In Italia

In Italia

Ronchi di Cialla: il fascino degli autoctoni

15 Aprile 2010 Roger Sesto
La famiglia Rapuzzi è custode della sottozona Cialla dei Colli Orientali del Friuli. Una chiacchierata con Pierpaolo Rapuzzi è illuminante per capire la loro propensione a produrre vini di lunghissimo corso. «Per noi il Ciallabianco rappresenta una costante ricerca. Già nel XV secolo qui si produceva un uvaggio di Picolit, Verduzzo e Ribolla conservato in carati. Non abbiamo fatto altro che rivitalizzare la tradizione. La nostra idea del Bianco di Cialla è un assemblaggio di Ribolla gialla, Picolit e Verduzzo vinificati in legno. Fino al 2004 la ricetta era: 50% Ribolla, 40% Verduzzo e 10% Picolit; dal 2005: 60% Ribolla, 35% Picolit e 5% Verduzzo. Una modifica intesa a elevarne l’eleganza. Dallo stesso anno abbiamo deciso di impiegare solo uve di vecchie vigne, per migliorare la complessità». So che voi avete un listino di vendita nel quale inserite numerose annate vecchie, oltre a prevedere rabbocchi periodici delle bottiglie più importanti. «Esatto. E tra le annate in commercio mi piacciono molto le più vecchie, 1993 e 1994, un interessante esempio di come un vino bianco possa sfidare il tempo. Annate veramente belle e complete sono la 1997, 1999 e 2001. Per le vendemmie dalla 2005 in poi, la nuova composizione dell’uvaggio fa immaginare grandi emozioni future, ma bisogna aspettare!». Puntate molto anche sullo Schioppettino, presente a listino sempre con diverse annate e formati, giusto? «Sì, questo vino fa parte del nostro Dna, salvato dalla mia famiglia nel 1970 quando ormai era praticamente estinto, grazie anche all’aiuto di Luigi Veronelli e della famiglia Nonino. Impressionano la sua estrema localizzazione (Cialla, Albana e Prepotto) e le precise esigenze ambientali e agronomiche. Le annate che più ci colpiscono sono la 1983, la 1985, ma anche la 1977 sa ancora emozionare. Tra quelle più recenti trovo affascinanti la 1997 e la 2001, per la complessità e speziatura».

In Italia

Sorgono e il Mandrolisai, un territorio ricco di fascino e vecchie vigne da preservare

Riflessioni a margine della manifestazione “Autunno in Barbagia”, che ci ha permesso […]

Leggi tutto

Moncalisse, il Trentodoc di Karoline e Julia Walch

Nasce alle pendici del Caliso, da cui il nome, in una posizione […]

Leggi tutto

I vini del Collio tra posizionamento e percezione rispetto al territorio

La nuova manifestazione Collio Evolution (andata in scena lo scorso 25-27 ottobre) […]

Leggi tutto

I Vignaioli Valle di Mezzane presentano la Carta dei suoli in 3D all’Enoluogo

Frutto di un lavoro di zonazione, la nuova mappa della vallata che […]

Leggi tutto

Cantine Torrevento torna al 100% del controllo societario

Più che di un’acquisizione, una riacquisizione. Le Cantine Torrevento hanno riacquisito il […]

Leggi tutto

Conte Vistarino, 160 anni di Metodo Classico dell’Oltrepò

Con il 1865 la Cantina di Rocca de’ Giorgi festeggia l’anniversario della […]

Leggi tutto

La Colombera: la scommessa sul Timorasso di Elisa Semino

Enologa e allieva di Attilio Scienza, fa parte dei giovani viticoltori dei […]

Leggi tutto

Epokale 2017, la scienza dietro il segreto della longevità aromatica del Gewürztraminer

Gli anni di affinamento al buio nell’ex miniera di Ridanna salgono a […]

Leggi tutto
X

Hai dimenticato la Password?

Registrati