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Vecchie Vigne 2016 Umani Ronchi, da ricordare

8 Giugno 2019 Civiltà del bere
Vecchie Vigne 2016 Umani Ronchi, da ricordare
Umani Ronchi. Michele Bernetti 2018 © Francesco Vignali Photography

Umani Ronchi è fra le Cantine che negli ultimi tre anni hanno ricevuto giudizi di eccellenza per i loro vini da almeno tre Guide enologiche nazionali. Li abbiamo chiamati Maestri dell’eccellenza, premiando la loro costanza qualitativa. L’elenco completo è sul Top delle guide vini 2019.

Un patrimonio di oltre 200 ettari lungo la costa dell’Adriatico: da Serra dei Conti nelle Marche a Roseto degli Abruzzi. Dagli anni Settanta a oggi Umani Ronchi ha portato avanti un’attenta ricerca dei territori più vocati, raddoppiando le superfici vitate di proprietà e rinnovando l’85% delle vecchie viti. Al centro degli investimenti aziendali ci sono il Verdicchio dei Castelli di Jesi e il Montepulciano, alla base del Rosso Cònero, ma anche varietà autoctone come il Pecorino e la Lacrima di Morro d’Alba.

Il miglior vino Umani Ronchi nel 2019: Vecchie Vigne, Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore Doc 2016

Le Guide enologiche del 2019 hanno decretato la supremazia del Vecchie Vigne, Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore Doc 2016. «La vendemmia 2016 sarà ricordata come un’annata eccellente», ha spiegato Michele Bernetti, a capo del marchio con il padre Massimo. «Il periodo primaverile e estivo è stato caratterizzato da una piovosità leggermente superiore alla norma e temperature piuttosto miti, ma mai torride. Nella seconda metà di agosto e per tutto settembre abbiamo vissuto una fase climatica praticamente perfetta che ha accompagnato e favorito l’ottimale maturazione delle uve: giornate terse e assolate si sono alternate a notti molto fresche ed asciutte, con escursioni termiche importanti che hanno garantito la conservazione del patrimonio acido e al tempo stesso accumuli significativi di zuccheri e polifenoli».

Vecchie Vigne,Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore Doc 2016

Cru di Verdicchio dal fondo di Montecarotto, su una collina esposta ad est a circa 250-300 metri. Le piante risalgono agli anni Settanta e sono dotate di un grande equilibrio vegeto-produttivo che si rivela in un bianco elegante, sapido e strutturato

Altre etichette premiate

Maximo, Marche Sauvignon Muffa Nobile Igt 2016
Campo San Giorgio, Cònero Riserva Docg 2013
Pelago, Marche Rosso Igt 2014
Plenio, Castelli Di Jesi Verdicchio Riserva Classico Docg 2015

Questo articolo è tratto da Civiltà del bere 1/2019. Se sei un abbonato digitale, puoi leggere e scaricare la rivista effettuando il login. Altrimenti puoi abbonarti o acquistare la rivista su store.civiltadelbere.com (l’ultimo numero è anche in edicola). Per info: store@civiltadelbere.com


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