Vino naturale in Germania? Una ricognizione e 4 etichette da provare

Vino naturale in Germania? Una ricognizione e 4 etichette da provare

Il movimento del vino naturale tedesco nasce solo a metà degli anni Ottanta, ma pioniera era stata l’associazione VDP già a inizio secolo, seguita poi dal marchio Demeter, che risale al 1932. Abbiamo selezionato le etichette più interessanti per voi.

La storia del vino naturale in Germania è lunga e complessa. Per comprenderla bisogna conoscere l’ambiguo e mutevole rapporto dei tedeschi con la natura. Semplificando un po’ si possono individuare due atteggiamenti principali. Un atteggiamento quasi passivo nei confronti della natura, descrivibile con termini come ascolto, meditazione o non intervento. Il che è ampiamente documentato dagli scritti di Hildegard von Bingen, la poliedrica benedettina, vissuta a cavallo tra l’XI e il XII secolo, fino alle opere di filosofi del XX secolo come il tardo Heidegger e soprattutto gli autori della Scuola di Francoforte, Horkheimer e Adorno. Il vero fulcro di questo atteggiamento però è la produzione di scrittori, musicisti e pittori del romanticismo tedesco, e in particolare le opere di Johann Wolfgang von Goethe.

La filosofia e il dominio sulla natura

La posizione opposta, cioè l’idea di un dominio sulla natura attraverso interventi tecnico-scientifici, viene elaborato più tardi in Germania rispetto a nazioni all’epoca più avanzate come l’Inghilterra e la Francia. Esse sono le prime a riflettere sul potere del sapere (Francis Bacon) che ci rende “padroni e possessori della natura” (René Descartes). Ciò nonostante, questo filone di idee trova una sua espressione più che esplicita nel filosofo, nonché proprietario di una vigna, Karl Marx che nel 1845 scrisse: “I filosofi hanno finora soltanto interpretato il mondo in diversi modi; ora si tratta di trasformarlo”.

L’interventismo in Germania

È proprio a cavallo tra il XIX e XX secolo che la Germania si trasforma da un Paese di poeti, compositori e filosofi in uno di scienziati e tecnici. Nel 1840 Justus von Liebig pubblica il suo Die organische Chemie in ihrer Anwendung auf Agricultur und Physiologie (La chimica organica applicata all’agricoltura e alla fisiologia), un testo fondamentale per lo sviluppo delle scienze agrarie. Poi, nel 1914, con la messa a punto del processo Haber-Bosch, che permette la sintesi dell’ammoniaca, si arriva alla produzione industriale di fertilizzanti utilizzati in dosi crescenti a partire dal primo dopoguerra.

Miglioramento genetico e bonifiche

Nello stesso periodo cade anche l’inizio del miglioramento genetico dei vitigni: nel 1882 nasce a Geisenheim il Müller Thurgau, ottenuto da un incrocio di Riesling x Madeleine Royal. A queste iniziative si affiancano pesanti bonifiche idrauliche che fanno scomparire vaste zone umide lungo il Reno, nonché interventi radicali nella morfologia naturale dei vigneti.

La mano dell’uomo in cantina

È proprio in questi decenni che la conquista della natura nel campo vinicolo diventa davvero capillare estendendosi anche ai lavori in cantina. Certo, consigli per la correzione del mosto e del vino si trovano già nella seconda parte del cosiddetto Pelzbuch di Gottfried von Franken, scritto poco prima del Trecento, ma è solo a partire dall’Ottocento che l’interventismo in cantina diventa sistematico. Nel 1851 Ludwig Gall propone un nuovo metodo di zuccheraggio e nel 1925 l’azienda Seitz inventa un sistema efficiente per la filtrazione sterile del vino.

Promotori dei vini naturali: VDP e Demeter

I primi a opporsi a questo approccio sono i viticoltori, riuniti dal 1910 nel Verband Deutscher Naturweinversteigerer (associazione di banditori di vini naturali, oggi VDP), che si battono per vini ottenuti da mosti non alterati dallo zuccheraggio o da altri additivi all’epoca ancora ammessi dalla legge tedesca. Poco dopo, finita la Prima guerra mondiale, si forma il movimento biodinamico e nel 1932 viene registrato il marchio Demeter. Ciò nonostante il secondo dopoguerra vede in Germania il trionfo della viticoltura industriale con vini spesso dolciastri e trasformati in grandi brand internazionali come il Liebfraumilch che presto diventa la sigla di un’intera epoca del vino tedesco.

