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Trabucchi premia Carlo Petrini

29 Giugno 2011 Monica Sommacampagna
La quinta edizione del Premio Trabucchi per la passione civile ha incoronato a Illasi (Verona), nella cantina omonima, Carlo Petrini, fondatore di Slow Food e Terra Madre, nell’ambito di un evento che ha coniugato musica, attualità, letture e gastronomia di qualità. Vasta l’affluenza di pubblico a testimonianza che l’enogastronomia solidale sta riscuotendo sempre più consensi presso appassionati e famiglie. “Noi siamo una comunità che esprime i valori di solidarietà e umanità con forza, fiducia e passione” ha detto Giuseppe Trabucchi, titolare della cantina. “In Carlo Petrini riconosciamo determinazione e carisma nell’affrontare il problema dell’alimentazione nel mondo considerando i diritti dei popoli, difendendo agricolture locali in un contesto globale. A lui il merito di aver creato nel tempo un nuovo modello agricolo rispettoso dei bisogni sociali e di aver insegnato che la tradizione è rivoluzione”. Carlo Petrini ha ricevuto, come di rito, la bottiglia di Amarone Trabucchi, affiancato da Marco Paolini e dal conduttore e psicologo Massimo Cirri. Petrini ha quindi catalizzato l’attenzione con tematiche che hanno proiettato la gastronomia in un mondo di suggestioni: “Mai come oggi il bene comune è avvertito come un’esigenza primaria – ha esordito Petrini. Il cibo va valutato nel suo complesso: attenzione, ad esempio, alla progressiva perdita di biodiversità e di fertilità dei terreni o ai giochi di potere delle multinazionali che stanno dietro il processo produttivo. Oggi il contadino non viene più valorizzato come persona che preserva il paesaggio ma come colui che vende un chilogrammo di carote a soli 9 centesimi. Il nostro futuro possiamo costruirlo invece ritornando alla terra, recuperando la memoria dei nostri contadini e dei nostri migranti”. Un invito esplicito e applaudito a recuperare la valorialità del cibo: “I frigoriferi oggi sono “tombe” di famiglia – ha detto Petrini. Il mio desiderio non è solo che i contadini siano rispettati come veri professionisti della terra ma anche che i consumatori esigano più chiarezza, più informazioni, più qualità: solo così chi compra può arrivare finalmente a orientare il mercato in senso buono, pulito e giusto”.  

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