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Ruffino: l’archetipo della tradizione

7 Aprile 2011 Roger Sesto
Fondata nel 1877 a Pontassieve (Firenze), Ruffino ha da sempre fatto dei grandi classici toscani il cuore della propria produzione. E il Chianti Classico Riserva Ducale Oro può essere considerato l’archetipo del vino della tradizione, fra quelli della Maison. Anche se la sua prima annata è datata 1947, le basi per la creazione di questo nettare sono poste fin dalla nascita dell’azienda, avvenuta 70 anni prima. Subito, infatti, fu creata una speciale selezione a base Sangiovese, denominata Chianti Stravecchio, pensato come etichetta delle grandi occasioni, capace di lungo invecchiamento, rivoluzionario per la mentalità contadina di fine Ottocento. Il Riserva Ducale Oro rappresenta perciò l’ulteriore selezione di questo vino, diventando poi, con la legge sulle denominazioni, un Chianti Classico Riserva. I segreti alla base della sua longevità? Per prima cosa la possibilità in ogni annata di scegliere le uve dei migliori vigneti di tre diverse tenute: Santedame, Gretole e Montemasso; indi un approccio tradizionale in cantina, seguito oggi dall’enologo Gabriele Tacconi: botti grandi e affinamenti lunghissimi; infine una lunga esperienza e l’innata capacità del Sangiovese di evolvere in modo virtuoso completano il quadro. Le vecchie annate vengono accantonate per costituire la memoria storica dell’azienda. Il loro impiego principale è per degustazioni verticali destinate a operatori e giornalisti; alcune annate particolari, accumulate in quantitativi maggiori, sono anche messe a listino per la vendita. I millesimi oggi più entusiasmanti del Ducale Oro sono l’elegante 1985 (che  includeva una piccola frazione di uve bianche, cosa permessa all’epoca dal disciplinare) e l’ancor giovane 1995. Ma vanno altresì poste in evidenza la storica e sempre fresca e vitale 1955; l’aromatica e complessa 1977, la straordinaria e setosa 1990.

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