The best of 2016. Cosa lascerà il segno

The best of 2016. Cosa lascerà il segno

Cari lettori,

desidero fare due chiacchiere con voi, prima che si chiuda quest’anno 2016. Certo, la conversazione sarà un po’ a senso unico, ma sarò sempre lieto di ricevere “commenti e note” anche da parte vostra, al mio indirizzo torcoli@civiltadelbere.com.

Grazie innanzitutto di seguire Civiltà del bere e condividere fatti che riguardano il piccolo grande mondo del vino, ma anche noi stessi, la redazione, i nostri eventi, le degustazioni, i viaggi in Italia e all’estero.

Sintetizzare un anno è difficile, e forse anche una forzatura che ha poco senso sostanziale, ma può essere utile per soffermarsi a riflettere sul respiro del tempo, e i cambiamenti in corso nell’arco di dodici mesi, che non sono pochi.

Un anno di cambiamenti

Solo dieci anni fa, avremmo sfogliato l’album di fotografie…  oggi è necessario scorrere la timeline della nostra pagina Facebook, per dipanare esperienze ed emozioni. L’ho fatto ora, per cogliere il buono e il meno buono dell’anno che stiamo per salutare. Ho riorganizzato tutto e scelto ciò che ritengo possa davvero lasciare un segno scritto nell’anno 2016 con ripercussioni su quello entrante. E ho messo in fila ciò che abbiamo realizzato noi qui, sulla nave di Civiltà del bere, e non posso che dirmi soddisfatto. Ringrazio quindi tutti i miei collaboratori, fissi e mobili, per l’energia e l’intelligenza che hanno messo al servizio della nostra testata, dei nostri eventi e delle diavolerie digitali.

Ecco le mie mini classifiche di fine anno, del tutto opinabili e assolutamente parziali. E buon 2017!

Le notizie.
  1. Il Testo Unico. È arrivata finalmente la legge quadro che rioridina l’intricata normativa del vino, e che si pone tre nobili obiettivi fondamentali: snellire burocrazia, salvare vigneti eroici e storici, adottare serie iniziative anti contraffazione. Siamo in attesa dei decreti attuativi, ma è un buon inizio.
  1. Speranza per i consumi interni. Ha rilevato il WineMonitor di Nomisma che l’85% degli italiani “over 18” ha bevuto almeno una bottiglia in un anno. Considerando che la popolazione cala, forse, non è vero che si beve meno, ci sono solo meno persone che possono bere. E forse bevono meno, ma meglio, come ci ripetiamo da vent’anni. Sensazione personale: tra i venti-trentenni il vino, e la sua inevitabile cultura, stanno diventando un segno distintivo di intelligenza e raffinatezza. Bene così!
  1. Il Chianti ha celebrato i 300 anni della delimitazione del suo territorio e così ci contendiamo il primato della prima “Doc” con il territorio di Tokaij, che arrivò per primo prima ad essere onesti. L’idea fu di Cosimo III de’ Medici, che nel 1716 promulgò un primo bando, il 18 luglio, per regolare il commercio del vino in Toscana, e un secondo, il 24 settembre, per circoscrivere l’area di produzione del celebre rosso. A leggere su wikipedia la biografia del principe fiorentino, ci appare bigotto, sanguinario e antisemita, ma eccezionalmente visionario in fatto di vino.
  1. È vero, alla fine arrivano quasi sempre prima loro: il 31 maggio 2016 apre la Cité du Vin a Bordeaux, in Francia, il più importante museo vinicolo del mondo. Il percorso di visita si sviluppa su una superficie di 13.350 metri quadrati disposti su dieci piani, termina sulla terrazza panoramica a 35 metri di altezza dalla quale si può ammirare non solo la città e il suo centro storico, ma anche parte dei vigneti che hanno reso celebre i vini di Bordeaux nel mondo. Chapeau.
  1. Si celebrano a Verona i 50 anni di Vinitaly, con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il premier “dell’epoca” Matteo Renzi. Un bel traguardo per la più importante manifestazione vinicola italiana, celebre in tutto il mondo.

Le compravendite.

Il 2016 sarà ricordato anche per tre notevoli passaggi di proprietà. E due perle nazionali vanno in mani straniere (purtroppo, il fenomeno di shopping dall’estero non riguarda solo il vino, pensiamo al calcio e alle due squadre milanesi, Milan e Inter).

