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Varietà eccezionale, storia e bellezza. Alla scoperta del paesaggio vitato

6 Marzo 2015 Monica Sommacampagna
Italia, paese di vigne e tesoro di vini che hanno il pregio di riflettere le peculiarità di ogni territorio. È emerso nel terzo incontro “Paesaggi e contrasti” organizzato da Allegrini questo mercoledì a Villa della Torre a Fumane (Verona) in prospettiva di Expo 2015, impreziosito dalle note del trio “Musica Verona”. «Expo 2015 non costituisce solo una fiera, una vetrina pubblicitaria o un’opportunità di business ma rappresenta l’importante occasione per lanciare un appello al mondo volto a tutelare e svelare l’identità del paesaggio-vigneto, accrescendo così il valore del nostro vino» ha introdotto Giancarlo Mastella, direttore di Villa della Torre di Allegrini, gioiello storico-architettonico del Cinquecento italiano. UN PATRIMONIO INESTIMABILE - Gianni Moriani, ideatore del Master Cultura del Cibo all’Università Ca’ Foscari di Venezia, ha condotto un viaggio suggestivo nella morfologia viticola e paesaggistica italiana. Partendo dalla Sicilia, dove i vigneti sono posti ai piedi dei templi greci, ha mostrato la eccezionale varietà di forme di allevamento, posizioni, geometrie, cromie e contesto in cui le vigne sono poste: dai terrazzamenti liguri a quelli della Valpolicella, alla compostezza estrema del paesaggio viticolo sul Collio, fino ai tracciati curvilinei in Valtellina, che Moriani ha paragonato a quelle nei quadri di Paul Klee. Le vigne circondano ville venete, si trovano ai piedi di trulli e castelli, basiliche e, recentemente, tra gli scavi di Pompei. E se l’area del Soave rappresenta con i suoi 7.000 ettari il più esteso vigneto acorpo unico in Europa, l’Italia nel suo complesso vanta un patrimonio che, se ben comunicato, aumenta in modo significativo il valore del vino nel bicchiere. IL PAESAGGIO NEL CALICE - Dall’estetica ai fatti – viticoli – nella testimonianza di Luigi Moio, docente di enologia all’Università di Napoli: «Il nostro Paese vanta il primato di vitigni storici che si sono adattati a zone diverse e che non sono trasferibili ad aree geografiche diverse, contribuendo a caratterizzare il paesaggio. Dalla eccezionale varietà di territori nasce una eccezionale varietà di vini, ottenuti utilizzando forme di allevamento diverse». I riflessi in fase di degustazione, a partire dalla significativa eterogeneità dei descrittori ravvisati per i vini importanti, sono talmente poliedrici da aver portato Moio a provocare il pubblico: «Il vino è terra liquida, quando lo si beve si assaggia il paesaggio. Un progetto estetico a 360°, fusione tra scienza e poesia, che deve sposare il sogno di un produttore e quello del consumatore. Il vino di qualità è bello, prima che buono: dovremmo dirlo a chiare lettere a Expo 2015».

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