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Terlaner Primo 2013 e grand cru di Borgogna a confronto

9 Marzo 2016 Elena Erlicher
Terlaner I Grande Cuvée o semplicemente Terlaner Primo, come lo chiama il suo creatore Rudi Kofler, enologo di Cantina Terlano, con l’annata 2013 (la terza dalla sua nascita) aspira a diventare un bianco altoatesino esclusivo, al pari dei più grandi cru di Borgogna. Ha dato prova della propria eccellenza lunedì 7 marzo, al ristorante St. Hubertus dell’Hotel & Spa Rosa Alpina di San Cassiano in Val Badia (Bolzano), dove è stato presentato in anteprima ai giornalisti presenti per l’occasione. Qui si è confrontato, in un interessante blind tasting, con il 2013 di Montrachet Grand Cru Etienne Sauzet, Bâtard-Montrachet Grand Cru Domaine Leflaive, Corton Charlemagne Grand Cru Pierre-Yves Colin Morey e gli italiani Gaia & Rey Chardonnay Langhe Doc e Ornellaia Bianco, neonata superchicca enologica che da novembre ha affiancato il noto fratello rosso.

La fiducia nel Pinot bianco

«Eravamo alla ricerca di una sintesi perfetta, e per questo Primo nasce dai vigneti più ricchi di carattere che abbiamo e dai migliori appezzamenti», ha spiegato Rudi Kofler. Pinot bianco 90%, Chardonnay 7% e Sauvignon 3% è l’uvaggio per questa bottiglia che esce con l’annata 2013 in 3.400 esemplari (più 150 Magnum e 50 doppio Magnum), a un costo medio in enoteca di 150 euro. «È lo stesso uvaggio storico del nostro Terlaner, nato nel 1975», ha continuato Kofler. «Si tratta del nostro stile e rappresenta la fiducia che abbiamo nel Pinot bianco, il vitigno per noi più rappresentativo e sul quale stiamo maggiormente investendo». La fermentazione, lenta, avviene in botti grandi di rovere; a malolattica svolta il vino affina per 12 mesi sui lieviti in botti di legno. Quindi si procede alla creazione della Grande Cuvée con l’assemblaggio; dopo altri 4 mesi in acciaio, a fine luglio è imbottigliato, dove rimane fino a marzo quando viene immesso al commercio. Ricco e complesso, al naso esprime aromi di agrumi, pepe bianco, erbe aromatiche e una delicata nota fumé. Al palato «dimostra di avere dimensione, ottima tessitura e corpo, con grandi potenzialità d’evoluzione nel tempo», dice Klaus Gasser, direttore commerciale della Cantina.

Terlaner I 2013 è figlio di 3 cru d’elezione

Primo nasce dai cru Winkl, Kreuth e Vorberg, e la scelta non è stata casuale. I terreni dei tre cru sono stati campionati e analizzati per provare a capire come si sente la vite in questi terreni che, solo qui, hanno mantenuto i cristalli perfettamente integrati nella roccia. Sì, perché qui 300 milioni di anni fa c’erano i vulcani; poi il paesaggio ha cambiato aspetto, ed è arrivato un mare quasi caraibico. Di conseguenza si sono formate le rocce carbonatiche che troviamo anche a Bordeaux, in Borgogna e nel Nord degli Stati Uniti. Per questa ragione Terlano ha un terroir esclusivo. A fine degustazione abbiamo potuto assaggiare le straordinarie creazioni (leggi il menu) di Norbert Niederkofler, chef bistellato del ristorante St. Hubertus - Hotel & Spa Rosa Alpina. Ricette nate dall’esclusivo utilizzo delle materie prime di stagione del territorio, in abbinamento agli altri vini di Cantina Terlano.

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