Senza confini Senza confini Marco Santini

Vecchio e buon Sudafrica

Vecchio e buon Sudafrica

Da Stellenbosch a Cape Agulhas, itinerario in una natura selvaggia,tra paesaggi mozzafiato e Cantine che fanno parlare. Clima quasi perfetto,il soffio del Cape Doctor e terreni fertili. Condizioni ideali per far crescere la vite. Tra bianchi eleganti, Pinot noir finalmente degni di nota e Pinotage ricchissimi.

La Table Mountain e in basso, affacciata sull'oceano, Cape Town

È ­terra vecchia, buona, quella che affiora in questo angolo estremo del continente africano. Il suo segreto è una questione di pura geologia: rocce, scisto e argilla, depositate fra i 500 e i mille milioni di anni fa. Poi c’è il clima. Mediterraneo, quasi perfetto; con inverni giustamente miti e piovosi ed estati soleggiate. La temperatura media è più fresca di quanto non suggerisca la latitudine per merito della corrente del Benguela: acqua fredda che arriva direttamente dall’Antartico e lambisce la costa Occidentale, quella atlantica. Poi c’è il vento, il famoso Cape Doctor, un potente Scirocco capace di scongiurare l’umidità e le muffe, ma anche di danneggiare le viti più giovani.

UN PO’ DI STORIA – La storia enologica sudafricana comincia nel 1659 quando Jan Van Riebeeck, l’olandese primo governatore della regione del Capo, fece la sua prima vendemmia. I passi iniziali non dovettero essere esaltanti visto il commento espresso al suo arrivo dal secondo governatore boero, nel 1679: scrisse infatti, Simon van der Stel (che darà il nome a Stellenbosch, la perla delle regioni vinicole), che il vino locale era orribile a causa di un’acidità perfida che feriva la bocca. Cercò di fare di meglio il bravo governatore e piantò le vigne a Constantia, sulle pendici orientali della Table Mountain, creando, a due passi da Cape Town, la più rinomata Casa vinicola della storia del paese. Una proprietà di bellezza spettacolare, oggi divisa in Klein Constantia, Groot Constantia e Buitenverwachting. Qui è nato quel celebre Vin de Constance, un vino botritizzato che veniva spedito a Napoleone durante il suo esilio a Sant’Elena (1815-1821) e che dal 1995 è tornato in produzione.

L'ingresso di Meerlust a Stellenbosch

120 MILA ETTARI E UNA PRODUZIONE DI 520 MILIONI DI LITRI – Concentrate nel raggio di 150 chilometri da Città del Capo, le regioni vinicole sudafricane si estendono su quasi 120 mila ettari di superficie vitata 10 mila dei quali però, sono votati alla produzione di uve da trasformare in vini atti alla distillazione per la produzione di brandy. Con oltre 520 milioni di litri di vino prodotti del 2012 e più di 250 mila persone impiegate nel settore, l’industria enologica rappresenta una voce significativa nell’economia del moderno Sudafrica ed è una forte attrattiva per molti investitori stranieri che, stregati dalla bellezza della zona, scelgono di trasferirsi a Stellenbosch o a Franschhoek e aprire una casa vinicola. Un trend sposato dai milionari sudafricani, in particolare quelli che vengono dal mondo dei diamanti. Sono loro insieme a un pugno di società francesi e tedesche che stanno investendo denaro per aprire nuove Cantine in questa parte di mondo.

