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Omaggio all’enologo Roberto Ferrarini

10 Dicembre 2014 Monica Sommacampagna
Valpolicella e mondo della ricerca enologica italiana in lutto per la morte di Roberto Ferrarini, professore di enologia al corso di Laurea in Scienze e Tecnologie Viticole ed Enologiche dell’Università di Verona e pionieristico luminare negli studi sul vino italiano. Ieri si sono svolti a Marano (Verona) i funerali solenni, dopo il rientro dal Cile dove l’enologo è spento per infarto a 61 anni e dove si era recato per partecipare al congresso mondiale dell’Organizzazione internazionale della vite e del vino, di cui era stimato membro. Una perdita incolmabile non solo per la sua fervida attività volta alla formazione di giovani enologi ma anche per la sua tempra innovativa. STIMATO ENOLOGO E RICERCATORE - «Ha offerto un contributo prezioso alla ricerca sui vini rossi, mettendo a punto tecniche oggi utilizzate da tutte le aziende per risolvere problemi di affinamento e maturazione di uva nella fase di appassimento» spiega Vasco Boatto, direttore del Cirve di Conegliano Veneto (Treviso). «Roberto era uno tra i pochi ricercatori in Italia che si è distinto per la sua capacità di trasformare innovazioni scientifiche in applicazioni, da macchinari a protocolli di vinificazione» aggiunge Fulvio Mattivi, direttore del Dipartimento di Alimentazione, Qualità e Nutrizione alla Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige. Un talento che gli è valso nel 2010 il riconoscimento di enologo dell’anno e nel 2013 il premio Cangrande a Vinitaly. LA VALPOLICELLA IN LUTTO - Autore di brevetti internazionali e di autorevoli pubblicazioni scientifiche, Roberto Ferrarini ha messo a disposizione la sua esperienza per numerose cantine. «A lui si deve l’ideazione di una tecnica di appassimento integrato, che include sia quello naturale che a temperatura controllata, da cui ha tratto vantaggio l’intera Valpolicella» commenta Daniele Accordini, direttore della Cantina Valpolicella Negrar. «Un uomo che guardava sempre avanti e generoso di idee con tutti» aggiunge Sabrina Tedeschi. Roberto Ferrarini collaborava con numerose aziende vinicole della Valpolicella, come Giuseppe Quintarelli, Guerrieri Rizzardi e Brigaldara, e aveva stretto un rapporto di fiducia con la Enologica Vason, orientato allo sviluppo tecnologico. «L’Amarone deve moltissimo a lui» conclude Marilisa Allegrini. «In questo senso vogliamo dedicare alla sua memoria il Centro di appassimento consortile Terre di Fumane».

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