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Tenuta di Arceno e la filosofia dei microcru

Tenuta di Arceno e la filosofia dei microcru

Vent’anni di studi e zonazioni hanno permesso alla Cantina toscana del gruppo Jackson Family Wines di conoscere profondamente il territorio del Chianti Classico e valorizzarlo al meglio. La svolta monovarietale di Valadorna e Arcanum è l’emblema di questo percorso alla ricerca della propria identità.

Ci sono voluti 20 anni di impegno e sacrifici, ma ne è valsa la pena. Con questa frase potremmo sintetizzare il lungo percorso che ha permesso a Tenuta di Arceno di raggiungere la piena identità, affermando compiutamente i suoi valori attraverso i vini più emblematici: gli Igt Valadorna e Arcanum da un lato, e il Chianti Classico Gran Selezione Strada al Sasso dall’altro.

Dalla nascita all’entrata in Jackson Family Wines

Ma per capire il presente, bisogna riavvolgere il nastro del tempo e tornare al 1994, quando l’imprenditore californiano Jess Jackson e sua moglie Barbara Banke visitano la zona, si innamorano perdutamente di questa storica proprietà immersa tra le dolci colline senesi e decidono di acquistarla, consapevoli del grande potenziale enologico ancora da valorizzare. L’ingresso nell’orbita di Jackson Family Wines, una collezione di Cantine situate nelle regioni vinicole più prestigiose di tutto il mondo, ha permesso a Tenuta di Arceno di affrontare importanti investimenti, diventando ben presto una delle realtà più apprezzate del Gallo nero.

La rivoluzione di Pierre Seillan e la microzonazione

Decisivo, in questo senso, l’arrivo del vigneron di fama Pierre Seillan, che nel 1997 diventa il winemaker aziendale e, con l’aiuto del team enologico capitanato da Lawrence Cronin, imposta una vera e propria rivoluzione prima in vigna e poi in cantina. Viene così avviato un lavoro certosino di microzonazione, decisamente avanguardistico per l’epoca che porta a dividere l’areale vitato in ben 63 parcelle.

Un’invidiabile eterogeneità

«La tenuta si estende per oltre 1.000 ettari, di cui 92 a vigneto, con appezzamenti esclusivamente collinari e altitudini che spaziano dai 300 fino ai 600 metri sul livello del mare», racconta lo stesso Seillan. «Ciò che mi ha colpito immediatamente, quando ho avuto modo di approfondire le caratteristiche pedoclimatiche della zona, è stata la sua incredibile eterogeneità. All’interno della proprietà abbiamo individuato ben 10 microclimi differenti e una moltitudine di suoli tra cui il galestro, che è presente in diversi punti. Sui versanti collinari più alti, invece, dominano il basalto e lo scisto, mentre nelle aree più basse è presente una terra di medio impasto e sono più comuni argilla blu e rossa e roccia di fiume». La scelta degli impianti ha tenuto conto di questa composizione, alla ricerca della migliore corrispondenza tra vitigno e terroir che permettesse di raggiungere un’elevata qualità produttiva anche in annate difficili.

La svolta monovarietale

«A distanza di due decenni abbondanti, il lavoro di osservazione e mappatura continua, perché ogni giorno c’è qualcosa di nuovo da imparare. Al tempo stesso, però, c’è anche la consapevolezza dei traguardi raggiunti e di come il nostro percorso di crescita sia arrivato ad una svolta importante, testimoniata dalla decisione di trasformare gli emblematici Valadorna e Arcanum in due rossi monovarietali, che sono il risultato dell’unione delle migliori parcelle». In particolare con l’annata 2016, uscita sul mercato a settembre, Arcanum è diventato un Cabernet Franc in purezza, mentre Valadorna 2018, che sarà disponibile dal 2023, è stato tramutato in un Merlot 100%.

La filosofia dei microcru

«Queste scelte aziendali sono l’espressione della nostra filosofia del microcru, secondo cui ciascun vigneto è suddiviso in particelle più piccole, in base al tipo di suolo», continua il wine-maker. Coltivazione, raccolta e vinificazione avvengono separatamente. Si procede all’assemblaggio solo nelle ultime fasi del processo di vinificazione, dopo una serie di degustazioni in cui viene analizzato ciascun lotto.

Arcanum, Valadorna e Strada al Sasso

«Nel 2016 la grande espressività delle partite di Cabernet Franc ci ha fatto capire che era arrivato il momento di creare un vino in purezza e così è nata la nuova edizione di Arcanum, le cui uve arrivano da 12 parcelle tra i 400 e i 600 metri caratterizzate da quattro differenti tipi di suolo». Stesso discorso per l’evoluzione del Valadorna, con viti che crescono sui terreni argillosi e calcarei di Valadorna e Capraia. «Allo scoccare del ventesimo anno d’età, nel 2018, le piante ci hanno mostrato che erano pronte per il grande passo e così è stato, o meglio sarà, con l’uscita del primo Merlot 100% nel 2023». La triade dei single varietal wines di Tenuta di Arceno si completa con Strada al Sasso, pensato come Sangiovese in purezza fin dal 2007 e oggi imbottigliato come Chianti Classico Gran Selezione Docg. «In questo caso il potenziale è sempre stato chiaro e l’obiettivo quello di offrire un approccio contemporaneo a una tradizione centenaria».

In cantina

E in cantina qual è l’iter codificato da Pierre Seillan? Dopo la vendemmia manuale e la diraspatura, i grappoli passano al vaglio del selezionatore ottico a laser. La macerazione a freddo si protrae per 3-5 giorni, seguita dalla fermentazione in tini di acciaio inox. Dopo la svinatura e una leggera pressatura, i vini passano direttamente nelle barrique dove avviene la malolattica. Ogni microcru matura separatamente e, circa 16 mesi dopo la vendemmia, il team enologico decide i blend. L’affinamento in bottiglia dura poi qualche mese per il Chianti Classico d’annata e si prolunga da 1 fino a 4 anni per le altre referenze.
Pierre Seillan applica la filosofia dei microcru anche alle barrique, così da creare l’optimum tra la struttura, i sentori e gli aromi che il legno rilascia. «Per la produzione abbiamo selezionato 15 foreste, 14 in Francia e una in Germania, tutte di proprietà». La famiglia Jackson ha anche investito in uno stabilimento di doghe Oltralpe così da garantire la qualità delle botti e la tracciabilità delle assi utilizzate, inclusi i tempi di stagionatura e le modalità di tostatura. «Il vino e il legno sono come gemelli, concepiti dalla terra e dal cielo. Ciò che è vero per le viti è vero anche per l’albero: il terroir conta ovunque».

Foto di apertura: i vigneti ad anfiteatro della tenuta

TENUTA DI ARCENO

località Arceno
Castelnuovo Berardenga (Siena)
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© Riproduzione riservata - 14/02/2023

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