MEERLUST E LA RIVOLUZIONE DEL RUBICON – Non mancano gli italiani, come Giorgio Dalla Cia, arrivato nel 1974 per conto della Stock di Trieste, col compito di dirigere una loro azienda per la produzione di liquori, brandy e aperitivi. Comprese le straordinarie potenzialità di questa terra e si legò per 25 anni alla prestigiosa Casa vinicola ➊ Meerlust. Con il suo Rubicon, nel 1980, rivoluzionò la filosofia della vinificazione in Sudafrica, scegliendo di andare contro corrente rispetto ai tempi e producendo quantità meno abbondanti di vini eccellenti invece che grandi quantità di vini mediocri. Il Rubicon è un taglio bordolese (Cabernet Sauvignon, Merlot, Cabernet Franc) estremamente elegante che continua a essere riferimento per tutta la cultura enologica del Paese. «Il vino sudafricano sta cambiando», ci racconta Giorgio, «lo stile sta tornando verso il gusto europeo, meno esuberante e alcolico, più fine. Non è un caso che le nuove frontiere delle regioni enologiche sudafricane si stiano spostando verso le zone più fresche. Tutte le aree emergenti si trovano infatti a ridosso degli oceani: Swartland, lungo la selvaggia West Coast, battuta dall’Atlantico, Walker Bay, a Oriente del Capo, e l’ultima nata delle zone vinicole sudafricane, Cape Agulhas, la propaggine più estrema dell’Africa, circondata dall’Oceano Indiano. Anche le vigne della storica Constantia si stanno spingendo più a sud, verso il Capo di Buona Speranza. Qui nascono bianchi eleganti, Chardonnay più snelli, complessi e longevi, Sauvignon blanc destinati a competere alla pari con quelli della Nuova Zelanda e finalmente degli ottimi Pinot noir». Fra i quali, aggiungiamo noi, lo strepitoso 2011 firmato proprio da Giorgio Dalla Cia del quale sono state prodotte solo 1.800 bottiglie.

Arte tra i filari alla Delaire Graff Estate di Stellenbosch

DELAIRE GRAFF E LA “VITICOLTURA DI PRECISIONE” – Un compartimento all’avanguardia a livello mondiale: i viticultori e gli agronomi sudafricani sono stati, infatti, fra i primi a impiegare le tecnologie satellitari in vigna. Sia per la rilevazione della composizione del terreno, sia per valutare le condizioni termiche e quindi per determinare quali vitigni piantare e dove. Un esempio brillante è la ➋ Delaire Graff Estate di Stellenbosch, acquistata nel 2003 da Laurence Graff, il magnate dei diamanti. «Qui la tecnologia Gps è stata utilizzata in alternativa alla fotogrammetria aerea, rispetto alla quale è molto più accurata, in primo luogo per ottenere un modello tridimensionale dalla zona nella quale si volevano piantare le nuove viti», spiega Kevin Watt, lo specialista che ha seguito questo progetto per Delaire. «Contemporaneamente sono stati eseguiti i rilevamenti geologici del terreno e una mappatura mesoclimatica della proprietà. Combinando le informazioni ottenute è stato possibile pianificare la stesura delle vigne scegliendo vitigno per vitigno gli appezzamenti più vocati. Per quanto riguarda gli impianti già esistenti siamo ricorsi alla termografia. Grazie a una speciale fotocamera montata su un aereo e controllata da un sistema Gps, abbiamo ottenuto fotografie in quattro regioni diverse dello spettro: rosso, verde, blu e infrarosso. Una volta analizzate e processate, queste immagini producono un grafico che evidenzia le micro-differenze fra un filare e l’altro in fatto di maturazione consentendoci di dividere le vigne in settori di vendemmia che poi sono vinificati separatamente». Questo processo è definito “viticoltura di precisione” e i risultati cominciano a vedersi: le ultime vendemmie hanno regalato rossi di notevole struttura, bianchi freschi ed eleganti e un rosato che ricorda lo spessore di quelli dell’area francese di Collioure.

