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Premio Gambelli 2016 a Sebastian Nasello, 28 anni

17 Febbraio 2016 Anita Franzon
Dopo tre edizioni vinte da enologi piemontesi, il Premio Gambelli 2016 va al giovane toscano Sebastian Nasello, 28 anni. I vini da lui presentati hanno convinto la giuria di ASET (Associazione Stampa Enogastroalimentare Toscana), capitanata dal giornalista Carlo Macchi, per la loro “gambellianità”. «Con questo termine intendiamo un vino creato nel rispetto della natura, con l'uva che si ha a disposizione a seconda dell'annata, senza artificiosità, ma con tutta la semplicità con cui si può portare avanti il processo di vinificazione», spiega Carlo Macchi.

Chi è Sebastian Nasello?

Classe 1987, il toscano Sebastian Nasello ha conseguito la laurea in enologia a Pisa, e poi è approdato nel 2009 al Podere Le Ripi di Montalcino. «Sono molto felice», dichiara il vincitore, «anche se non amo troppo essere ai centro dei riflettori. Preferisco lasciar parlare i vini». Sebastian Nasello, poche chiacchiere e tanto lavoro, oggi è anche amministratore delegato di Podere Le Ripi. Il Premio Gambelli agli enologi under 35 Creato nel 2012 da ASET e da IGP (blog network “I Giovani Promettenti”), supportato inoltre dai 4 Consorzi del vino toscano, il concorso premia l'enologo under 35 il cui lavoro abbia saputo incarnare l'idea del vino di un grande Maestro del Sangiovese come Giulio Gambelli. La cerimonia di premiazione si è svolta ieri all'Hotel Villa San Paolo di San Gimignano (SI), nell'ambito dell'anteprima della Vernaccia di San Gimignano. La giuria ha passato in rassegna, rigorosamente alla cieca, 47 campioni di vino, di cui 29 rossi, 17 bianchi e un solo vino dolce. La vincita consiste in una prestigiosa targa e in un assegno da 1500 euro, e non viene conferita all'azienda, ma all'enologo. Oggi giunto alla sua quarta edizione, il premio è diventato un punto di riferimento per i giovani enologi che intendono portare avanti un discorso di qualità del vino nel rispetto della terra e della tradizione.

“Giulio Gambelli, l'uomo che sapeva ascoltare il vino”

È il titolo del libro scritto da Carlo Macchi, uscito per Slow Food Editore e presentato in occasione del premio dedicato all'uomo che, insieme a Giacomo Tachis, più ha influenzato il vino toscano di qualità dal dopoguerra ai giorni nostri. Giulio Gambelli era un autodidatta, un uomo all'antica che sapeva dare valore al tempo, al territorio e al vino. «Un palato come quello di Gambelli non è facile da raccontare. Era un genio e ha insegnato l'arte del fare vino a tutta la prima generazione di produttori toscani di qualità», conclude Carlo Macchi.

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