La peronospora a Jerez tra i vigneti dello Sherry
Non bastava l’annosa crisi dei consumi a perseguitare i produttori spagnoli di Sherry. Ecco che quest’anno ci si mette anche la forte presenza della peronospora a Jerez de la Frontera, che rischia di decimare molti degli impianti vitati destinati a questa produzione. Insomma, come si usa dire in Toscana, agli zoppi grucciate!
Terrore per lo Sherry
L’allarme è scattato in queste ultime settimane quando i viticoltori dell’area del Marco de Jerez si sono accorti che molti vigneti, specie nella zona di Sanlúcar de Barrameda (nome noto ai gourmet di tutto il mondo per i suoi celebri gamberoni innaffiati appunto di manzanilla), sono stati attaccati dal terribile fungo. Sulla stampa locale si parla addirittura di “terrore” per lo Sherry poiché nella zona della costa nord occidentale viene stimata una perdita di raccolto nella prossima vendemmia tra il 50 e il 70%. In particolare, i danni previsti nel territorio di Trebujena è tra il 30 e il 60% in funzione della vicinanza al Guadalquivir, il fiume che lambisce Sanlúcar, mentre nella zona di Chipiona il danno è stimato nell’ordine del 50%. Inoltre, la peronospora si sta propagando anche nella parte più centrale della zona di produzione dello Sherry, dove gli effetti si stanno già manifestando sebbene con percentuali minori.
Le cause della peronospora a Jerez
Purtroppo, secondo il presidente di Asevi (Asociación de Viñistas Independientes) Francisco Guerrero, la comparsa e lo sviluppo della malattia è stata favorita da vari fattori, e tra questi anche la mancanza di adeguati trattamenti in vigna a causa delle perduranti difficoltà economiche dei piccoli viticoltori. “Questo è un anno siccitoso, e quei viticoltori che non se la passano bene economicamente hanno ridotto al minimo le spese”, spiega il presidente, “mentre le piogge di maggio hanno colto di sorpresa le vigne che avevano già subìto il trattamento e anche quelle già trattate”. Guerrero rileva però che nella zona più vicina a Jerez de la Frontera la peronospora è entrata ma con minore virulenza. Tuttavia ritiene che sia ancora troppo presto per valutare i possibili danni al raccolto, per cui ogni decisione da adottare è rimandata a un’assemblea straordinaria che si terrà il prossimo 1° luglio.
Il futuro dello Sherry
Di certo questa nuova batosta non favorisce la sia pur minima ed auspicata ripresa produttiva e commerciale di un vino storico come lo Sherry, che nel corso degli ultimi decenni ha visto implacabilmente perdere il proprio appeal e soprattutto i consumi. Classico vino da aperitivo e per gli spagnoli ideale accompagnamento alle amate tapas, la concorrenza di spumanti e vini bianchi tranquilli ha sicuramente contribuito a distogliere l’interesse dei consumatori dallo Sherry, in misura senza dubbio superiore a quanto avvenuto per un altro storico vino come il Porto. Chissà che la peronospora, dopo aver distrutto parte del raccolto della vendemmia 2016 nei vigneti di quest’angolo di Spagna, non sia di stimolo ai vignaioli e alle cantine di Jerez per rilanciarsi in grande stile. Auguri!
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