In Italia

In Italia

Il Ruchè, vigoroso e resistente a freddo e malattie

31 Luglio 2017 Roger Sesto
Il Ruchè è un vitigno a bacca rossa con vigoria vegetativa media e produttività buona. Anticipa notevolmente la maturazione rispetto ad altre varietà tipiche della zona e nelle ultime fasi realizza performance agronomiche in tempi ridottissimi. Predilige terreni calcareo-argillosi, nei quali dà origine a vini con bouquet di maggiore intensità e caratterizzazione. Le forme di allevamento più adatte sono il cordone speronato e il Guyot, con impianti molto fitti.

Vitigno forte e di carattere

Si caratterizza per un’elevata tolleranza dei freddi invernali e primaverili, e per una più che discreta resistenza alle malattie. Il Ruchè di Castagnole Monferrato Docg è un vino dal carattere inconfondibile; i piacevoli sentori floreali di rosa e viola, le note fruttate di albicocca e la speziatura che emerge con l’evoluzione lo rendono immediatamente riconoscibile nel bicchiere.

Montalbera e il Ruchè, amore di una vita

L’azienda Montalbera di Castagnole Monferrato (in foto) crede da sempre nel Ruchè e nella sua unicità. Per questo ha scelto di investire in una ricerca in grado di tracciare la patente genetica di un vitigno dalle origini incerte e spesso collocato accanto ad altre varietà in realtà molto distanti per terroir ed espressione. Obiettivo del lavoro (svolto dal laboratorio Bioaesis di Jesi) è stato quello di utilizzare il Dna come un invisibile barcode per determinare la tracciabilità genetica del vitigno. Tutte le analisi effettuate hanno confermato che il Ruchè possiede un suo assetto genetico caratteristico e diverso dalle altre varietà di vite presenti nei database.

Fondamentale l'epoca della vendemmia

La vendemmia ha luogo nella prima metà di settembre, quando l’uva concentra molti zuccheri con elevate gradazioni potenziali, un tenore antocianico medio e una trama tannica non troppo fitta. Durante la fermentazione alcolica l’acidità tende ad alzarsi molto, pertanto la scelta del periodo vendemmiale va fatta in previsione dell’acidità che si vuole ottenere a scapito della concentrazione zuccherina.
Per conoscere gli altri autoctoni del Piemonte clicca qui
L’articolo completo è su Civiltà del bere 3/2017. Per continuare a leggere acquista il numero sul nostro store (anche in digitale) o scrivi a store@civiltadelbere.com

In Italia

WOW! The Italian Wine Competition 2025: i 9 Best in Class

Ecco i vini più meritevoli per tipologia, che hanno conquistato la giuria […]

Leggi tutto

Cantina Terlano: l’evoluzione dei grandi bianchi attraverso le annate

Una verticale che abbraccia oltre trent’anni e le etichette di punta aziendali, […]

Leggi tutto

Barolo Serralunga d’Alba: il 2022 è fuori dai canoni

A Serralunga Day, abbiamo assaggiato Barolo con la menzione geografica comunale che […]

Leggi tutto

Livon e i 40 anni della Donna alata di Erté

Era il 1985 quando Valneo Livon si innamorò di una sinuosa illustrazione […]

Leggi tutto

Rottensteiner presenta Trigon e alza l’asticella del Lagrein

A Milano ha debuttato la nuova etichetta dedicata da Judith e Hannes […]

Leggi tutto

Comitato Conegliano e Valdobbiadene: gli intenti in un Manifesto

Nata un anno fa, l’associazione ha messo per iscritto gli impegni di […]

Leggi tutto

Ricordo di Ampelio Bucci, maestro del Verdicchio dei Castelli di Jesi

Il produttore marchigiano si è spento il 21 agosto all’età di 89 […]

Leggi tutto

Alla Gorgona 10 anni dopo, dove il vino profuma di riscatto

Sull’isola-penitenziario dell’arcipelago Toscano (che è “colonia penale agricola” dal 1869) abbiamo assaggiato […]

Leggi tutto

WOW! The Italian Wine Competition 2025: le 239 medaglie d’oro

Vi sveliamo in anteprima i campioni assoluti dell’ottava edizione del nostro contest […]

Leggi tutto
X

Hai dimenticato la Password?

Registrati