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Verba volant… scripta manent

20 Aprile 2010 Civiltà del bere
Più di mezzo secolo fa, esattamente il 1° luglio 1948, quando un signore che, paragonato ai miei vent’anni di allora, mi sembrava molto maturo, anzi vecchio,  mi consegnò la tessera dell’Ordine nazionale dei giornalisti che faceva di me, a tutti gli effetti, un professionista dell’informazione, rimasi colpito dalla frase che accompagnò quel gesto: «Ricordati che “verba volant  e scripta manent” e che sino a oggi potevi parlare in libertà, con una certa leggerezza, proprio perché “verba volant”. Da oggi, obbligato a scrivere, sei prigioniero della verità, perché “scripta manent”». E mi incamminai, con entusiasmo e orgoglio, sulla strada del giornalismo più vero, quello dell’informazione “quotidiana” da far arrivare al mio lettore cristallina nella sua verità ma tempestiva nella sua velocità di comunicazione. E per cinquant’anni, raramente riuscendovi, ho cercato di coniugare verità con velocità, in competizione con migliaia di colleghi più bravi di me. Oggi, all’inizio del Terzo Millennio, vengo informato da un nipote, spavaldo ma sicuro di sé, che certi parametri vanno rivisti. Si chiama Alessandro Torcoli e ritiene di essere nel giusto, forse perché, solo lo scorso anno, un centinaio di prestigiosi produttori vinicoli, associati al club Grandi Cru d’Italia, lo elessero “Miglior giovane giornalista vinicolo italiano”,  e mi presenta un progetto che parzialmente distrugge il dogma della mia vita professionale. Il progetto si basa sul nuovo marchingegno elettronico conosciuto come internet. Nulla cambia nella tua vita, mi disse, perché alla fine del percorso c’è sempre il capestro “scripta manent”. A cambiare è la velocità dell’informazione. Fino a ieri dal fatto alla notizia passavano 24 ore, oggi trascorrono decimi di secondo e arriva comunque agli occhi del lettore in nero su bianco, nel cosiddetto “cartaceo”, proprio come sul tradizionale giornale. Il margine di rischio è però elevato perché, con il nuovo sistema, il cronista è autore e controllore. Nasce così la nuova versione on-line di Civiltà del bere. È una sfida che accetto nella certezza di dare un miglior servizio al lettore, nella speranza che la velocità, nell’arco di qualche mese, diventi la regola, non l’eccezione. E che la regola continui a essere la verità. Che il buon Dio ci assista!

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