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Tenuta Rapitalà, eleganza francese e radici siciliane

Tenuta Rapitalà, eleganza francese e radici siciliane

La storica Tenuta Rapitalà di Camporeale, protagonista del Rinascimento enologico della Sicilia nei decenni scorsi, è una delle realtà vinicole più apprezzate per l’eleganza dei suoi vini e l’autenticità varietale che esprimono.

Tenuta Rapitalà è situata a Camporeale, nel Palermitano, una delle città più antiche di tutta la Sicilia. Il nome deriva dall’arabo Rabat-Allah, ovvero il giardino di Allah. Le assolate campagne intorno a cui sorge la proprietà, infatti, hanno una storia agricola lunghissima. Nel corso dei secoli i viticoltori hanno disegnato un paesaggio unico, fatto di filari geometrici che si susseguono dando vita un “mosaico” naturale illuminato dalla luce calda dell’isola.

Nel cuore della Doc Alcamo

I vigneti si trovano tra i 300 e i 600 metri sul livello del mare e coprono una superficie di 163 ettari; un corpo unico che si estende per la maggior parte nell’areale della Doc Alcamo. Si tratta di una zona collinare particolarmente vocata grazie ad una favorevole esposizione a nord e a una costante ventilazione. Il clima è di tipo mediterraneo, con precipitazioni limitate, temperature fredde in inverno e calura estiva mitigata dall’altitudine e dalla brezza che proviene dal nord. 

Altitudine e suoli differenti

Le diverse altitudini degli appezzamenti, così come le molteplici tipologie di suolo (franco-argilloso con presenza di sabbia che aumenta man mano che si sale in altezza) consentono di coltivare le stesse varietà, ma con risultati molto differenti. E questo vale sia per le uve autoctone che per i vitigni internazionali. I terreni argillosi regalano ai vini più potenza e struttura; quelli sabbiosi, situati in alta collina, apportano freschezza, acidità e profumi accentuati.

Rapitalà
Hugues Bernard, conte de la Gatinais fondò Teuta Rapitalà nel 1968, ripristinando i vigneti e ricostruendo con criteri moderni la Cantina distrutta dal terremoto della Valle del Belice

Passione di nobili origini

La fondazione della Tenuta Rapitalà risale al 1968 e fa capo a Hugues Bernard, conte de la Gatinais, già ufficiale della Marina francese, che sposò Gigi Guarrasi, discendente di una grande famiglia palermitana. Insieme la coppia risistemò l’antica proprietà, ripristinando i vigneti e ricostruendo con criteri moderni la Cantina distrutta dal terremoto della Valle del Belice. Al centro del loro progetto, la riconversione varietale degli appezzamenti. I coniugi de la Gatinais furono tra i primi a piantare sull’isola varietà d’Oltralpe come lo Chardonnay e il Pinot nero, affiancando cultivar internazionali e locali. Ieri come oggi, la filosofia aziendale è rimasta invariata: produrre vini eccellenti, di straordinaria eleganza e capaci di esprimere i sapori e i profumi di questa terra grazie alla massima attenzione alle caratteristiche varietali di partenza.

Tradizione e avanguardia

Protagonista del rinnovamento enologico dell’isola nei decenni scorsi, oggi la Tenuta Rapitalà si impone come una delle più prestigiose aziende vinicole siciliane. L’eredità di Hugues Bernard de la Gatinais e Gigi Guarrasi è stata raccolta dal figlio Laurent de la Gatinais. Gli importanti investimenti avviati negli anni Duemila hanno garantito un nuovo corso aziendale che unisce tradizione, know how enologico e massima efficienza produttiva e distributiva. La cantina, capitanata dall’enologo Silvio Centonze, si avvale delle più innovative tecniche di pigiatura, refrigerazione, vinificazione ed imbottigliamento. La barricaia custodisce oltre 600 le barrique di quercia francese e una quindicina di botti in rovere.

Laurent de la Gatinais accanto alla botte dove matura l’Hugonis, omaggio a Hugues Bernard de la Gatinais

Hugonis, il Bordeaux siciliano

La produzione di Rapitalà si articola in diverse collezioni, come Alta Gamma, La Tenuta e Bouquet. Tra i vini simbolo c’è Hugonis, Sicilia Doc, un blend di Cabernet Sauvignon e Nero d’Avola. Potremmo definirlo un Bordeaux siciliano, frutto dell’unione tra la forza francese del Cabernet e la morbidezza resistente dell’autoctono Nero d’Avola. Il primo riposa un anno e mezzo in barrique; il secondo viene messo in botte per rallentarne la micro-ossidazione. Di colore rosso rubino profondo, ha un bouquet fruttato e lievemente speziato. Strutturato, con tannini importanti, si esprime con notevole eleganza e persistenza. Come il nome lascia intendere, Hugonis è un omaggio a Hugues Bernard de la Gatinais, un “galantuomo per tutta la vita”, per usare un’espressione pirandelliana.

Un grandioso Chardonnay

Tra le punte di diamante aziendali trova posto anche lo Chardonnay Conte Hugues Bernard de la Gatinais, Igt Terre Siciliane, che fino all’annata 2017 era noto come Grand Cru. Le vigne di riferimento sono quelle situate a maggiore altitudine, dove le escursioni termiche risultano più marcate e permettono un maggiore accumulo dei marcatori aromatici negli acini. Dopo la pigiatura soffice con decantazione statica del mosto fiore a freddo, si avvia la fermentazione in serbatoi di acciaio inox. Completati i due terzi della fermentazione, il mosto-vino viene travasato in barrique di quercia francese, dove rimane per oltre 10 mesi a contatto con i lieviti. Segue un affinamento in bottiglia è di almeno 3 mesi. Il risultato è un grande bianco dalla personalità decisa e avvolgente. Giallo dorato chiaro, ha un naso fruttato con accenni di tostatura. In bocca è ampio, morbido, dall’impronta mediterranea. Finale lungo e persistente.

Il Catarratto Vigna Casalj

La vocazione di questa terra per i vini bianchi si ritrova anche nel Catarratto in purezza Vigna Casalj, Alcamo Classico Doc. Le uve si trovano a 600 metri, sulla sommità dell’alta collina che domina la proprietà. Il nome fa riferimento a un documento del 1340 che indica un feudo particolarmente ambito, il “Casalj Rabitallavi”, l’antico toponimo della Tenuta Rapitalà. Pressatura soffice, decantazione statica a freddo e fermentazione a bassa temperatura 12-14 °C con lieviti selezionati della durata di oltre 2 settimane. Il vino fa un passaggio in botti di rovere francese e poi resta sui lieviti fino alla primavera successiva alla vendemmia. Il profilo olfattivo spazia dalla salvia alla foglia di pomodoro e al fiore di cappero. Il sapore è fresco e minerale, ma non manca una certa rotondità in cui ritornano le note mediterranee percepite al naso.

TENUTA RAPITALÀ
Contrada Rapitalà – Camporeale (Palermo)
0924.37.233
www.rapitala.it

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© Riproduzione riservata - 20/11/2021

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