Montezovo: Calinverno, l’essenza di un territorio unico

Montezovo: Calinverno, l’essenza di un territorio unico

Ogni sorso del vino simbolo della Cantina veronese racconta la storia del luogo, del clima e della passione della famiglia Cottini per l’ambiente. L’attenzione in vigna, la surmaturazione delle uve e la vendemmia ritardata contribuiscono a donare al suo carattere complessità e profondità.

La famiglia Cottini vanta una storia nel mondo della viticoltura lunga un secolo e quattro generazioni. Nel 1925 Carlo intraprese la strada che oggi ha portato il nipote Diego (nella foto di apertura) – insieme con la moglie Annalberta e i figli Michele e Mattia – a collezionare 170 ettari di vigneti nelle zone più vocate di Valpolicella, Garda e Lugana.

Calinverno, il vino simbolo di Montezovo

Biodiversità e valorizzazione del terroir sono i cardini della filosofia aziendale di Montezovo. Valori oggi imbottigliati nel Calinverno, il vino simbolo della Cantina. Blend di Corvina, Corvinone, Rondinella, con un saldo di Cabernet Sauvignon e Croatina, è nato dall’intuizione di Diego Cottini nel 1998. «Calinverno è stato ispirato dalla volontà di creare qualcosa di unico, che rappresentasse al meglio il territorio», racconta lo stesso Cottini. «Non è solo un vino, simboleggia l’essenza di un territorio unico, il risultato di una tradizione vitivinicola che rispetta e valorizza l’ambiente. Ogni sorso racconta la storia di un luogo, di un clima, di una passione che si trasforma in eccellenza enologica».

L’etimologia e la surmaturazione in pianta

Il termine dialettale “calinverna” indica la brina ghiacciata dei primi giorni d’inverno, simbolo del metodo di produzione di questo vino. Nasce nell’Anfiteatro morenico di Rivoli, a pochi chilometri dal Garda, dove si incontrano le brezze del lago e i venti della Val d’Adige. Le uve sono lasciate surmaturare in pianta fino ai primi di novembre, perdendo il 25-30% d’acqua. Questo processo aumenta la concentrazione di zuccheri e polifenoli, esaltandone la qualità.

La bottiglia del Calinverno 2019

Come nasce questo nettare speciale

«Si tratta di processi che richiedono pazienza e attenzione, ma il risultato è un vino di straordinaria complessità e profondità, che gli hanno valso svariati riconoscimenti a livello nazionale e internazionale», aggiunge Cottini. Dopo la pigiatura, il mosto fermenta con le bucce per 25-30 giorni; seguono 24 mesi in legno di rovere francese e 12 in bottiglia.
Il vigneto di Calinverno è condotto in regime biologico, riflettendo l’impegno di Montezovo per la sostenibilità ambientale. «Questa non è solo una scelta etica, ma anche un modo per esaltare le caratteristiche organolettiche del vino e rispettare la natura», conclude Cottini.

MONTEZOVO

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© Riproduzione riservata - 12/01/2025

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