Velenosi, la passione è di famiglia

Velenosi, la passione è di famiglia

Dopo la sorella Marianna, al marketing, ora anche Matteo fa il suo ingresso in Velenosi, lavorando come enologo in cantina. La soddisfazione di mamma Angela di avere accanto a sé i propri figli. I traguardi raggiunti con 2,5 milioni di bottiglie distribuite in 52 Paesi del mondo.

La novità di questo autunno in casa Velenosi non è l’imminente uscita in commercio di un nuovo vino, bensì l’entrata in azienda del secondo figlio di Angela ed Ercole Velenosi. Dopo l’ingresso della sorella Marianna, adesso è la volta di Matteo ad avvicinarsi alla cantina per quello che si annuncia tra non molto tempo come il passaggio di testimone alla guida della nota azienda marchigiana.

Il richiamo della terra

Trentatre anni, enologo, due lauree (Scienze dell’alimentazione e Viticoltura ed enologia), un master sulla fermentazione e infine un tirocinio di un anno tra i vigneti e le cantine della Borgogna. È questo il curriculum di Matteo Velenosi, anche se il suo sogno, non lo nasconde, era di seguire la carriera accademica. Certo, però, dire no al richiamo dell’azienda di famiglia, un marchio che acquista notorietà e prestigio ogni anno di più, non era semplice.

La gioia di Angela Velenosi per la decisione di Matteo


«Per me la scelta di Matteo di entrare in azienda», ammette Angela Velenosi, «ha significato poter vedere l’opportunità a breve di cedere il testimone. È una grande gioia, come pure lo era stato l’ingresso in azienda di Marianna».
Anche se ogni tanto faceva la sua comparsa nella cantina di Ascoli Piceno, Matteo ha voluto seguire per un certo tempo strade alternative. Da ora in poi, invece, si occuperà della parte tecnica affiancando l’enologo Filippo Carli in tutte le operazioni, dalla vinificazione delle uve fino all’invecchiamento dei vini.

Una scelta simile a quella della sorella Marianna

Sua sorella Marianna, con un paio d’anni di esperienza in azienda nel settore del marketing, si è già ottimamente integrata nei meccanismi di Velenosi. Timida, rispettosa degli altri, studi alla Bocconi e un’esperienza lavorativa in Svizzera al di fuori del settore vino, Marianna ha già iniziato ad affiancare mamma Angela nei suoi frequenti viaggi intorno al mondo alla scoperta dei mercati dove i vini dell’azienda sono presenti.

Il 2020 è stato un anno difficile

«Penso che mia figlia possa essere una valida brand ambassador», dice Angela, «anche se la parte commerciale preferisco che rimanga ancora nelle mie mani. D’altra parte, questo è un lavoro che faccio con passione e grande entusiasmo e mi auguro che il coronavirus sparisca per tornare a riprendere una vita fatta di viaggi e di incontri con gli addetti ai lavori».
Il 2020 è stato indubbiamente un anno difficile e l’impossibilità di viaggiare, specie fuori dai confini d’Europa, ha impedito anche a un’azienda dinamica come Velenosi di acquisire nuovi mercati puntando invece al consolidamento della clientela storica.

L’importanza delle fiere e del contatto diretto

«Non è facile per un’azienda del sud delle Marche», continua Angela, «raggiungere certi obiettivi considerando la poca conoscenza nel mondo delle nostre denominazioni. Ecco che per noi è molto importante partecipare alle fiere e visitare mercati inediti. Purtroppo questo non è stato l’anno giusto per acquisirne di nuovi, come pure di pensare a nuovi importatori, seppure con qualche eccezione, come nel caso della Svezia o di altre piccole piazze dove ora abbiamo nuovi agenti».

Le perdite comunque sono state contenute

In ogni caso alla Velenosi si ritengono soddisfatti considerando che, nonostante il 65% del fatturato provenga dall’export, l’effetto-Covid ha segnato nel mese di maggio “solo” una riduzione del -20%. L’estate poi ha sorpreso l’azienda con una grandissima ripresa che nessuno si aspettava e agosto si è chiuso con un -10%. Un valido supporto è venuto anche dal continuo contatto con i mercati attraverso i social e internet.

Una storia lunga 35 anni

L’azienda ascolana nasce nel 1984 per volontà di due giovanissimi imprenditori, Angela ed Ercole Velenosi. Poi con l’esperienza di Paolo Garbini, nel 2005 viene costituita la Velenosi srl. Oltre 35 anni di esperienza nel settore e la forte passione hanno permesso di creare una realtà dove, attraverso l’utilizzo di attrezzature all’avanguardia, si producono vini di ottima qualità, che in questi ultimi anni stanno conquistando premi ai concorsi internazionali e altissimi punteggi nelle guide specializzate.

I vigneti marchigiani si estendono sulle colline che circondano la valle del Tronto

Da Ascoli Piceno a Teramo

Il cuore dell’azienda si trova nella storica città di Ascoli Piceno e i poderi dove sono situati i vigneti si estendono sulle colline che fanno da contorno alla splendida valle del fiume Tronto che, grazie ai suoi terreni argillosi e fertili, è da sempre stata vocata alla coltivazione della vite. Oltre alle quattro proprietà situate ad Ascoli Piceno, Castorano, Monsampolo del Tronto e Castel di Lama, vi è un vigneto nella zona di Ancarano (Teramo) e nella zona di San Marcello (Ancona), tra i Castelli di Jesi.

L’azienda in numeri

La produzione attuale è di circa 2 milioni e mezzo di bottiglie e le aspettative non si fermano certo qui; bottiglie distribuite su tutto il territorio nazionale con la collaborazione di 85 agenzie e sul mercato estero dove l’azienda è presente in ben 52 Paesi.

La filosofia Velenosi


«La nostra filosofia», spiega Angela Velenosi, «parte dalla tradizione, dagli antichi insegnamenti interpretati con fantasia e dinamismo, per risvegliarsi nel profumo di un calice. Dal vino abbiamo imparato molto: ai suoi valori positivi ci piace ricondurre l’ispirazione per la gestione della nostra azienda, e cioè limpidezza, sincerità, e genuina passione per il nostro lavoro. E poi i tempi: non lunghi, né brevi, ma naturali. Quelli necessari per ottenere un lavoro ben fatto, come vuole una sana tradizione artigianale che amiamo ricordare costantemente, anche accanto alla più avanzata tecnologia di cui abbiamo ritenuto di dotarci. Quindi la qualità attraverso la continua ricerca per ottenere il massimo risultato. In pratica, l’aspirazione al perfetto equilibrio tra gusto e colore, tra bouquet e retrogusto».

Realizzato in collaborazione con Velenosi.

Questo articolo è tratto da Civiltà del bere 4/2020. Acquista

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© Riproduzione riservata - 11/01/2021

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