Giorgio Dalla Cia, inventore del mitico Rubicon Meerlust

IL VINO SIMBOLO: PINOTAGE – Le regioni vinicole sudafricane sono fra le più belle del mondo e meritano un’occhiata da vicino, in particolare: Stellenbosch e Constantia per la storia, Franschhoek per la bellezza, Walker Bay, Swartland e Cape Agulhas per il futuro. Stellenbosch è ricca di ville coloniali del Settecento; è una bella cittadina universitaria con una corona di montagne da un lato e l’Oceano Indiano dall’altro. In mezzo, filari dopo filari, Cantine dopo Cantine. Nella principale regione vincola del Sudafrica, le aziende da non perdere, oltre alle già citate Meerlust e Delaire, c’è la ➌ Morgenster, dell’imprenditore italiano Giulio Bertrand, dove producono un eccellente taglio bordolese in stile St.Émilion chiamato semplicemente Morgenster. Sempre a Stellenbosch, c’è la splendida proprietà storica di ➍ Lanzerac dove, nel 1959, è stato imbottigliato per la prima volta il vino simbolo del Sudafrica, il Pinotage. Creato da Perold Abraham nel 1925 incrociando il Pinot nero con il Cinsault (anche conosciuto come Hermitage), è sempre stato considerato troppo muscoloso e tanninico per salire alla ribalta internazionale. Oggi, il Pinotage rinasce grazie a tecniche di vinificazione più raffinate e rispettose, mostrando finalmente tutta l’opulenta ricchezza che questo vitigno può offrire. L’altro grande esempio di Pinotage che vale la pena di assaggiare è quello prodotto dalla poco lontana ➎ Kanonkop, una delle prime realtà enologiche a essere riconosciuta internazionalmente. Da provare anche le etichette della nuova Cantina del gruppo francese Laroche, ➏ L’Avenir, in particolare il Cabernet Franc e il Pinotage.

FRANSCHHOEK, CAPITALE GASTRONOMICA – Una volta a Franschhoek ci venivano gli elefanti, poi arrivarono gli ugonotti in fuga dall’Europa, invitati dal governatore boero: viti in cambio di terra. Da allora Franschhoek, letteralmente il posto dei francesi, che ha sempre mantenuto vivo il suo côté transalpino, è diventata una vivace destinazione turistica nonché uno dei posti più ambiti della nazione in fatto di qualità della vita. Oggi è la capitale gastronomica del Sudafrica. Senza dubbio si tratta di uno dei paesaggi vitivinicoli più belli del mondo, con la vallata protetta da alte montagne sulle quali non è raro vedere lo stesso fenomeno della coltre nuvolosa che scivola dalle pareti che caratterizza la “montagna della tavola” a Città del Capo. Fra le molte proprietà che si contendono a fior di milioni gli ultimi brandelli di terra disponibile, spicca ➐ Rupert di proprietà dell’omonima famiglia, dove, oltre a provare lo strepitoso Cabernet Franc in purezza, si può visitare il museo dell’automobile che ospita una delle maggiori collezioni private d’auto d’epoca al mondo.

Lanzerac, dove nel 1959 fu imbottigliato per la prima volta il Pinotage

WALKER BAY, NUOVA FRONTIERA DELL’ENOLOGIA – Walker Bay è sinonimo di vino e balene. La cittadina di Hermanus è famosa proprio per questo binomio: le passeggiate lungo le scogliere per vedere i cetacei che si spingono fino a riva e la visita delle Cantine della zona. Sono proprio le acque gelide che ospitano questi giganti, a essere responsabili del microclima che caratterizza una delle più interessanti e nuove aree vinicole sudafricane. I vini di Walker Bay, essenzialmente Pinot nero e Chardonnay, sono completamente diversi da quelli originati nelle regioni classiche. Più freschi, fini ed eleganti, rappresentano la nuova frontiera dell’enologia australe. Il personaggio chiave di questa evoluzione è Peter Finlayson, ex enologo di ➑ Hamilton Russell (prima cantina in questa regione) e oggi forza motrice della casa vinicola ➒ Bouchard Finlayson. Da provare il suo Galpin Peak Pinot noir, elegante e potente, l’incredibile Hannibal, ottenuto da uve Sangiovese, Petite Syrah, Pinot noir, Mourvèdre e Nebbiolo e il Missionvale Chardonnay, snello e raffinato.

LE DUE VENDEMMIE L’ANNO DI EBEN SADIE – La Swartland è una regione di rara bellezza situata a nord di Capetown, lungo la costa occidentale. Caratterizzata da forti escursioni termiche fra il giorno e la notte e temperature diurne a volte molto elevate, è sempre stata considerata, insieme a Paarl, la zona industriale del vino: molta quantità, poca qualità. Ma poi è arrivato sulla scena ➓ Eben Sadie, il più rivoluzionario e progressista dei vinificatori sudafricani. La sua missione dichiarata è quella di “battere l’orologio” e sfruttare il ribaltamento delle stagioni per fare due vendemmie l’anno, una nell’emisfero australe e una in quello boreale. Eben ha scelto di andare controcorrente: biodinamicità totale, tecnologia zero, lavoro manuale e tanto rispetto per l’ambiente. «Una bottiglia dovrebbe portarti in un viaggio attraverso i sensi verso la natura. Dovrebbe raccontarti il luogo dove è nata, la terra e il sole che l’hanno creata. Ogni vino dovrebbe essere unico, figlio di un luogo e di una storia». Ed ecco un rosso e un bianco, il Columella e il Palladius, che esprimono con una potenza e una vitalità straordinarie quel “senso della possibilità”, quella proiezione senza costrizioni verso il futuro che meglio di ogni altro concetto identifica il Sudafrica di oggi.

