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Produzione di vino nel mondo: le stime 2022 al Congresso dell’Oiv

Produzione di vino nel mondo: le stime 2022 al Congresso dell’Oiv

Sebbene la maggior parte dei Paesi produttori abbia dovuto affrontare lunghi periodi senza piogge e intense ondate di calore, la produzione globale dovrebbe rimanere stabile nel 2022. Durante l’incontro si è discusso anche di resilienza al cambiamento climatico e gestione delle risorse idriche.

Per approfondimenti: Decanter, Meininger’s Wine Business International e La Revue du Vin de France

Le stime della performance globale del vino nel 2022 sono state annunciate e analizzate durante il 43° Congresso mondiale della vite e del vino organizzato dell’Oiv. L’annuale incontro si è tenuto dal 31 ottobre al 4 novembre a Ensenada, Baja California, Messico. Intervenendo alla conferenza di apertura dell’evento, il direttore generale dell’Oiv Pau Roca ha fornito una panoramica sulla situazione attuale del settore vitivinicolo presentando i numeri chiave dell’anno.

stime OIV 2022
Il direttore generale Oiv Pau Roca

Resilienza al cambiamento climatico e gestione delle risorse idriche

Nonostante le sfide presentate da eventi meteorologici sempre più estremi, la resilienza al cambiamento climatico e la gestione dell’acqua hanno rappresentato i due principali temi del congresso Oiv. La grave siccità di quest’anno non può essere trascurata.
«Il cambiamento climatico è reale ed è, senza dubbio, una delle sfide più importanti del nostro settore», ha affermato Roca. «Le anomalie meteorologiche sono diventate la nuova normalità; probabilmente dovremmo riconoscere il loro verificarsi in modo regolare invece di trattarle come emergenze» (Decanter). Alcuni Paesi solitamente più freschi hanno però beneficiato del clima arido; in Germania e in Svizzera, per esempio, la pressione per le malattie fungine è stata notevolmente inferiore (Meininger’s Wine Business International).

Il volume di vino prodotto quest’anno sarà di circa 260 milioni di ettolitri

Vendemmia 2022: numeri stabili nonostante le sfide

Anche se la maggior parte dei Paesi produttori di vino ha affrontato lunghi periodi senza piogge e sopportato intense ondate di calore, la produzione mondiale dovrebbe rimanere stabile nel 2022. I dati raccolti dall’Oiv si basano sulle vendemmie in 29 Paesi, ma mancano quelli dalla Cina e dalla Russia. Il volume di vino prodotto quest’anno si attesta, dunque, a circa 260 milioni di ettolitri (una forbice tra 257,5 e 262,3 milioni di hl, esclusi mosti e succhi d’uva), con una diminuzione del -1% rispetto al 2021. Se le previsioni verranno effettivamente confermate, il 2022 sarà il quarto anno consecutivo in la cui produzione mondiale è leggermente al di sotto della media ventennale (La Revue du Vin de France).

Emisfero Nord: l’Italia si conferma primo produttore per volume

Nei Paesi produttori dell’Unione Europea le rese sono state superiori alle aspettative iniziali grazie alle precipitazioni arrivate prima della vendemmia; ma i numeri cambiano molto da una zona viticola all’altra. In generale, le performance positive registrate in Italia (volumi in linea con la 2021), Francia (+17% rispetto al 2021) e Germania (con 8,9 milioni di hl, in crescita del 2%) hanno bilanciato i bassi raccolti in Spagna (-6%) e Grecia (-29%), entrambe particolarmente colpite dall’ondata di caldo durante l’estate. La Francia si sta riprendendo dalla disastrosa vendemmia del 2021 con previsioni di produzione di 44,2 milioni di hl. L’Italia resta il primo produttore mondiale di vino per volume, con 50,3 milioni di hl. Dall’altra parte dell’Atlantico, gli Usa hanno registrato un calo del -4% a causa della siccità, con una produzione stimata di 23,1 milioni di hl.

Emisfero Sud: produzione in calo con l’eccezione della Nuova Zelanda

La produzione di vino nell’emisfero australe è stata del -7% inferiore rispetto al 2021, ma in linea con la media dei cinque anni precedenti. Il Cile è stato il maggior produttore a sud dell’Equatore con 12,4 milioni di ettolitri; questa cifra è inferiore del 7% alla produzione eccezionalmente elevata dello scorso anno, ma comunque superiore alla media quinquennale del Paese. Segue l’Australia, che ha registrato un calo del 18% rispetto allo scorso anno, per un totale di 12,1 milioni di hl. La Nuova Zelanda rappresenta un’eccezione, in quanto ha registrato la sua più grande produzione di sempre; 3,8 milioni di ettolitri – il 44% in più rispetto al 2021 – grazie alle condizioni climatiche favorevoli. Complessivamente, nel 2022 l’emisfero sud rappresenta circa il 21% della produzione mondiale di vino.

Diminuzione costante della superficie vitata

Uno sguardo all’evoluzione della superficie vitata rivela, inoltre, una diminuzione costante del vigneto mondiale dall’inizio del nuovo millennio. Secondo quanto riportato da Decanter, la tendenza è dipesa dalle rigide limitazioni ai nuovi impianti nell’UE e da un rallentamento dell’espansione della superficie vitata da parte della Cina. Quest’ultimo dato può essere letto sia come un aggiustamento dopo un periodo di crescita esponenziale, sia come una risposta ai cambiamenti della domanda, in particolare nel post-Covid.

La risposta dell’Oiv al trend negativo

Secondo Pau Roca e Luigi Moio, quest’ultimo presidente dell’Oiv, il trend complessivamente negativo è anche il risultato di una maggiore attenzione verso il consumo dell’alcol e di alcuni messaggi proibizionisti. A questi Moio risponde così: «Dobbiamo essere determinati nel distinguere il vino dalle altre bevande alcoliche. Il vino è unico per il modo in cui si produce, gustato e indissolubilmente legato al cibo». Pau Roca si è aggiunto al discorso affermando: «La legittimità del vino – dal punto di vista culturale, economico, gastronomico e sociale – è insindacabile».

Foto di apertura: secondo le stime dell’Oiv la produzione di vino dovrebbe rimanere stabile nel 2022 © R. Rajput – Unsplash

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© Riproduzione riservata - 10/11/2022

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