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Nossiter presenta Resistenza naturale. Da domani al cinema

28 Maggio 2014 Marianna Corte
Dopo Mondovino, presentato a Cannes nel 2004, il regista americano Jonathan Nossiter torna nelle sale con Resistenza naturale per parlare ancora di vino. Ma non solo. Resistenza naturale, infatti, è piuttosto un documento gentile ma al tempo stesso spietato sul lavoro della terra, sia essa allevata a vite, coltivata a grano, destinata ad allevamenti. Un film sulla terra dove protagonisti sono quattro vignaioli naif, non nell’accezione negativa ma in quella autentica. E cioè vignaioli genuini che nei terreni si sporcano le mani, perché la loro terra non è mai sporcata da trattamenti sistemici di vario genere. I PROTAGONISTI - Ne parlano intorno a un tavolo, in un giardino, tra i filari o nelle aie, Elena Pantaleoni dell’azienda agricola La Stoppa sui Colli Piacentini, e Giovanna Tiezzi dell’azienda agricola Pacina a Castelnuovo Berardenga sui Colli Senesi, figlia di Enzo Tiezzi, tra i promotori nel 1987 del referendum contro l’energia nucleare; insieme alle due signore protagoniste, il documentario raccoglie le testimonianze di Corrado Dottori dell’azienda La Distesa a San Michele di Cupramontana, la città del Verdicchio, e infine Stefano Bellotti della Cascina degli Ulivi sulle Colline di Novi Ligure, in provincia di Alessandria: la terra del Gavi. IL FUTURO NON FA SCONTI - A Stefano Bellotti, ritratto anche sulla locandina, viene lasciato il compito più difficile e cioè quello di tracciare, in un racconto libero, il filo rosso che lega ogni aspetto dell’agricoltura contemporanea, quella «con un piede nel passato e uno sguardo dritto e aperto nel futuro». Un tempo - quello che verrà - che secondo questi agricoltori rivoluzionari non fa sconti a chi confonde la terra con la proprietà: perché questo è l’errore più grande che un contadino moderno possa fare, e cioè credere che il proprio podere non faccia parte della terra di tutti e che quindi per questo si senta legittimato ad avvelenarla in nome di produzioni intensive e competitive. NUTRIRE IL PIANETA - Il documentario appare quasi come una seduta di autoanalisi, critico verso il sistema dei disciplinari così come sono applicati in Italia, ma è comunque un film ottimista. Che invita i contadini a ritornare alle origini e i consumatori e portare avanti la propria rivoluzione naturale a partire dalla spesa di tutti i giorni. Perché mai come oggi un sano nutrimento del pianeta può dare energia alla vita. Vedi Expo 2015. DA VEDERE - Nelle sale da domani 29 maggio (a Milano al cinema Apollo), il film dura 85 minuti ed è arricchito da interessanti spezzoni di documentari o film d’epoca, da Rossellini, a Soldati a Pasolini, solo per citarne alcuni. Un film che ha bisogno di un discreto successo ai botteghini per sperare di sopravvivere nel difficile mondo della grande distribuzione cinematografica. Ricordiamo infatti che il precedente Mondovino, pur ben noto e assai discusso tra gli addetti ai lavori, a Milano è passato come una meteora. Regia: Jonathan Nossiter Fotografia: Jonathan Nossiter, Paula Prandini Montaggio: Jonathan Nossiter Produzione: Goatworks Films, Les Films du Rat, Cineteca del Comune di Bologna Distribuzione: Lucky Red

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