Spagna batte Italia a Mundus Vini 2017
Per appena due medaglie in più (486 contro 484) la Spagna ha stavolta superato l’Italia nella classifica (ufficiosa) per nazioni a Mundus Vini 2017. E questo nonostante il minor numero di vini presentati (1.185 contro i 1.519 del nostro Paese), a conferma dei progressi qualitativi che negli ultimi anni la vitivinicoltura spagnola sta facendo. Il concorso tedesco si è concluso domenica scorsa a Neustadt an der Weinstrasse (Palatinato). Considerando i campioni in gara, anche Francia (721), Germania (703) e Portogallo (694) hanno ottenuto in percentuale un numero maggiore di riconoscimenti, rispettivamente 337, 285 e 302. Che significa tutto ciò? Evidentemente una parte dei vini italiani non ha convinto appieno sul piano qualitativo le commissioni di assaggio composte da esperti degustatori internazionali (187 di 44 Paesi).
Le due sessioni del concorso
Quest’anno il Grand International Wine Award Mundus Vini, organizzato dalla Meininger Verlag, la casa editrice tedesca che pubblica le maggiori testate del settore, ha celebrato la 20esima edizione pur essendo stato istituito nel 2001. Da tre anni, infatti, il concorso si è sdoppiato in due sessioni, una primaverile (che si svolge appunto a fine febbraio per dare modo ai vini medagliati di essere presenti alla ProWein nell’apposita area della Meininger Verlag) e una estiva (fine agosto-primi settembre).
Oltre 10.000 campioni a Mundus Vini 2017
In virtù di questa modifica il numero complessivo dei vini in concorso è aumentato notevolmente, tanto che nel 2016 ha superato la soglia dei 10 mila, mentre con i 6.167 campioni della recente edizione è probabile che al termine della prossima, a fine agosto, questa soglia sarà ulteriormente superata. Per quanto riguarda le medaglie di questa spring session, complessivamente ne sono state assegnate 2.468 così ripartite: 33 gran oro, 1.043 oro e 1.392 argento. Ben 275 sono andate a vini dei Paesi extraeuropei e tra questi anche Armenia, Mexico, Russia e China. Le degustazioni si sono svolte nell’arco di quattro giornate con assaggi bendati da parte di oltre trenta commissioni (consulta l’elenco completo dei premiati).
Le grandi medaglie d’oro italiane
E veniamo alle medaglie italiane. Al di là del sorpasso spagnolo, l’Italia può comunque essere soddisfatta per i 484 riconoscimenti ottenuti. Tra questi spiccano le 7 grandi medaglie d’oro (solo il Portogallo, grazie ai vini fortificati, ha fatto meglio con 10 massimi riconoscimenti) conquistate dai seguenti vini: Amarone della Valpolicella Doc 2009 (Cà dei Frati Pietro da Cero); Villa Gemma, Montepulciano d’Abruzzo Doc Riserva 2011 (Tenute Masciarelli); Lusirà, Syrah Sicilia Doc 2014 (Baglio del Cristo di Campobello); Varamista, Toscana Syrah Igt 2009 (Fattoria Varramista); Rasea, Toscana Sangiovese Igt 2012 (Poggio del Moro); Il Primo Vignano, Chianti Superiore Docg 2014 (Fanucci); Occhio di Pernice, Vin Santo del Chianti Doc 2010 (Fattoria La Vialla). Ad alcuni di questi vini è stato attribuito anche l’ulteriore riconoscimento quale “best in show” nelle rispettive categorie. Da notare come ben quattro su sette grandi medaglie d’oro sono andate a vini toscani.
Veneto, Toscana e Puglia in testa
Nel computo generale delle 484 medaglie italiane (7 gran oro, 183 oro e 294 argento) ad avere la meglio è stato però il Veneto, che si è assicurato un bottino di ben 120 medaglie, seguito a grande distanza da Toscana (91), Puglia (68), Piemonte (42), Sicilia (35), Abruzzo (22) e poi tutte le altre regioni. Per quanto riguarda le denominazioni Prosecco e Amarone della Valpolicella l’hanno fatta da padroni prevalendo di gran lunga su Primitivo, Montepulciano d’Abruzzo, Chianti e Chianti Classico. Tra le aziende Farnese Vini è stata indicata quale “migliore cantine italiana” dopo aver conquistato almeno una quindicina tra ori e argenti. Ottimi exploit anche per Cantine San Marzano, Fattoria La Vialla, Zonin, Sartori, Casale del Giglio, Feudo Arancio e Conti degli Azzoni.
Il rilancio dell’Armenia
Tra le iniziative collaterali al concorso, Mundus Vini ha riservato una serata all’enogastronomia dell’Armenia, una delle patrie della coltivazione della vite, che in questi ultimi anni si sta rilanciando con forti investimenti e con vini piacevoli a prezzi concorrenziali ottenuti dalle numerose varietà autoctone coltivate. Al momento ben tre quarti dell’export (dati 2015) è appannaggio della Russia, mentre piccole quote comprese tra il 5 e il 2% sono destinate a Stati Uniti, Francia, Canada, Lituania, Italia e Svizzera.
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