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Tasca d’Almerita madrina del progetto SOStain

21 Giugno 2010 Jessica Bordoni
Se il Novecento è considerato il secolo delle grandi innovazioni scientifiche e tecnologiche sia in vigna sia in cantina, col nuovo millennio le parole d’ordine per l’enologia sono risparmio energetico, tutela delle biodiversità e basso impatto sul territorio. Per riassumere in un unico concetto: sostenibilità ambientale. Tasca d’Almerita di Sclafani (Palermo), una delle maggiori realtà vitivinicole dell’isola siciliana, ne è fermamente convinta e ha per questo deciso di aderire come azienda pilota a SOStain, il progetto di recente messo a punto da un gruppo di giovani ricercatori dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza coordinati dal professor Ettore Capri per “perseguire uno sviluppo rispettoso dell’ambiente, socialmente equo ed economicamente efficace”. Al centro del programma c’è la formulazione di un Csa, un Codice di sostenibilità aziendale, che viene elaborato dagli studiosi in maniera personalizzata, considerando la configurazione storica e tecnico-scientifica di ogni Casa. Ai direttori e al personale che lavora per Tasca d’Almerita è stato chiesto di compilare alcune schede tecniche, così da realizzare una sorta di autovalutazione (questa prima fase si definisce Prepare to). Grazie all’utilizzo di speciali sistemi matematici, i dati ottenuti da queste check list sono stati tradotti in indici qualitativi e quantitativi dello stato di sostenibilità dell’azienda. Sulla base di tali risultati e in funzione delle caratteristiche proprie della Maison siciliana, si è poi passati al cosiddetto momento interpretativo, il Work to: il team di esperti ha fornito un quadro complessivo della situazione di Tasca d’Almerita individuando le aree ecologiche critiche e stabilendo le priorità di azione. È seguito lo Start to, con la scelta delle “pratiche di mitigazione”, ovvero degli interventi, sia in campagna che in cantina, da mettere in atto per ridurre l’impatto sull’ambiente – va sottolineato come i ricercatori, nel delineare i possibili provvedimenti, ne valutino sempre la fattibilità sia sul piano pratico che su quello economico. Infine, si è giunti alla fase applicativa dell’adozione e dell’implementazione delle misure indicate (Able to): i dirigenti della Tenuta hanno scelto quali prassi agronomiche ed enologiche abbracciare, ovviamente nel rispetto della propria personalità, del mandato imprenditoriale e del sistema gestionale. Gli obiettivi del modus operandi fissato dal professor Ettore Capri e dal suo staff dell’Università Cattolica di Piacenza sono riassumibili in questo ambizioso elenco:  assicurare la qualità e la tutela del suolo e dell’aria, provvedere alla conservazione della risorsa acqua (sia in termini di quantità che di qualità), utilizzare sistemi di corretta prevenzione e gestione delle varie forme di infestazione (attraverso strategie per un uso sostenibile dei prodotti fitosanitari) e infine gestire con consapevolezza le risorse energetiche e quelle umane. Il Codice è pensato come un documento in continuo aggiornamento, che muta in base alla crescita della Casa vinicola e ai miglioramenti in campo tecnologico, così da offrire soluzioni sempre diverse ma sempre vincenti. Definita “azienda modello” già negli Annali dell’Agricoltura dell’Ottocento, aderendo volontariamente a questo importante progetto Tasca d’Almerita riconferma la sua doppia natura di tenuta pioniera dell’innovazione e insieme custode dei valori più autentici dell’agricoltura: la tutela e la conservazione del territorio in quanto ecosistema. Se per la Maison siciliana l’intenzione è quella di coinvolgere nel programma tutte le persone che lavorano a vario titolo per il marchio (dai fornitori ai distributori, dai collaboratori ai consulenti, e così via); il team di SOStain punta, nel tempo, ad estendere l’adesione a questo “progetto virtuoso” al più alto numero di imprese vitivinicole del nostro Paese.

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