Cape Point, ovvero Capo di Buona Speranza, all'estremità meridionale della Pemisola del Capo

LA NEONATA CAPE AGULHAS – Cape Agulhas è geograficamente è la continuazione di Walker Bay. L’ultima nata fra le denominazioni di origine sudafricane, sposta il confine della viticoltura fino ai 34°- 34’ di latitudine sud e la sua perla, ➓ Lomond, vanta 120 ettari vigne tutte vista mare. Al di là della boutade pubblicitaria, è un dato importante: per mare si intende quel braccio di Oceano Indiano che separa il punto più meridionale del continente africano dall’Antartide. Come dire: oltre alle onde gelide e alla più grande concentrazione del mondo di squali bianchi, questa regione è caratterizzata da un’aria fresca e frizzante che determina in modo netto il clima, le vendemmie (che qui si svolgono diverse settimane più tardi rispetto a Stellenbosch – vale a dire verso la fine di marzo) e il carattere dei vini. Non sorprende che le gemme di casa Lomond siano due Sauvignon blanc Single Vineyard, il Pincushion e il Sugarbush, seguiti da un paio di Syrah anch’essi Single Vineyard, il Conebush e il Cat’s Tail. Si tratta di vini di gran carattere, puliti, schietti, snelli e decisamente complessi. La regione è nuova, di frontiera, selvaggia, la Cantina è giovane (2005), ma questi vini sono destinati a far parlare di sé. Statene certi.

OLANDA E ITALIA SI TROVANO QUI – Dick ten Voorde è figlio d’arte, oltre che olandese, e alla sua famiglia noi europei dobbiamo molto in fatto di cultura e conoscenza dei vini sudafricani. Era il 1974 quando suo padre Roelof fondò la Kaapkelder società importatrice di vini della zona del Capo. Una delle prime a far conoscere queste etichette nel vecchio mondo. Fu proprio in quegli anni che l’olandese incontrò Giorgio Dalla Cia e quindi divenne (nel 1980) il primo distributore europeo di quel capolavoro che è il Meerlust Rubicon. Dick seguì le orme del padre aprendo in Italia Vino & Design. Guarda caso, fra gli altri sudafricani, nel suo catalogo troviamo Meerlust, ma non solo. «I vini di questa nazione», dice Dick, «sono una sorta di ponte fra il vecchio e il nuovo mondo. Non tutti sanno che la storia enologica sudafricana ha già compiuto i 350 anni e che i vini che provengono dalla regione del Capo sono meno eccessivi dei loro cugini australiani o americani, e proprio per questo più vicini al nostro gusto. Motivo per cui, in un momento che vede poca curiosità da parte del consumatore europeo nei confronti del vino del nuovo mondo, quelli provenienti da questa estrema propaggine del continente nero continuano ad ottenere buoni risultati di vendita. I fattori determinanti? Eleganza, freschezza, contenuto livello alcolico e buona complessità. Da monitorare i vini che arrivano dalle regioni emergenti, in particolare Cape Agulhas e Walker Bay».

