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I Sussex Sparkling Wines riceveranno il riconoscimento?

20 Dicembre 2016 Jessica Bordoni
Se una ventina di anni fa qualcuno avesse detto che nel Regno Unito si potevano produrre spumanti di buona qualità, probabilmente sarebbe stato preso in giro o bollato come un incompetente in fatto di bollicine. A distanza di due decenni, però, avrebbe avuto ragione, perché effettivamente - complice anche il cambiamento climatico - dall’Inghilterra oggi arrivano sparkling wines dotati di personalità piuttosto interessanti.

L’avanzata dei Sussex Sparkling Wines

A distinguersi è soprattutto la produzione del Sussex, storica contea dell’Inghilterra meridionale. I produttori del Sussex si sono resi conto delle potenzialità del territorio e mirano a creare un marchio regionale forte, in grado di competere con i principali distretti spumantistici internazionali negli anni a venire.

PDO inglese Vs Brexit

Ad oggi le etichette del Sussex hanno raggiunto lo status di PDO, ovvero Protected Designation of Origin in patria. L’applicazione del nuovo status, tuttavia, potrebbe non essere recepita dall’Unione Europea, anche e soprattutto a seguito del referendum del 23 giugno scorso, quando la maggioranza degli inglesi ha votato per uscire dall’UE.

Avviata la richiesta di riconoscimento

Il ministero dell’Agricoltura della Gran Bretagna ha presentato domanda affinché i Sussex Sparkling Wines ottengano il riconoscimento dell’IG, ovvero l’Indicazione Geografica prevista dall’ordinamento europeo, ma i tempi di approvazione sono tutt’altro che brevi (la Cornovaglia, ad esempio, sta ancora aspettando una risposta per la denominazione Darnibole, richiesta nel 2012) mentre il primo ministro inglese Theresa May conta di chiudere il processo Brexit entro i prossimi due anni.

Un futuro ancora molto incerto

La domanda a questo punto sorge spontanea: come si comporterà l’Unione Europea di fronte a una nazione che ha volontariamente deciso di allentare gli scambi commerciali con il resto del Vecchio Continente e però chiede il riconoscimento del proprio sistema di classificazione vinicolo per favorire il proprio mercato interno? Sarà il tempo a dircelo, ma qualche considerazione possiamo già farla fin d’ora.

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