Rocca delle Macìe, omaggio a Italo Zingarelli
A mezzo secolo dal lancio del film Lo chiamavano Trinità, i figli Sergio, Sandra e Fabio omaggiano il produttore cinematografico e fondatore di Rocca delle Macìe con una limited edition di 1.970 Magnum. Tra le iniziative anche la nascita di un museo e il restauro della pellicola originale.
Il 22 dicembre 1970 usciva nelle sale Lo chiamavano Trinità, un film destinato a fare la storia del cinema italiano, segnando l’evoluzione dallo “spaghetti western” al “fagioli western” (filone decisamente più comico e meno cruento) e consacrando l’inossidabile coppia Bud Spencer – Terence Hill.
Il sogno realizzato di Italo Zingarelli
Senza Lo chiamavano Trinità, forse non sarebbe mai nata Rocca delle Macìe. A fondarla, nel 1973, fu infatti Italo Zingarelli, lungimirante produttore della pellicola e del suo altrettanto fortunato sequel, Continuavano a chiamarlo Trinità. Come spiega il figlio Sergio Zingarelli: «Il successo ottenuto permise a papà di acquistare la tenuta a Castellina in Chianti e realizzare il sogno di un’azienda vitivinicola nel cuore del Chianti Classico».
Film che uniscono le generazioni
«Il 2020 segna i 50 anni di Lo chiamavano Trinità, il 2021 quelli di Continuavano a chiamarlo Trinità», precisa Sandra Zingarelli. «Abbiamo deciso di unire gli anniversari e celebrare la figura di nostro padre attraverso questi due film che sono entrati nell’immaginario collettivo, dispensando sorrisi e piccoli momenti di felicità di generazione in generazione». Lo scorso luglio a Rocca delle Macìe si è tenuta una serata commemorativa alla presenza, tra gli altri, di Terence Hill e Cristiana e Diamante Pedersoli, figlie di Bud Spencer.
Rocca delle Macìe, cinematic winery
Nel complesso aziendale è stato inaugurato il Piccolo Museo Italo-Trinità, realizzato con l’Officina Grafica di Firenze. Il percorso espositivo ricorda la carriera cinematografica di Italo Zingarelli attraverso cimeli, documenti d’epoca, foto di famiglia e di scena. «Abbiamo creato una vera e propria movie destination nel cuore del Chianti Classico facendo di Rocca delle Macie la prima cinematic winery italiana», precisa Sergio Zingarelli, che oggi guida la Cantina.
Il Chianti Classico Gran Selezione omaggio a Italo
Da ricordare anche il restauro della pellicola originale Lo chiamavano Trinità in collaborazione con la Cineteca di Bologna; ma soprattutto l’edizione limitata di 1.970 Magnum di Chianti Classico Gran Selezione 2016 “vestite” con lo special packaging Lo chiamavano Trinità. Sull’etichetta, oltre al titolo del film e alla riproduzione dell’illustrazione della locandina, si leggono la dedica “A nostro padre Italo” e le firme dei figli Sandra, Sergio e Fabio.
Un blend armonioso da suoli diversi
«Le uve provengono da due vigneti distinti situati nelle prime tenute acquistate da papà nel 1973: Le Macìe e Sant’Alfonso», conclude Sergio Zingarelli. «Si tratta di un blend di due terreni profondamente diversi – alberese il primo, molto argilloso il secondo – come diversi sono stati i caratteri dei due protagonisti del film Bud e Terence: la forza e la leggerezza».
Foto di apertura: Sergio Zingarelli con i fratelli Sandra e Fabio e l’attore Terence Hill
ROCCA DELLE MACÌE
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Tag: Fabio Zingarelli, Italo Zingarelli, Lo Chiamavano Trinità, Rocca delle Macìe, Sandra Zingarelli, Sergio ZingarelliRealizzato in collaborazione con Rocca delle Macìe
Questo articolo è tratto da Civiltà del bere 4/2021. AcquistaSei abbonato digitale o premium? Sfoglia la rivista o scarica il pdf
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© Riproduzione riservata - 16/09/2021