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Paternoster: tra le nostre virtù, l’equilibrio

17 Settembre 2013 Roger Sesto
«Tradizione e conoscenza delle potenzialità del territorio, ci hanno sempre suggerito di approcciare i nostri Vulture con qualche anno in più rispetto ai tempi canonici di uscita di altri vini, per apprezzarne eleganza ed armonia», esordisce Vito Paternoster (nella foto). «La nostra azienda di Barile (www.paternostervini.it) nasce nel 1925 e l’Aglianico è presente da oltre 2000 anni con tutte le sue caratteristiche di vitigno/vino importante e longevo: come avremmo potuto deludere i nostri clienti e tradire un territorio, proponendo vinelli di annata?». I SEGRETI DELL'INVECCHIAMENTO - A cosa è dovuta tanta longevità? «Vitigno a parte, importante è un lavoro equilibrato in vigna e in cantina: no a rese troppo basse o troppo alte, né a macerazioni o rimontaggi eccessivi, inutili per il ricco Aglianico». Ci facciamo raccontare dello storico. «L’avere una biblioteca di vecchie annate è motivo di orgoglio per noi, un patrimonio che racconta la nostra storia. Il poter proporre verticali di oltre vent’anni ci gratifica più che l’ottenere buoni punteggi nelle guide enologiche: al cospetto di una vecchia annata ancora in splendida forma, ogni precedente giudizio vacilla e va rimesso in discussione». LE ANNATE TOP - Il discorso tocca le vendemmie migliori. «Naturalmente devo parlare del Don Anselmo, Aglianico del Vulture Doc, il nostro portabandiera. In realtà non è stato sempre prodotto, e quindi abbiamo già compiuto all’origine una selezione. Nondimeno alcuni millesimi meritano una menzione. Dal 1985, anno del suo debutto, al 1990, dal 1994 al 1997, sino allo straordinario 2001 e al più recente 2005, annata del 20° anniversario. Ma al di là delle specifiche annate, a Paternoster viene riconosciuta una coerenza stilistica, una filosofia di produzione e degli standard qualitativi costanti nel tempo. Caratteri quali eleganza, austerità e persistenza sono aspetti che caratterizzano sempre i nostri vini, e segnatamente il Don Anselmo». ALTRE DUE ETICHETTE - Nella gamma di Paternoster va anche ricordato il più “piccolo” Synthesi, vino di impronta tradizionale come il fratello maggiore, che può vantare un eccellente rapporto qualità-prezzo: «Se è vero che il valore di un’azienda si misura dal prodotto definito meno importante, il paradigmatico Synthesi incarna perfettamente questo concetto». Il Rotondo è un’altra selezione di pregio, di impostazione più moderna (affinato in barrique e non in botte) che svetta per freschezza, frutto e per una concentrazione intermedia fra Don Anselmo e Synthesi. Notevoli i Rotondo del 1998, 2001, 2004, 2006 e 2008. Con Don Anselmo costituiscono tre vini diversi, da vigne differenti ma dal medesimo vitigno, con difformi protocolli di vinificazione, ma accomunati da una mineralità paragonabile solo a quella di Langa.

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