  1. Il gruppo francese Epi della famiglia Descours acquista la Tenuta Il Greppo della famiglia Biondi Santi, bandiera dell’eccellenza ilcinese e italiana. Si parla di joint-venture, di tre società controllate dalle due famiglie congiuntamente, ma la sensazione è quella d’aver perso un pezzo importante. Le vicende familiari (e non solo le pretese successorie dopo la scomparsa di Franco Biondi Santi) hanno pesato molto sui destini di questo marchio leggendario. Jacopo Biondi Santi, che continuerà a rappresentare l’azienda nel mondo con il figlio Tancredi, da qualche anno al suo fianco, non ha potuto che cercare capitali esterni, per proiettare l’azienda nel futuro. Ricordiamo che in precedenza era già stata ceduta la raccolta di mitiche riserve.
  1. L’americano Krause compra Vietti, uno dei marchi cult del Barolo, particolarmente apprezzato Oltreoceano. Si tratta della prima eclatante cessione di cantina e vigneti nella pregiatissima Denominazione delle Langhe. Voci di corridoio, sul finale dell’anno, hanno riguardato anche la proprietà di Roberto Voerzio, ma ad oggi non vi sono conferme, solo smentite.
  1. Tutta italiana invece l’operazione che riguarda la tenuta sarda Sella & Mosca e la toscana Teruzzi & Puthod, che dal gruppo Campari sono passate alla Terra Moretti Distribuzione.
I lutti.

Non solo per musica e spettacolo l’anno in corso è stato punteggiato di gravi perdite. Il mondo del vino ha pianto e rimpiangerà a lungo enologi e produttori leggendari, a cominciare da Giacomo Tachis, scomparso l’8 febbraio, uno dei padri della moderna enologia italiana, creatore di Tignanello, Sassicaia e decine di altre etichette rappresentative del nostro Rinascimento viticolo. Ci hanno lascito anche il grande enologo francese Denis Dubourdieu, scomparso a soli 66 anni, consulente di importanti Chateaux e di alcune aziende italiane di primo livello, come Pio Cesare, Lungarotti e Zonin1821. Tra i produttori, addio anche ai piemontesi Quinto Chionetti e Elvio Cogno, a Stanko Radikon, stella del Collio, e al patriarca Livio Felluga. Il mondo della sommellerie invece saluta il detentore della tessera AIS (Associazione Italiana Sommeliers) numero 1: Jean Valenti.

Per finire, il nostro 2016

Civiltà del bere quest’anno ha organizzato una serie di eventi che hanno riscosso grande successo di pubblico e apprezzamento da parte dei protagonisti: “Le 5 Giornate di Milano”, degustazioni tematiche, realizzate nella meravigliosa sede del Museo della Scienza e della Tecnica, dedicate rispettivamente a:

  1. i vini più premiati dalle Guide italiane (29 febbraio)
  2. i vitigni autoctoni (21 marzo)
  3. le vecchie annate di etichette leggendarie (24 maggio)
  4. la guida Into the Wine, novità editoriale del nostro Gruppo, pensata per i viaggiatori del vino (15 ottobre)
  5. i grandi spumanti del mondo (21 novembre)

Mi fa piacere ricordare anche le monografie, i grandi temi a cui abbiamo dedicato le copertine delle 6 uscite della rivista Civiltà del bere:

  1. La tipicità
  2. Giacomo Tachis
  3. Blend
  4. La mineralità
  5. Architetture del vino
  6. Le affinità elettive (sugli abbinamenti cibo-vino).

Le potete ancora trovare qui (anche in formato digitale).

Tra le altre iniziative editoriali, oltre alla già citata Guida Into the Wine, presentata durante l’evento del 15 ottobre a Milano, e che potete acquistare qui, ricordo il nuovissimo Atlante delle Doc e delle Docg, un libro bianco, o se vogliamo uno straordinario “Bignami” delle denominazioni italiane, che possiamo definite il “best seller” dell’anno, del quale stiamo preparando una nuova edizione per il 2017 ma che potete ancora acquistare qui.

Last, but not least

Infine, piccolo orgoglio personale, il 2016 è stato l’anno di uscita di Vinology. Guida visuale ai vini d’Italia e del mondo, il mio primo libro edito da BUR-Rizzoli. Uscito il 24 novembre, dopo tre settimane la Casa editrice ha mandato alle stampe la seconda edizione. È un manuale costituito da accattivanti infografiche, realizzate dalla designer di Civiltà del bere, Antonella Giardina. Comprende un’introduzione sull’ABC del vino, 85 schede a doppia pagina di vini e vitigni del mondo e un corredo di mappe che descrivono dettagliatamente le principali zone viticole del globo.

Vi ringrazio ancora una volta per averci seguito con tanta passione e ci ritroveremo tra qualche giorno, l’anno prossimo, con l’annuncio delle novità 2017.


© Riproduzione riservata - 31/12/2016

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