UN ECCEZIONALE VIAGGIO VINICOLO:

Meerlust, P.O. Box 7121, Stellenbosch, tel. +27.21.84.33.587, www.meerlust.com, mail reception@meerlust.co.za

Delaire Graff Estate, R310 Heishoogte Pass, Stellenbosch, tel. +27.21.88.58.160, www.delaire.co.za, mail info@delaire.co.za

Morgenster, Vergelegen Avenue, Somerset West, tel. +27.21.85.21.738, www.morgenster.co.za

Lanzerac, P.O. Box 6233, Stellenbosch, tel. +27.21.88.65.641, www.lanzeracwines.co.za, mail winesales@lanzeracwines.co.za

Kanonkop, P.O. Box 19, Elsenburg, tel. +27.21.88.44.656, www.kanonkop.co.za, mail wine@kanonkop.co.za

L’Avenir, Klapmuts road R44, Stellenbosch, tel. +27.21.88.95.001, www.larochewines.com, mail info@larochewines.com

Rupert, P.O. Box 435, Franschhoek, tel. +27.21.87.49.000, www.rupertwines.com, mail tasting@rupertwines.com

Hamilton Russell, P.O. Box 157, Hermanus, tel. +27.28.31.23.595, www.hamiltonrussellvineyards.co.za, mail hrv@hermanus.co.za

Bouchard Finlayson, P.O. Box 303, Hermanus, tel. +27.28.31.23.515, www.bouchardfinlayson.co.za, mail info@ bouchardfinlayson.co.za

The Sadie Family Wines, Aprilskloof Road, Paardeberg, Malmesbury, tel. +27.76.15.17.131, www.thesadiefamily.com, mail office@thesadiefamily.com

➓ Lomond, Elim Road, Gansbaai, tel. +27.21.80.97.000, www.lomond.co.za, mail wayne@biogrow.co.za

NOTTI DA SOGNO:

The Table Bay Hotel, Queen Victoria Street, Cape Town, tel. +27.21.40.65.000, www.suninternational.com. Storico, nel famoso centro commerciale V&A sul waterfront.

Harbour House, 22 Harbour Road, Hermanus, tel. +27.28.31.21.799, www.harbourhouse-hermanus.co.za. Per vedere le balene direttamente dal balcone della propria camera.

IL PIACERE DI UNA CENA:

Cape Town
Blues Restaurant, The Promenade, Camps Bay, tel. +27.21.43.82.040, www.blues.co.za. Modaiolo, per chi vuole essere à la page.

Harbour House Restaurant, Kalk Bay,  Harbour, tel. +27.21.78.84.133, www.harbourhouse.co.za. Prenotate il tavolo in terrazza, si assaggiano i crostacei tra gli spruzzi dell’Oceano.

Western Cape
Le Quartier Français Tasting Room, Berg & Wilhelmina Streets, Franschhoek, tel. +27.21.87.62.151, www.lqf.co.za. Per provare i piatti di Margot Janse, la giovane chef di origine olandese considerata uno dei top 50 al mondo e punta di diamante della cucina sudafricana.

Bouchard Finlayson, nella Walker Bay

LA CUCINA – Non solo bobotie o biltong, le striscioline di carne essiccata di impala, struzzo, bufalo o antilope: la cucina sudafricana sta riscoprendo tutti i sapori del territorio, mare e terra. Qui si fanno le migliori scorpacciate di crostacei e pesce freschissimo appena pescato, che l’incontro dei due oceani, Atlantico e Indiano, rende particolarmente gustoso. D’obbligo l’assaggio di ostriche, gamberi e aragoste, E poi granchi, barracuda e l’ottimo kingklip. Da non trascurare i gusti del bush che oltre alle verdure selvatiche, offre tante carni: struzzo, antilope, impala, buffalo, coccodrillo e facocero. Il grande Dallas Orr, 39 anni, cuoco del Table Bay Hotel sul V&A Waterfront e interprete delle nuove tendenze della cucina sudafricana, è un sostenitore delle materie prime di qualità. I suoi atout sono ricette classiche smontate e rivisitate, con grande talento, private di quell’eccesso di salse che grava su molte cucine del nuovo mondo. La bontà di una pietanza inizia facendo la spesa.

DOVE TROVARLI DA NOI?

Vino & Design, via del Chionso 14, 42122 Reggio Emilia, tel. 0522.50.62.84, www.vinoedesign.it.

Pellegrini Spa, via Mazzini 43, Cisano Bergamasco (Bergamo), tel. 035.78.10.10, www.pellegrinispa.net

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© Riproduzione riservata - 29/05/2013

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