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Palmento Costanzo, l’anima dell’Etna e delle sue Contrade

Palmento Costanzo, l’anima dell’Etna e delle sue Contrade

La Cantina siciliana di proprietà della famiglia Costanzo è frutto del recupero di un palmento ottocentesco circondato da vigneti centenari e prefillossera. La filosofia produttiva votata alla valorizzazione dei diversi terroir si concretizza nel progetto Contrade, che nasce qui, a Santo Spirito, e continua a espandersi negli altri versanti del vulcano.

Circa 13 anni fa, sul versante nord dell’Etna, contraddistinto da suoli vulcanici ricchi di minerali, sabbie e rocce di basalto, nasce il progetto della famiglia Costanzo. L’idea è quella di riavvicinarsi alla terra che li ha visti crescere, riappropriandosi di un fare artigiano e una conoscenza diretta della natura che si manifestano nella creazione di vini eleganti, unici ed espressivi del territorio. «Guidati da una forte passione per l’Etna e per i vini che qui si producono», ricorda Valeria Costanzo, «abbiamo acquistato 12 ettari che insistono attorno a una colata lavica del 1879 con un palmento ottocentesco, in Contrada Santo Spirito, nella rinomata frazione Passopisciaro. E abbiamo fondato l’azienda Palmento Costanzo, con un parco vitato popolato di piante prefillossera ad alberello che arrivano anche a 120 anni d’età».

Il palmento e la bioarchitettura

L’antico palmento in pietra lavica viene restaurato e oggi ospita una cantina moderna costruita secondo i principi della bioarchitettura. La struttura è illuminata da cinque coni che convogliano all’interno la luce, limitando la necessità di corrente elettrica. La vinificazione impiega le più moderne delle tecnologie con vasche termoregolate in acciaio inox, una cisterna ad “arancia”, che si sviluppa in verticale, suddivisa in spicchi per consentire l’affinamento di diversi vini, Ovum (botti in rovere francese a forma ovoidale che sfruttano i moti convettivi per favorire un bâtonnage naturale), botti Stockinger e anfore.

La filosofia produttiva

Si opta per una conduzione biologica del vigneto, virata di recente al biodinamico, sotto la supervisione dell’agronomo Adriano Zago. In cantina, con l’enologo Nicola Centonze, che presto sarà affiancato dalla figlia di Valeria Costanzo, Serena, prossima alla laurea a Bordeaux, si segue un approccio parcellare con vinificazioni separate al fine di ottenere in ogni annata la migliore rappresentazione possibile del terroir. Negli anni si acquisiscono altri vigneti, suddivisi in piccole parcelle di circa 2 ettari o poco meno, nelle Contrade Feudo di Mezzo, Bragaseggi, Zottorinoto nel versante nord, Cavaliere in quello sud-ovest; e a Milo (sul più fresco versante est) una vigna di 2 ettari entrerà in produzione tra 2 anni.

Palmento Costanzo
I bianchi Contrada Santo Spirito e Contrada Cavaliere esprimono la volontà della famiglia Costanzo di cimentarsi nella produzione di Etna Bianco Doc da contrade

Il progetto Contrade

La filosofia produttiva di Palmento Costanzo si traduce nella linea Contrade, che vede come primo esempio il Contrada Santo Spirito Etna Rosso Doc (60 euro), nato dalla selezione delle viti più vecchie. «Un unico vino, ma un progetto nato nel 2016 che contempla la parcellizzazione della contrada in tre diverse zone che portano il numero della mappa», spiega Valeria Costanzo. «I tre vini prodotti, seguendo lo stesso periodo di raccolta e filosofia, mettono in risalto le tre diverse zone a distanza di pochi metri, che danno vita a prodotti diversi per struttura e corpo». È un vino avvolgente, di ampia struttura e personalità, spiccata e vibrante acidità, che nasce da uve Nerello Mascalese (90%) e Nerello Cappuccio (10%), fermenta 20 giorni in tini tronco conici, matura 24 mesi nelle botti Ovum e affina per un anno in vetro.

I bianchi delle Contrade

Dalla stessa Contrada Santo Spirito arriva anche la versione Etna Bianco Doc da sole uve Carricante di vecchie viti ad alberello, di cui molte prefillossera. Vinificato in acciaio e tonneaux rimane a contatto coi lieviti per 12 mesi e affina per un anno in bottiglia. La volontà della famiglia Costanzo di cimentarsi in diverse produzioni di Etna Bianco si estende anche ad altre contrade. A sud-ovest, nel comune di Santa Maria di Licodia, nasce il Contrada Cavaliere (50 euro) da piante di 100 anni d’età allevate a 950 metri d’altezza, 100% Carricante. Mediterraneo, sapido e di grande persistenza, fermenta in acciaio con lieviti indigeni e affina 12 mesi in acciaio e tonneaux, più altri 8 in bottiglia. «E tra un paio di anni alla linea si aggiungerà anche un bianco superiore dalla vigna di Milo», conclude Valeria.

Le altre etichette di Palmento Costanzo

La gamma si completa con i vini più giovani, freschi e irruenti Mofete (che prendono nome da un fenomeno vulcanico): un rosso, un bianco e un rosato Etna Doc che nascono da viti con un’età fino a 30 anni. I Nero e Bianco Di Sei, da piante che arrivano al secolo di vita, dove “Di Sei” è il numero della classificazione dell’Etna nella mappa scientifica dei vulcani più attivi. Una piccola produzione di Metodo Classico, un brut e un rosé. E infine l’iconico Prefillossera Etna Rosso Doc (130 euro) prodotto da piante centenarie nei filari limitrofi al Palmento.

Foto di apertura: Palmento Costanzo è circondato da un parco vitato popolato da piante centenarie © Benedetto Tarantino

PALMENTO COSTANZO

Contrada Santo Spirito, Passopisciaro
Castiglione di Sicilia (Catania)
0942.98.32.39
hospitality@palmentocostanzo.com
www.palmentocostanzo.com
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© Riproduzione riservata - 16/12/2023

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