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Tre interpretazioni della Valpolicella innovativa di Pasqua

12 Dicembre 2022 Elena Erlicher
Tre interpretazioni della Valpolicella innovativa di Pasqua

Mizzole, Cascina San Vincenzo e Brasa Coèrta esprimono il terroir della Valpolicella ognuno a modo suo. Tutti e tre frutto di un approccio organico e sostenibile rappresentano lo sguardo della famiglia Pasqua verso il futuro della vitivinicoltura di qualità.

Condividono tra loro l’obiettivo della sostenibilità e il territorio di provenienza, ma sono il frutto di approcci viticoli ed enologici differenti, che si riflettono poi nel calice. Stiamo parlando di Mizzole, Cascina San Vincenzo e Brasa Coèrta, tre interpretazioni della Valpolicella orientale firmate Pasqua Vigneti e Cantine. C’è anche un altro elemento che li accomuna di non minore importanza, e cioè che nascono, tutti e tre, da uve coltivate in un singolo vigneto e ad altitudini tra i 250 e i 400 metri. «Perché è qui che si giocherà la partita del futuro della vitivinicoltura di qualità, cioè a quote più alte. Bisogna scappare in collina», sottolinea l’enologo Carlo Olivari alla presentazione del 30 novembre a Casa Cipriani di Milano.

Pasqua
Riccardo Pasqua, amministratore delegato

Una visione unconventional

«La nostra è una Valpolicella vista con occhi innovativi», spiega Riccardo Pasqua, amministratore delegato dell’azienda veneta che si è auto-proclamata House of the Unconventional, a indicare il proprio ruolo di laboratorio di ricerca, dove qualità e creatività sono protagoniste. «Questi tre vini, Mizzole, Cascina San Vincenzo e Brasa Coèrta, rappresentano tre visioni diverse della Valpolicella orientale, in grado di esprimerne parimenti l’identità attraverso un approccio organico e sostenibile differente. Provengono dallo stesso crinale e condividono gli stessi varietali, per vini che si presentano eleganti, verticali e femminili, fatti per durare nel tempo».

Mizzole, Cascina San Vincenzo e Brasa Coèrta, le tre interpretazioni della Valpolicella orientale di Pasqua Vigneti e Cantine

Cecilia Beretta – Mizzole Valpolicella Superiore

Il primo vino in degustazione è il Cecilia Beretta – Mizzole Valpolicella Superiore Doc 2018. Nasce dall’omonimo vigneto di proprietà della famiglia Pasqua da 40 anni; da 10 è a conduzione biologica; a 250 metri slm, esposto a est. Siamo nella parte più bassa del crinale, su suolo calcareo e argilloso di origine eocenica, che lo rendono adatto alle varietà Corvina, Corvinone, Rondinella e Oseleta. Il mosto fermenta 10-12 giorni in acciaio; la malolattica avviene in acciaio e la successiva maturazione al 55% in barrique e tonneau (solo al 30% nuove) e il resto in acciaio per 9 mesi. Dal 2018, con l’arrivo della enologa Graziana Grassini in collaborazione con il team della cantina, le basi del blend sono diventate più delicate. Il colore è la prima indicazione del cambio stilistico; freschezza e nitidezza degli aromi (piccoli frutti rossi), lieve la nota speziata del legno; fresco, elegante ed equilibrato.

Famiglia Pasqua – Cascina San Vincenzo Valpolicella Ripasso Doc 2019

Cascina San Vincenzo è un vigneto di 4 ettari coltivato fin da subito (da circa 12 anni) in regime biologico. Si trova a nord di Mizzole, tra boschi di castagni e robinie, a 400 metri, il più alto dei tre, con esposizione a 360°. Gode dei venti dei monti Lessini alle spalle e di forti escursioni termiche. Il terreno calcareo miscelato con argille tipico della Valpolicella è ricco di minerali e dona un Valpolicella Ripasso Doc da Corvina, Corvinone e Rondinella “non convenzionale”, dove l’uso della barrique è minore. Elegante e fine, questa novità alla prima annata sa di fragoline di bosco, scorza d’arancia e marasca. Al palato il corpo e la struttura sono ben integrate con l’alcol, la freschezza non lascia percepire il ripasso sulle vinacce e la lunghezza e la persistenza promettono longevità.

Brasa Coèrta Valpolicella Doc 2019

Con il terzo vino torniamo a Mizzole, con una parcella di questo di 1,2 ettari dedicati a un “progetto più coraggioso” a conduzione agricola naturale, così lo definisce Riccardo Pasqua, di cui abbiamo parlato anche qui. Brasa Coèrta Valpolicella Doc 2019 è un vino naturale, dove l’apporto tecnologico e umano è praticamente nullo a dare origine a un vino dalla personalità fuori dal comune. «Si tratta di un progetto di ricerca più che di business, che ci può ispirare per declinarlo in altri vigneti», commenta Carlo Olivari. Il vino al naso rivela note di ciliegia, tabacco e confettura di prugna mentre in bocca rimane persistente, con sensazioni retrolfattive speziate. Quella che viene presentata oggi è la seconda annata.

Foto di apertura: il vigneto di 4 ettari di Cascina San Vincenzo è esposto a 360° sul crinale di Mizzole. Qui nasce un Ripasso “unconventional”

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