Crescono anche le istanze politiche

Solo con l’arrivo degli anni Ottanta la lotta per i vini naturali riesce ad allargarsi trovando nuovi alleati in un clima culturale ormai radicalmente cambiato. Nel 1980 nasce il partito I Verdi che ben presto porterà la protesta ecologista e salutista nel parlamento tedesco.

1985: l’anno della svolta naturale

Il vero punto di svolta è causato da un concatenarsi di eventi drammatici che influenzano fortemente i consumatori tedeschi. Nella primavera del 1985 vengono scoperte partite di vino austriaco, importate in Germania, “arricchite” di glicole dietilenico, e il 17 marzo del 1986 scoppia lo scandalo del vino al metanolo in Italia. Come se non bastasse, poche settimane dopo, il 26 aprile esplode la centrale nucleare di Cernobyl e il 1 novembre dello stesso anno, l’acqua utilizzata per spegnere un incendio nel deposito chimico della Sandoz a Basilea, defluisce nel Reno provocando un disastro ambientale senza precedenti.

Lo stato dell’arte

Dai 4.700 ettari certificati biologici o biodinamici nel 2009 la Germania è passata a 9.600 ettari nel 2019 (de.statista.com). Oggi circa il 10% del vigneto tedesco è in regime bio. Studi intrapresi da Katharina Hauck e Gergely Szolnoki dell’Università di Geisenheim (German Consumers’ Perceptions of Organic Wine – A Qualitative Approach, Sustainability 2020, 12) dimostrano però che questa crescente offerta non è motivata da un significante aumento della domanda.

Domanda ancora debole

Secondo Hauck e Szolnoki, il motivo principale per la domanda relativamente debole di vini naturali è che la maggior parte dei consumatori non conosce le differenze specifiche tra questi ultimi e quelli convenzionali. Per molti consumatori tedeschi il vino è di per sé un prodotto naturale. Di conseguenza non vedono un plusvalore in quelli naturali che giustifichi il loro prezzo maggiore. La Germania, del resto, è dominata dal canale Gdo. Mentre il 45% del vino naturale è venduto dalle enoteche specializzate, che sono in grado di informare correttamente il cliente.

vino naturale in Germania
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Bettina Bürklin von Guradze

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Steffen e Sophie Christmann

vino naturale in Germania
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Reinhard Löwenstein e Cornelia Heymann con la figlia Sarah

vino naturale in Germania
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Peter Jakob e Peter Bernhard Kühn

La nostra selezione di vini naturali tedeschi

Palatinato

Bürklin-Wolf – Gaisböhl, Riesling GG

Sotto la guida di Nicola Libelli, l’azienda di Bettina Bürklin von Guradze, in regime biodinamico (Biodyvin) dal 2005, punta su uve sane e pulizia in cantina per potersi limitare a minime dosi di solfiti in fase di fermentazione. Il vino è una selezione delle migliori uve della vigna grand cru proprietà esclusiva dell’azienda.
Distribuito da Pellegrini di Cisiano Bergamasco (Bergamo)

Christmann – Königsbacher Idig, Spätburgunder GG
Per «mantenere in cantina le differenze naturali dei loro diversi terroir», Steffen e Sophie Christmann applicano una minima dose di solfiti e una leggerissima filtrazione dei vini prima dell’imbottigliamento. «Altrimenti si rischiano processi microbiologici che portano a una omologazione del gusto». Membri dell’associazione biodinamica Respekt.
Distribuito da Pretzhof Wine Selection di Prati (Bolzano)

Mosella

Heymann-Löwenstein – Schieferterrassen, Riesling
Per Reinhard Löwenstein, membro e cofondatore di Fair’n Green, l’associazione che punta su una viticoltura socialmente ed ecologicamente sostenibile, il vino è un prodotto di cultura che deve trovare il suo equilibrio tra interventismo e naturalismo evitando un approccio dogmatico e monocausale.
Distribuito da Cuzziol di Santa Lucia di Piave (Treviso)

Rheingau

P.J. Kühn – Oestricher Riesling Quarzit
Non sfruttare tutte le possibilità, dedicare 6 ettari di potenziali vigneti in ottima posizione a frutteto e pascolo per pecore, voler ridurre ulteriormente gli attuali 20 ettari vitati a 17, per poter seguire insieme ai collaboratori tutto il ciclo produttivo, dalla vigna alla cantina, sono i segni distintivi di una viticoltura che vede il vero progresso in una maggiore attenzione al ciclo vitale di piante e persone. Certificato Demeter e parte dell’associazione Renaissance des Appellations
Distribuito da Pretzhof Wine Selection di Prati (Bolzano)

Foto di apertura: oggi circa il 10% del vigneto tedesco è condotto in regime bio © DWI

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© Riproduzione riservata - 18/04/2021

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