastroberardino. Dal 1934 a oggi

4 Ottobre 2016 Alessandro Torcoli
Sono poche in Italia le Cantine, ancor meno le famiglie, che possono presentare vini degli anni Trenta, non ricolmati, ma presi dallo scaffale della cantina. E che dopo averli stappati non fanno brutta figura, ma anzi ci mettono nella condizione di sognare. Di sognare che queste poche storie che abbiamo la fortuna di raccontare, che vedono protagonisti i pionieri del vino italiano, siano la dimostrazione “bevuta” di quello che il nostro Paese potrà offrire diffusamente tra qualche decennio. È il caso del Taurasi Mastroberardino.

I collezionisti arrivano al 1950

Anche se oggi nella mappa mentale del connoisseur il Taurasi è un punto fermo, un classico, è bene ricordare che la Docg fu creata nel 1992, ed erano in due a produrlo, uno dei quali Mastroberardino. Ecco perché sosteniamo che, rispetto a tanti rinomati classici francesi, abbiamo ancora molto da dire, sostenuti da questi fulgidi esempi. Nel mondo esiste un collezionismo di vini firmati Mastroberardino che arriva fino agli anni Sessanta. Si trova in circolazione anche qualche bottiglia dei Cinquanta, soprattutto negli Usa, ma reperire annate precedenti è impresa difficile.

Taurasi 1934. Dieci bottiglie per dieci anni

È dunque speciale l’occasione di assaggiare un millesimo 1934, e di saltellare di decennio in decennio, idealmente sotto gli occhi dei padri fondatori della Casa vinicola campana, i cui ritratti ci sorvegliano alle pareti: Michele, Angelo e Antonio. Ci guida negli assaggi Piero, con il quale (vedi Civiltà del bere maggio/giugno pag. 34) abbiamo visitato la gran parte dei 200 ettari di proprietà, a partire dalle tenute di Mirabella Eclano (66 ettari) e di Montemarano (sito storico per il Taurasi Docg, 12 ettari). Abbiamo toccato con mano i grappoli di Aglianico e le vigne seguite con passione da Antonio Dente, il responsabile della produzione delle uve. Ma torniamo a quel 27 maggio 2016 e al cosiddetto “T-Day”, dieci Taurasi per dieci anni, e riportiamo, sperando di trasmettere l’emozione di quella mattinata, le note dei nostri assaggi. Leggi le tasting notes della verticale Taurasi Mastroberardino.  
Questo articolo è tratto da Civiltà del bere 04/2016. Per continuare a leggere acquista il numero nel nostro store (anche in edizione digitale) o scrivi a store@civiltadelbere.com. Buona lettura!

In Italia

Nelle vigne della Tenuta Greppo si cambia tutto perché nulla cambi

Una giornata a tu per tu con il direttore tecnico Federico Radi […]

Leggi tutto

Il Lambrusco (ri)scommette sulla leggerezza

Dopo Matera e Parigi, il terzo World Lambrusco Day organizzato dal Consorzio […]

Leggi tutto

L’università del vino secondo il “premio Khail” Luigi Moio

Al professore dell’ateneo di Napoli e viticoltore in Irpinia quest’anno è andato […]

Leggi tutto

Tenuta Meraviglia, una ex cava ospita il nuovo investimento milionario di Alejandro Bulgheroni

Una cantina moderna e visionaria di 7.000 mq sul confine meridionale della […]

Leggi tutto

Cantine Lvnae lancia il progetto artistico dedicato a Numero Chiuso

In tutto 20 Jeroboam-sculture firmate dal designer Andrea Del Sere per celebrare […]

Leggi tutto

Il talk show di VinoVip al Forte ha acceso i riflettori sui giovani

Al centro dell’incontro tenutosi a Villa Bertelli lo scorso 9 giugno c’erano […]

Leggi tutto

Storia (e la prima verticale) del Carménère San Leonardo

Mai sino ad oggi erano state messe in fila diverse annate (due […]

Leggi tutto

Il “vino naturale”, corsi e ricorsi storici di un movimento che non sa fare sistema

Le polemiche emerse durante l’ultima edizione del Vinitaly hanno radici antiche, se […]

Leggi tutto

Dalla sala degli antenati entriamo nella galassia Frescobaldi

A Nipozzano, negli ambienti dell’affascinante castello medievale, accompagnati dai responsabili delle singole […]

Leggi tutto
X

Hai dimenticato la Password?

Registrati