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Sentori di fumo nel vino, nelle uve la “memoria” degli incendi

Sentori di fumo nel vino, nelle uve la “memoria” degli incendi

Dopo le devastazioni provocate dagli incendi, i produttori della California si trovano a fare i conti con gli effetti del fumo nel vino. Sono varie le soluzioni allo studio per questo problema e le perdite sono ingenti. Ma tanti viticoltori non si arrendono e vogliono vinificare anche in quest’anno così difficile.


Dopo i disastrosi incendi che hanno colpito la costa occidentale degli Usa mettendo a dura prova tre dei primi quattro stati produttori di vino statunitense, molti consumatori hanno iniziato a chiedersi quali saranno gli effetti del fumo sui vini. Come spiega un articolo di Wine Spectator, dove c’è fuoco, c’è fumo e il suo odore può conferire sapori e aromi affumicati sgradevoli non tanto all’uva, quanto al vino.

L’impatto del fumo sui vini

Per cercare di rispondere alle tante domande poste anche dai viticoltori, gli scienziati dell’Oregon State University hanno analizzato quasi 500 campioni di uva raggiunta dal fumo durante i recenti incendi. Elizabeth Tomasino e Michael Qian studiano la chimica del vino e hanno cercato di valutare tramite precise analisi quanto gravemente il fumo abbia colpito le uve per aiutare i viticoltori a decidere se trasformarle in vino oppure no. Sebbene i ricercatori siano in grado di fornire alcune indicazioni ai produttori, rimangono molte domande sull’impatto del fumo sul vino.

Tante domande senza risposta

Ancora non si sa, per esempio, in quale momento dello sviluppo dell’uva il frutto sia più vulnerabile all’esposizione al fumo, quali composti nel fumo contribuiscano a produrre un vino dal sapore affumicato e quali soglie di tali composti i bevitori di vino potrebbero accettare. Non si sa, inoltre, come rimuovere quei composti senza influire sulla qualità del vino. «Siamo sicuramente in grado di ottenere queste risposte», ha detto Tomasino, «ma ci vorrà un po’ di tempo» (News Channel 21).

La distillazione è una soluzione

«Esistono tecniche per rimuovere il sentore di fumo, ma spesso sono costose ed è difficile prevedere la loro efficacia», afferma Anita Oberholster dell’Università della California Davis. E aggiunge: «Qualsiasi trattamento, inoltre ha un impatto sulla qualità complessiva del vino». Ma Wine Enthusiast porta la testimonianza di un distillatore australiano che pare aver trovato una soluzione producendo distillati da uve contaminate dal fumo. Sebbene possa sembrare una magra consolazione per i produttori, presenta comunque un’interessante alternativa.

Sonoma County, danni per 152 milioni di dollari (almeno)

È questa la cifra che i produttori della sola contea di Sonoma si aspettano di perdere a causa degli incendi degli scorsi mesi. Un sondaggio condotto dagli stessi viticoltori ha stimato che fino al 30% dell’uva del 2020 è stata lasciata appesa alle viti a causa del fumo e almeno il 70% degli agricoltori locali ha affermato di avere frutta che è stata rifiutata poiché l’uva mostrava la comparsa di sostanze chimiche legate alla contaminazione da fumo. Grazie a un picco di caldo di metà agosto, la maggior parte delle uve bianche è stata raccolta prima che il fuoco colpisse la regione, ma nel complesso, i coltivatori della costa settentrionale delle contee di Sonoma, Napa, Lake e Mendocino potrebbero perdere 473 milioni di dollari (The Press Democrat).

Diminuiscono le quantità, aumenteranno i prezzi

Altri danni saranno, inoltre, visibili non solo per l’annata in corso, ma anche a lungo termine. La riduzione di vino potrebbe infatti rendere necessario l’aumento dei prezzi delle bottiglie nei prossimi anni, perché le cantine non rischieranno di compromettere la loro reputazione producendo vino che non è della qualità che i consumatori si aspettano (Usa Today).

Ma i produttori di Napa non si arrendono

Anche se, secondo quanto riportato in un recente articolo di The drinks business pare che ben l’80% delle Cantine della Napa Valley abbia intenzione di proseguire la vinificazione dell’annata 2020. Esemplare la dichiarazione di Tor Kenward di Tor Wines che, dopo aver assistito in prima persona agli alti e bassi di 43 annate, spera che Napa e Sonoma usciranno ancora più forti dalle disavventure del 2020: «È nel nostro DNA di agricoltori e produttori di vino vedere il bicchiere mezzo pieno e qualunque cosa abbiamo versato in quel bicchiere come oggetto di grande orgoglio. Non ci sarà molto vino, ma quello che faremo rifletterà quell’orgoglio».

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© Riproduzione riservata - 29/10/2020

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