Tempi difficili per la Francia: nel 2020 l’export vinicolo segna -11,3%
Nonostante la pesante crisi delle esportazioni e del turismo che ha colpito la Francia (con un calo del -11,3% per i vini e del -19,4% per gli spirits), i cugini d’Oltralpe non hanno hanno modificato le loro abitudini in termini di consumo d’alcolici. Al primo posto sempre il vino, seguito da birra e superalcolici.
Nel 2020 le esportazioni di vini, liquori e distillati francesi sono diminuite quasi del 14%, risentendo della crisi sanitaria e delle tasse applicate dagli States, il principale mercato estero della Francia.
Cali a doppia cifra delle vendite all’estero di vini e alcolici
In particolare, sono drasticamente diminuite le vendite all’estero degli spirits (-19,4% in valore), mentre i vini francesi hanno subito un calo dell’11,3% nel mondo e del 18% negli Usa. La Fédération des exportateurs de vins et spiritueux (FEVS) ha dichiarato che si tratta di una questione urgente. In valore, le esportazioni di vini e alcolici sono scese complessivamente lo scorso anno a 12 miliardi di euro, raggiungendo il livello del 2016 (La Revue du Vin de France). Anche il blocco del turismo ha influenzato in negativo il mercato del vino francese e, a livello regionale, le perdite riguardano principalmente la Champagne e Bordeaux (Meininger’s Wine Business International).
Durante il lockdown il consumo da parte dei francesi è rimasto stabile
Il consumo di alcolici da parte dei francesi non è, invece, cambiato durante i vari lockdown: il vino è stata la bevanda più consumata (dal 72% degli intervistati), seguono le birre (51%) e i superalcolici (27%). Secondo lo studio condotto e sponsorizzato dall’associazione Vin & Société, tra i 1.507 adulti francesi intervistati, il 26% ha dichiarato di non aver consumato bevande alcoliche durante i lockdown. La popolazione d’Oltralpe ha, infatti, un rapporto con l’alcol considerato maturo e moderato. Complessivamente, indica il sondaggio, “il 76% dei francesi ritiene che il consumo di alcol a casa sia rimasto stabile durante i mesi scorsi; il 16% afferma di averne ridotto l’assunzione; e solo il 7% ammette di aver bevuto di più” (Vitisphere).
Foto di apertura di R. Revel per Pixabay
Tag: Francia, La Revue du vin de France, Meininger Wine Business International, Rassegna stampa internazionale, VitisphereQuesta notizia fa parte della rassegna stampa internazionale di Civiltà del bere. Per riceverla gratuitamente una volta a settimana in formato newsletter iscriviti qui.
© Riproduzione riservata - 17/02/2021