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Montelvini, i custodi di Asolo e delle sue bollicine

8 Luglio 2020 Civiltà del bere
Montelvini, i custodi di Asolo e delle sue bollicine

L’impegno per la valorizzazione del territorio da parte della famiglia Serena passa per il “vigneto ritrovato“, il progetto di recupero di un’antica vigna situata nel centro storico di uno dei borghi più belli d’Italia. Ma non mancano iniziative messe in campo da Montelvini per fronteggiare e superare il lockdown di Covid-19.

Dici Montelvini e pensi subito a un calice di raffinate bollicine Asolo Prosecco Superiore Docg. Dietro al marchio ci sono la lungimiranza e la passione della famiglia Serena, in prima fila nella promozione di questa denominazione, meno estesa e conosciuta del Prosecco Conegliano Valdobbiadene, ma che vanta un profondissimo legame con l’Asolo-Montello e la sua storia.

Il vigneto ritrovato

Il vigneto ritrovato

Tra le iniziative per valorizzare il territorio e la sua eccezionale biodiversità c’è il progetto “Il vigneto ritrovato”, avviato nel 2017. Tutto ruota intorno al recupero di una vigna di epoca napoleonica proprio nel centro storico di Asolo, “città dai cento orizzonti” e borgo tra i più belli d’Italia.
«Abbiamo deciso di far tornare questo piccolo appezzamento all’antico splendore scegliendo un clone di Glera indigeno dell’Asolano e particolarmente adatto», spiega Alberto Serena, alla guida aziendale con la sorella Sarah e il padre Armando. «Un pool di professionisti, tra i quali un architetto del paesaggio, un docente universitario, uno storico, le istituzioni comunali ed esperti di viticoltura, cooperano per riportare l’area in produzione. Data la forte pendenza è previsto il completo inerbimento, per evitare fenomeni erosivi, e tutte le lavorazioni sono rigorosamente manuali».

La collezione di Asolo Prosecco Docg di Montelvini


L’importanza dei social network al tempo del Covid-19

Il Covid-19 ha imposto una serie di cambiamenti al settore enologico. «Come tutti abbiamo dovuto reinventarci e abbiamo cercato di farlo usando il web in maniera costruttiva. Attraverso i social network aziendali abbiamo iniziato a comunicare fattivamente con i nostri clienti ed estimatori; abbiamo organizzato aperitivi in condivisione, video didattici, webinar, ma anche masterclass interattive sul Prosecco e sul territorio di Asolo. Sono attività relativamente nuove per noi, che stanno ottenendo grande successo e che sicuramente porteremo avanti anche dopo il lockdown».

Gli impegni futuri

Il tradizionale evento ad Asolo di maggio sarà – emergenza permettendo – rimandato a settembre proprio per dare un segnale che Montelvini continua a credere che comunicare il territorio sia la cosa più importante per ricostruire il futuro del vino. Ad ottobre è prevista la partecipazione alla terza edizione della Milano Wine Week con una serie di eventi per il consumatore finale. Ancora, verranno organizzate delle giornate di formazione per coinvolgere i clienti nell’abbinamento cibo-Prosecco e introdurli al mondo della mixology.
«A livello di mercato, invece, in un periodo in cui tutti avrebbero voluto fare affari con la Gdo o essere fortemente presenti nell’e-commerce, Montelvini intende continuare a sostenere l’Horeca, che per noi pesa il 90% delle vendite», conclude Alberto Serena.

Realizzato in collaborazione con Montelvini.

Questo articolo è tratto da Civiltà del bere 2/2020. Acquista

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