In Italia In Italia Aldo Fiordelli

Montefioralle, il Chianti Classico della grazia. Lo studio di Aldo Fiordelli

Montefioralle, il Chianti Classico della grazia. Lo studio di Aldo Fiordelli

Il giornalista toscano firma il primo profilo dedicato una delle 11 Uga del Gallo Nero, commissionato dall’Associazione dei produttori di Montefioralle. Suoli di alberese, esposizione ad est e vigneti di collina: i tre macrofattori che determinano il carattere fresco, fruttato ed elegante della produzione locale.

Dopo l’istituzione delle Unità geografiche aggiuntive nel Chianti Classico e il poderoso lavoro di mappatura di Alessandro Masnaghetti, c’era bisogno di una sorta di ultimo miglio per legare terroir e amanti del vino. L’Associazione dei produttori di Montefioralle è stata la prima a immaginarsi di colmare questo gap con l’idea di collegare le sempre più raffinate conoscenze geologiche, climatiche e ampelografiche delle singole Uga del Chianti Classico con l’evidenza del bicchiere. I produttori del Gallo Nero di Montefioralle hanno sentito la necessità di sottolineare il carattere specifico della loro Uga pur all’interno della denominazione. In sostanza si sono chiesti: di cosa sa il Chianti Classico di Montefioralle?

Solo 250 ettari a vigneto in una zona fresca

Montefioralle è la seconda più piccola Uga del Chianti Classico dopo Lamole, sul versante sinistro della Greve. Un territorio di 1.545 ettari dei quali il 16,2% a vigneto (250 ettari), l’11% a uliveto e 800 ettari (il 51,8%) di bosco. L’estensione ridotta aiuta a identificare i caratteri principali del vino all’interno del territorio e della denominazione. Si tratta di una zona fresca del Chianti Classico, con una temperatura media tra 13,5 e 14 °C che contribuisce a sostenere l’acidità dei vini, contenere il tenore alcolico ed esaltare il carattere rosso del frutto.

Il ruolo dell’alberese e della pietraforte

Il suolo è prevalentemente di alberese, un calcare marnoso, con alcune zone caratterizzate dalla presenza di pietraforte, un’arenaria sempre con alte percentuali di calcare attivo. Questi suoli contribuiscono a dare ai vini struttura, abbinata però a una particolare morbidezza dell’acidità dovuta ai terreni alcalini e a tannini eleganti che risultano più mascolini nelle zone della pietraforte. Quest’ultima si riconosce semplicemente osservando i colori chiari del paese, uno dei 308 borghi più belli d’Italia, perlopiù costruito proprio mediante l’uso della pietraforte.

Vigneti di collina esposti ad est con zone boschive

L’orografia si attesta su altitudini tra i 300 e i 500 metri, senza presenza di vigneti pianeggianti, cosa che contribuisce ulteriormente a mantenere sostenute le acidità e il contenuto di polifenoli. Montefioralle è prevalentemente esposta verso est, insieme al suolo uno degli aspetti tra i più caratterizzanti dell’Uga, responsabile di una spiccata freschezza e fragranza del frutto. Importante anche la presenza di bosco che influenza in particolare i vini del settore nord-occidentale della sottozona, tendenzialmente più austeri.

Le caratteristiche organolettiche dei vini di Montefioralle

Il Chianti Classico di Montefioralle si identifica in conclusione in un rubino particolarmente brillante, con profumi di viola di Parma, nocciolo di ciliegia e ciliegia rossa, grafite (non da legno, il nuovo qui è poco usato) e una spezia dolce tra semi di anice e pan di zenzero che col tempo accentua un carattere balsamico tra canfora o menta piperita nelle zone più fresche. Il tannino è elegante e perlopiù setoso, l’acidità spiccata ma progressiva, delicata all’attacco e poi rinfrescante, in genere tra 5,5 e 6,5 grammi/litro (acidità totale). L’alcol si attesta tra 13,5 e 14,5% vol. con rare punte di 15 nelle annate più calde e nelle zone più esposte. Uno dei Chianti Classico più aggraziati e fini.

Modus operandi, obiettivi e risultati dello studio

L’analisi è stata condotta da chi scrive durante tutto il 2022 (qui la disamina completa). L’obiettivo era quello di definire l’identità di Montefioralle nel contesto delle Unità geografiche aggiuntive del Chianti Classico. Dopo un attento studio del clima e della geologia di Montefioralle, si è proceduto con una degustazione dei vini. Gli assaggi hanno coinvolto tutte le aziende aderenti all’Associazione di Montefioralle. Per ogni azienda sono stati richiesti i campioni di tre annate diverse. La 2017, vendemmia calda e siccitosa a un estremo. La 2018, annata sempre calda ma molto piovosa e dunque considerabile a un altro estremo. Infine la 2016, vendemmia di grande qualità ed equilibrio, che ha confermato o smentito la bilancia del rapporto tra le altre due.
A questo punto si è proceduto a un lavoro sul campo nelle Cantine aderenti all’associazione per verificare il dettaglio delle esposizioni, del suolo, dell’eventuale microclima, ma soprattutto di tutte le altre determinanti che sono state considerate nello studio. Un totale di quasi 100 assaggi di campioni di vino da 4-5 annate diverse. Che ha prodotto come evidenza la “grazia” del Chianti Classico di Montefioralle.

Tag: ,

© Riproduzione riservata - 18/04/2023

Leggi anche ...

Vini contemporanei da antichi vitigni. Il seminario a Vinitaly
In Italia
Vini contemporanei da antichi vitigni. Il seminario a Vinitaly

Leggi tutto

Roma Doc, largo ai giovani. I casi Borgo del Cedro e Federici
In Italia
Roma Doc, largo ai giovani. I casi Borgo del Cedro e Federici

Leggi tutto

Derthona Due.Zero, il vino bianco composito, longevo e sempre più ambito
In Italia
Derthona Due.Zero, il vino bianco composito, longevo e sempre più ambito

Leggi tutto