Secondo una ricerca Ismea, le nostre aziende (di trasformazione) sono di dimensioni ridotte ma stabili dal punto di vista finanziario. Il vino anche, ma ha scarsa redditività. Il ritardo su produttività e sviluppo potrebbe costarci caro, visto il calo dell’export in valore (-3,7%) e quantità (-1,2%).
La filiera alimentare italiana può essere rappresentata considerando ai due estremi 60,7 milioni di consumatori da un lato e 1,1 milioni di aziende agricole dall’altro. Tra questi estremi si collocano le circa 57 mila imprese della prima e seconda trasformazione industriale, le oltre 42 mila imprese della distribuzione moderna e organizzata, le quasi 110 mila del commercio al dettaglio tradizionale e specializzato e le circa 274 mila imprese della ristorazione.
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