Il vino da meditazione spagnolo, un tempo solo per veri intenditori, viene ora proposto anche nella miscelazione o per accompagnare tutto il pasto, dall’aperitivo al dolce. Il fermento delle piccole Bodegas e le versioni secche
A volte ritornano. Anzi, i grandi classici lo fanno sempre: è il destino dei prodotti autentici che, al di là delle mode e dei gusti passeggeri dei consumatori, riescono a raccontare una storia, un luogo, una tradizione. Non deve stupire, allora, che anche lo Sherry stia suscitando una rinnovata attenzione. Il vino fortificato spagnolo cattura la curiosità anche grazie a chi ama proporlo in una nuova veste. Non più solamente come vino da meditazione – così come recitano alcuni superati manuali di degustazione – ma anche da miscelazione o vino gastronomico e versatile, capace di accompagnare un intero pasto. Abbinato a una cucina contemporanea, dall’aperitivo al dolce, lo Sherry rimane un vino antico che piace molto ai nuovi consumatori.
Un po’ di storia
Prodotto storicamente nel famoso triangolo formato dalle città di Jerez de la Frontera, Sanlúcar de Barrameda e El Puerto de Santa María, e suddiviso in diversi stili principalmente in base al processo di fortificazione e invecchiamento, lo Sherry è stato considerato per secoli un prodotto per veri intenditori. Ma la complessità di questa che è stata la prima Denominación de Origen spagnola ha, d’altro canto, contribuito ad allontanare i degustatori meno sofisticati.
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