Senza confini Senza confini Anita Franzon

Tutti i problemi della logistica e della filiera

Tutti i problemi della logistica e della filiera

L’aumento dei costi logistici ha rappresentato un tema molto discusso in occasione di ProWein. Dopo due anni di stop, la fiera è infatti servita anche per fare il punto della situazione a proposito del mercato del vino a livello globale portando alla luce le nuove insidie da affrontare. Su tutte, l’aumento dei tempi e dei costi della logistica e la scarsa disponibilità di alcune materie prime.

Per approfondimenti: Meininger’s Wine Business International, Imbibe, Seven Fifty Daily, The drinks business, Vitisphere e Vino Joy News

Mentre i produttori di vino cominciano ad accusare la mancanza e il rialzo dei prezzi di materiali quali vetro, carta e sughero, il mercato sta cercando di trovare una soluzione ai rallentamenti e soprattutto ai costi delle spedizioni, che in alcuni casi possono anche superare il prezzo del vino stesso (Meininger’s Wine Business International).

Come sono aumentati i costi delle spedizioni

Stephen Bergquist lavora per l’importatore e distributore Mitchell Wine Group a Portland, in Oregon, e da due anni affronta sfide logistiche mai viste prima. Intervistato dal magazine Imbibe, Bergquist afferma di aver visto il costo della spedizione di una singola cassa di vino (12 bottiglie) dall’Italia passare da una media pre-pandemia di $13,50 a quasi $20 alla fine del 2021. Ritardi, chiusure portuali, container bloccati e imprevisti dovuti alle assenze dei lavoratori lungo le principali rotte marittime stanno rendendo molto difficile fare ordini e pianificare il lavoro, ma «le enoteche non amano gli scaffali vuoti», spiega l’importatore.

I tempi sono addirittura raddoppiati

Oltre ai costi, sono aumentati anche i tempi di spedizione. Lo scorso dicembre Bergquist stava aspettando due container di Champagne per soddisfare la domanda durante le feste. Normalmente, i vini europei arrivano in Oregon tramite navi portacontainer che transitano attraverso il Canale di Panama fino al porto di Seattle, il più trafficato del Pacifico nord-occidentale. Prima della pandemia l’intero processo – ovvero dall’ordine del vino all’arrivo al magazzino di Portland – durava poco più di due mesi. Ora possono essere necessari fino a 5 mesi e nulla è garantito; problemi tecnici e arresti nel settore marittimo sono ultimamente diventati non l’eccezione ma la regola.

Crescono anche le speculazioni

Quasi tutti nel settore del vino si sono adattati alla nuova situazione cercando, inoltre, di assorbire gli aumenti per non fare crescere i prezzi finali. Ora però la situazione sta diventando insostenibile e la speculazione va di pari passo. La combinazione di maggiore domanda e manodopera limitata ha creato una tempesta perfetta e alcuni spedizionieri stanno sfruttando questo clima di incertezza per ottenere un profitto maggiore.
“Alcune navi stanno ricorrendo al “blank sailing”. Se non ottengono le migliori condizioni per una spedizione, spostano o bloccano a loro piacimento la merce creando ancora più ritardi e caos, contribuendo così all’innalzamento dei costi”, spiega, sempre su Imbibe, il distributore californiano di tappi, bottiglie e imballaggi per il vino, Gus Beltran.

Adattamento e nuove soluzioni

Secondo le opinioni di molti esperti del settore, non si può prevedere, al momento, la fine di questa nuova crisi.
«Mi dispiace riferire che non ci sia alcun miglioramento in vista», afferma Alison Leavitt, amministratore delegato della Wine and Spirits Shippers Association (WSSA), con sede a Portland, nel Maine. E aggiunge: «Il caos è la nuova normalità e ci siamo adattati all’inaffidabilità».
Ed è per questo motivo che in molti hanno già iniziato ad adeguarsi alla situazione ricorrendo a diverse soluzioni; dalla capacità di aggirare gli inciampi nella catena di approvvigionamento, all’introduzione di nuovi servizi e modelli di previsione tramite specifici software in modo da gestire al meglio l’inventario nei magazzini ed essere più efficienti anche in futuro. Dall’altra parte, anche i consumatori cominciano a essere consapevoli di tali problemi e sono dunque comprensivi quando non trovano la bottiglia che stavano cercando; una flessibilità che molti sommelier stanno sfruttando per accompagnare i clienti alla scoperta di nuove etichette (Seven Fifty Daily).

Chi può permetterselo, sceglie vie alternative

Lo Champagne Heidsieck arriva a New York in barca a vela per celebrare il 200° anniversario dalla nascita del suo fondatore, Charles Heidsieck, con una traversata atlantica di quasi un mese a bordo della moderna barca a vela Grain de Sail. Le prime 120 casse dell’ultima cuvée di Champagne Charlie, prodotta dal 1985, sono salpate a Saint-Malo, sulla costa della Bretagna; verranno stappate a New York il prossimo 16 giugno.
Il legame tra il produttore di Champagne e il nuovo spedizioniere rende omaggio al fondatore francese che contribuì a rendere lo Champagne famoso in America, ma l’obiettivo di questa traversata è quello di offrire un’alternativa di trasporto meno impattante sull’ambiente, ma anche più veloce. Certo, i costi e soprattutto i volumi sono, al momento, solo per pochi; la barca a vela lunga 24 metri può trasportare 50 tonnellate, l’equivalente di due container. Ma l’operazione ha avuto così tanto successo che la società costruttrice sta ora progettando una seconda barca con una capacità di trasporto cinque volte superiore (The drinks business).

In Francia (e non solo) mancano le bottiglie trasparenti

Oltre ai materiali per l’imballaggio, comprese capsule, cartone e casse di legno, ora sono le forniture di bottiglie trasparenti per vini bianchi e rosati a essersi trasformate in un incubo. Lo denunciano, tra gli altri, molti produttori francesi che stanno faticando a imbottigliare i loro vini. Buona parte delle forniture di vetro proveniva dall’Ucraina e ora è tutto bloccato. Chi riesce a trovare le bottiglie desiderate deve accettare aumenti di prezzo non negoziabili, pagamento alla consegna e un limite minimo d’ordine; inoltre, i tempi di consegna sono imprevedibili e variano da 1 fino a 4 mesi. Alcune Cantine hanno dovuto rimandare o addirittura annullare l’uscita dei vini rosati per l’estate; altri stanno pensando di passare a contenitori alternativi al vetro (Vitisphere).

A farne le spese saranno anche i consumatori finali

Ciò avviene anche perché la produzione di vetro dipende fortemente dal gas che serve per mantenere accesi i forni. La guerra tra Russia e Ucraina ha, dunque, dato il colpo di grazia a un sistema già messo a dura prova dopo l’inceppamento dell’intera filiera e l’aumento dei costi di produzione innescati dalla pandemia. La pressione sull’industria del vino sta diventando insostenibile. Di conseguenza – anche se in molti hanno provato a resistere – nei prossimi mesi si prevedono aumenti per i consumatori finali. Le differenze si vedranno, in particolare, sui vini di fascia bassa, dove il costo delle materie prime incide maggiormente sul prezzo del prodotto (Vino Joy News).

Foto di apertura: il settore vinicolo soffre l’aumento dei tempi e dei costi della logistica © Timelab Pro su Unsplash

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© Riproduzione riservata - 26/05/2022

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