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Tenute Capaldo acquisisce Galardi

28 Giugno 2023 Civiltà del bere
Tenute Capaldo acquisisce Galardi

Un investimento all’insegna della continuità stilistica e gestionale. La direzione del marchio resterà ad Allegra Selvaggi, affiancata dall’enologo Riccardo Cotarella. L’obiettivo è posizionare al meglio l’iconico Terra di Lavoro e gli altri vini aziendali.

«L’etichetta Terra di Lavoro è sempre stata un’ispirazione per me; poter contribuire alla sua custodia e al suo futuro sviluppo è motivo di grande entusiasmo. Rispetto profondamente la visione unica di Galardi, la sua ricerca dell’eccellenza e la sua perseveranza nel produrre vini raffinati e autentici». Con queste parole Antonio Capaldo, presidente di Tenute Capaldo (che oggi include Feudi di San Gregorio, Campo alle Comete, Basilisco, Dubl) ha annunciato ufficialmente l’acquisizione di una delle realtà vitivinicole più celebri e blasonate del nostro Sud Italia. Parliamo appunto di Galardi, produttore dell’iconica etichetta Terra di Lavoro.

Un passaggio nel segno della continuità

«Intendiamo custodire questo straordinario patrimonio», prosegue il presidente Capaldo, «e, guardando avanti, vogliamo rafforzare il lavoro fatto, mettendo la nostra passione per l’eccellenza e la nostra esperienza sui mercati internazionali al servizio di questi vini unici per poterli posizionare dove meritano».
La conduzione aziendale resterà in mano alla famiglia fondatrice, con Allegra Selvaggi alla direzione. Al suo fianco rimarrà il wine maker Riccardo Cotarella per assicurare la piena continuità stilistica dei vini.
«La filosofia di Galardi è tutta riassunta nella nostra etichetta Terra di Lavoro», precisa Allegra Selvaggi. «Una missione che oggi, insieme ad Antonio Capaldo, raccolgo da mio padre e intendo portare avanti, grazie alle evidenti opportunità che si potranno generare all’interno di un Gruppo, con il quale – seppur di diverse dimensioni – ho trovato piena sintonia in termini di valori umani e filosofia aziendale».

Alle origini del mito aziendale

Fondata nel 1991, Galardi può contare su una decina di ettari vitati a 500 metri di altezza sul versante occidentale del vulcano di Roccamonfina verso il golfo di Gaeta, circondati da castagneti, uliveti e alberi da frutta. L’anno chiave è il 1994, che segna prima vendemmia del Terra di Lavoro. Blend di Aglianico e Piedirosso “creato” da Riccardo Cotarella, in pochi anni è diventato un’icona enologica tricolore, simbolo dell’eccellenza della produzione campana. Luigi Veronelli lo ha più volte classificato come miglior vino italiano in assoluto; mentre il primo grande successo oltreoceano risale all’annata 2001 quando Robert Parker gli ha assegnato 99 punti. La ricerca dell’eccellezza ha portato Galardi a produrre una singola etichetta per oltre 25 anni. Nel 2017 la proprietà ha deciso di dedicare una parte della produzione ad un secondo vino, il Terra di Rosso, riservando al Terra di Lavoro una selezione ancora più accurata delle migliori uve.

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