Si vendemmia nell’emisfero australe (nonostante il Coronavirus)

Si vendemmia nell’emisfero australe (nonostante il Coronavirus)

L’effetto devastante del Coronavirus si fa sentire ovunque nel mondo, anche nelle attività in vigna e in cantina. A maggior ragione nell’emisfero australe, dove da circa un mese è in atto la vendemmia 2020. Anomala per il contesto, ma ottima nelle previsioni. L’obiettivo? Trarre il meglio da una situazione difficile.

In molte aree le operazioni vendemmiali sono state definite essenziali dalle autorità locali, per cui i raccolti in Sud Africa, Nuova Zelanda, Australia e Sud America sono stati autorizzati a proseguire, anche se la situazione è tutt’altro che normale. La pandemia di Coronavirus presenta, infatti, sfide senza precedenti durante il periodo più delicato dell’anno poiché molte Cantine sono costrette ad accelerare la raccolta nonostante uno staff ridotto al minimo e un elenco di protocolli di sicurezza che rallentano le attività.

In Sudafrica

la raccolta prosegue e si può esportare

In Sudafrica, ad esempio, la vendemmia è ancora in corso in otto delle dieci regioni vinicole grazie a una concessione dell’ultimo minuto da parte del governo per continuare la raccolta durante il blocco causato dal Covid-19. Dal 26 marzo tutte le attività dell’industria vinicola sono state vietate, compresa la produzione, distribuzione e vendita di alcolici, ma fortunatamente il governo ha poi permesso “le attività di raccolta e stoccaggio essenziali per prevenire lo spreco di beni agricoli primari”.

Si attende una vendemmia eccezionale

Positiva la visione di Justin Van Wyk, enologo alla Constantia Glen di Città del Capo: «La vendemmia si sta rivelando, tutto sommato, piacevole e rilassante perché stiamo lavorando soltanto con uno staff ridotto che risiede nella fattoria e, di conseguenza, raccogliamo piccoli volumi di uva al giorno e ciò rende il lavoro molto più gestibile per me in cantina». A detta di Conrad Schutte di Vinpro la buona concentrazione di colore e sapore riscontrata nelle uve già raccolte fa intravedere vini di “qualità eccezionale”.

Vigneti a Constantia Glen

«Comprendiamo benissimo la gravità della pandemia globale di Covid-19 e supportiamo il presidente Cyril Ramaphosa nella sua decisione di adottare misure estreme per garantire la sicurezza della nazione», ha affermato l’amministratore delegato di Vinpro, Rico Basson. La preoccupazione per il divieto di esportazione inizialmente imposto dal governo ha però spinto Vinpro a coalizzarsi con SA Liquor Brand Owners Association e Wines of South Africa: dopo una settimana di mediazione, è arrivata l’autorizzazione all’export per categorie come il vino e altri prodotti freschi.

In Cile

meno volume ma più qualità

«Quella che è stata inizialmente percepita come una situazione complicata da gestire», spiega Christian Blanc, amministratore delegato di Casas del Bosque nella valle di Casablanca, in Cile, «è finita per essere di grande aiuto al fine di terminare questo raccolto il più presto possibile».

L’obiettivo: concludere la vendemmia entro Pasqua

Il suo team sta infatti accelerando la raccolta dell’uva nel tentativo di portarla in cantina entro Pasqua, prima che il virus raggiunga il picco atteso in Cile. «Per questo motivo», dice, «il volume complessivo del raccolto sarà inferiore al solito, ma non avremo alcun effetto sulla qualità».

Vendemmia a Casas del Bosque

In Argentina

l’impegno per garantire il lavoro in sicurezza

A Mendoza, capitale del vino argentino, Paula Borgo, enologo capo di Bodega Séptima, non ha difficoltà ad ammettere che questa del Covid-19 è una delle maggiori sfide che la vita le abbia posto. «Non solo», dice, «ma in 25 anni di vendemmie non avevo mai dovuto decidere anche sulla salute dei lavoratori». Salute di cui molte altre aziende si preoccupano.

I protocolli di sanificazione nel corso della vendemmia

«Tutti i nostri dipendenti hanno uno spray alcolico individuale per pulire superfici, strumenti, tappi, valvole, pompe e tutto ciò che toccano», spiega Karim Mussi, enologo di diverse cantine e marchi a Mendoza, tra cui Bodega Altocedro e Bodega Alandes. «Ogni cancello o porta della cantina dispone di un’area per la pulizia degli scarponi con una soluzione disinfettante».

Bodega Garzón

Una sfida globale

dall’Uruguay alla Nuova Zelanda

A Bodega Garzón, a Maldonado (Uruguay), l’amministratore delegato Christian Wylie spiega come l’azienda stia gestendo il trasporto dei dipendenti da e verso la cantina al fine di ridurre al minimo i contatti esterni. Nelle regioni più fredde della Nuova Zelanda, invece, la raccolta sarà più prolungata.

Trarre il meglio da una situazione difficile

Per Blair Walter, winemaker di Felton Road, nel centro della regione di Otago, il recente abbassamento delle temperature dopo un imprevisto inizio della vendemmia hanno permesso al suo staff di rallentare e trarre il meglio da una situazione difficile. «Pur prendendo tutte le necessarie precauzioni di allontanamento sociale e sicurezza, al lavoro possiamo godere di pranzi più lunghi, accompagnati da ottime bottiglie di vino», racconta Walter con una punta di ironia.

In apertura: vendemmia a Bodega Alandes

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© Riproduzione riservata - 10/04/2020

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