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Speciale Sardegna: Cantine di Dolianova

11 Giugno 2012 Civiltà del bere
Da I Report di Civiltà del bere: Sardegna

Cantine di Dolianova: ambasciatrici del Parteolla, terra da riscoprire

Tipicità del terroir e fidelizzazione del cliente: è su queste due direttrici che da diversi anni si muovono, con spirito sempre più imprenditoriale, le Cantine di Dolianova, una delle realtà storiche di maggior peso della vitivinicoltura della Sardegna. Un percorso iniziato il 5 giugno 1949, che pur con le difficoltà logistiche dovute all’insularità, continua spedito con gli attuali 450 soci, con un patrimonio di 1.200 ettari di vigneto e una produzione media annua di circa 4 milioni di bottiglie. LA RISCOPERTA DEL PARTEOLLA - Con un certo orgoglio il presidente Sandro Murgia, giovane e profondo conoscitore della vigna e delle problematiche del comparto, rivendica per l’azienda il ruolo di ambasciatrice del Parteolla. «Una zona», spiega, «che ha sempre costituito il bacino viticolo più importante dell’isola, ma che troppo spesso è stata trascurata anche dagli stessi media. Eppure le nostre Cantine contribuiscono per il 10% della produzione vinicola dell’intera Sardegna». Ben coadiuvato dal Cda, Murgia condivide la gestione della società in perfetta sinergia con i manager settoriali. «La forza è nel team», dice. «Dagli associati ai responsabili della filiera, sono tutti coinvolti dal ceppo alla bottiglia finita». ETICHETTE E DISTRIBUZIONE - A Murgia fa eco il direttore commerciale, Gianni Covone, un’esperienza pluriennale alle spalle e tanta passione per il suo lavoro: «Oggi occorre investire nel marketing per far conoscere il territorio e la bontà dei nostri vini; trovare nuovi spazi dove far affiorare la domanda e anticipare la concorrenza, sempre agguerrita in un momento di crisi economica che destabilizza i consumi». «La strategia vincente», rimarca, «è stata aprire nuovi mercati nel momento in cui qualcuno veniva meno». Tra le diverse linee produttive destinate ai canali Horeca e della Grande distribuzione, spiccano vini come il Naeli, Vermentino di Sardegna Doc, che sta ottenendo un grande successo; notevoli anche il bianco Montesicci, il Blasio Cannonau Riserva e i rossi barricati come il Terresicci, interessantissimo, a base di Barbera Sarda, una varietà riscoperta recentemente, e il Falconaro, blend di Cannonau, Montepulciano e  Carignano. TRA EXPORT ED ENOTURISMO - Grazie a questi vini l’export è salito al 25%, conquistando quote di mercato oltre che in Europa anche negli Usa, in Canada, Giappone, Brasile, Cina, Australia, Emirati Arabi e Repubblica Dominicana, dove la Casa vinicola è presente nei migliori resort. Per privilegiare l’accoglienza degli enoturisti (e valorizzare l’immagine aziendale), le Cantine inaugureranno presto uno showroom che fungerà da enoteca, sala food e centro convegni. «Anche questo è un modo per esorcizzare la crisi»,  commenta il presidente Murgia, «e per salvaguardare il reddito di un territorio capace di produrre uve di pregio che la professionalità del nostro enologo e la tecnologia aziendale  trasformano in vini di assoluta qualità e tipicità».

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