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Un anno di Associazione Produttori Nascetta

11 Giugno 2015 Jessica Bordoni
Nel vino il gioco di squadra è fondamentale. Lo sanno bene le Cantine Elvio Cogno, La Pergola, Le Strette, Marenco, San Silvestro, Stra e Luigi Vietto, che nel 2014 hanno dato vita all'Associazione Produttori Nas-cëtta del Comune di Novello. Si tratta di un sodalizio senza fini di lucro volto alla promozione di questo raro autoctono piemontese a bacca bianca, che proprio nel comune cuneese di Novello trova il suo centro d'elezione. A un anno dalla nascita dell'associazione, le sette aziende hanno scelto Milano e il ristorante Ratanà per un tasting riservato alla stampa. L'occasione è stata utile anche per fare un primo bilancio.

Dall'abbandono dei vigneti alla produzione Doc

«Il nome "ortodosso" è Nascetta», spiega il giornalista Giancarlo Montaldo, «mentre Nas-cëtta è la versione piemontese, con la dieresi sulla e, che altrimenti risulterebbe muta nella pronuncia. In passato la varietà è stata messa in relazione con il Nasco, ma studi recenti ne hanno escluso la parentela. Le prime notizie della cultivar risalgono all'Ottocento, con particolare diffusione a Novello. Nel corso della prima metà del Novecento, tuttavia, l'uva viene progressivamente accantonata, anche per la sua sensibilità alla peronospera». La riscoperta risale agli anni Novanta, grazie ai pionieri Elvio Cogno e a Mauro e Savio Daniele della Cantina Le Strette. Studi clonali, sperimentazioni in vigna, ma anche un notevole impegno sul versante burocratico hanno portato nel 2004 all'inserimento della Nascetta nell'elenco delle varietà ammesse alla produzione del Langhe Bianco Doc; mentre nel 2010 è arrivato il riconoscimento della tipologia Langhe Nascetta Doc. «Per i produttori di Novello, però», precisa Valter Fissore, genero di Elvio Cogno, «dal 2010 è in vigore anche la specifica Langhe Nas-cëtta del Comune di Novello Doc. Si tratta di un disciplinare più rigido, che ci impone rese inferiori e l'utilizzo esclusivo della Nascetta in purezza».

Parole chiave: crescita, confronto e promozione

«Nelle Langhe le aziende sono oggi poco più di 20, per un totale di 15 ettari e circa 103 mila bottiglie ogni anno», spiega Savio Daniele delle Strette. «A Novello, invece, ci sono 8 realtà produttrici, 9 ettari e 45 mila bottiglie. La nostra "sottozona" fa piccoli numeri, ma grandissima qualità. L'obiettivo, per i prossimi anni, è quello di crescere anche nei volumi». Gli fa eco Luigi Vietto: «L'associazione permette un confronto costante. Tra noi non c'è alcuna rivalità, anzi. Spesso ci incontriamo per consigliarci e supportarci a vicenda. La mission è chiara: migliorare i risultati e promuovere questo vitigno dal potenziale straordinario». Paolo Sartirano delle Cantine San Silvestro si concentra sul prossimo futuro. «Per il 2015 abbiamo in programma la partecipazione ad alcuni eventi, realizzati anche grazie all'appoggio della Strada del Barolo e al Consorzio vini del Piemonte. Il 30 e 31 maggio, presso la Bottega del Vino di Novello è andata in scena la prima edizione di "Nas-cëtta en primeur", dedicata alla produzione 2014. Seguiranno una serie di degustazioni sul territorio nazionale, il cui calendario è ancora in fase di definizione».

Dentro al bicchiere

Durante il tasting al Ratanà sono stati degustati i vini Langhe Nas-cëtta del Comune di Novello Doc delle annate 2014 e 2013. Tra le principali caratteristiche di quest'uva semi-aromatica ci sono la freschezza e sapidità, a cui si aggiungono una buona struttura e un'invidiabile capacità di invecchiamento. La versione 2014 di Elvio Cogno, seppur giovane, rivela una piacevole grassezza e consistenza in bocca; sarà interessante riassaggiarla tra 6-7 mesi. La Nascetta 2014 delle Strette, invece, dimostra l'importanza della criomacerazione; al bicchiere la nota minerale è notevole. Al contrario, Marenco propone un bianco molto floreale, dalla acidità più delicata. Grande equilibro e pulizia per l'etichetta firmata Stra, caratterizzata da piacevoli note di mela golden. Salto indietro all'annata 2013 per l'azienda di Luigi Vietto, che punta tutto sull'aromaticità e sulla persistenza gustativa, mentre San Sivestro, ha scelto di lavorare in assenza di ossigeno durante l'intero ciclo produttivo, imbottigliamento incluso. L'ultimo assaggio è firmato La Pergola, ma non si tratta di una Nascetta bensì di uno Chardonnay. «Inizieremo a imbottigliare la Nascetta solo a partire dal 2015, ma ci tenevamo a essere qui oggi perché crediamo molto nel progetto e nel futuro di questa associazione», ha sintetizzato il giovane produttore Marco Taricco.

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